In ricordo di Edo Benedetti, storico presidente dell'ITAS/ 3

Terza parte: La seconda giovinezza. Commissario a Rovereto, le presidenze, l'arte, lo sport, la cultura, le grandi realizzazioni

In un momento così difficile per l’ITAS, società mutua di assicurazioni squisitamente trentina che affonda le radici a più di due secoli fa, che annovera più di 700 soci e una grande quantità di dipendenti e collaboratori in tutto il Paese, abbiamo deciso di spendere due parole per rinfrescare i ricordi che ne hanno costruito l’immagine.
E abbiamo pensato di farlo riproponendo ai nostri lettori l’intervista svolta in tre puntate allo storico presidente Edo Benedetti nel lontano 2008, quando gran parte degli obbiettivi oggi raggiunti erano solo dei progetti sulla carta.
Ieri, 16 aprile 2017, è stato il quinto anniversario della sua scomparsa e ci pare che questo sia il modo migliore per ricordarlo.

Di seguito la terza e ultima puntata.

Com'è che si è trovato a fare il Commissario del Comune di Rovereto?

«Quella è stata una bella esperienza che ricordo con piacere considerando la circostanza di aver compiuto un sevizio alla mia città di origine. Era il 1977.»
Chi glielo aveva chiesto, il Commissario del Governo dott. Bianco?
«No, era stato Kessler. Mi telefona e mi dice: "Ho suggerito la tua persona per commissariale il comune di Rovereto". In realtà, la scelta spettava alla Provincia, ma la nomina al Commissario del Governo. Quindi Kessler aveva deciso.»
Lei cosa aveva risposto?
«Che mi riservavo 24 ore di tempo per decidere.»
E il giorno dopo aveva la nomina?
«No, quello stesso giorno.»

Nella foto sotto, con Bruno Kessler.
Ma cos'era successo a Rovereto?
«Il fatto che purtroppo la regia della Giunta Comunale era andata in crisi e c'era bisogno di un intervento esterno per rimettere a regime l'attività di quell'organo collegiale.»
Detto in parole meno diplomatiche, a Rovereto si era fermato tutto.
E lei è andato laggiù a seguire l'ordinaria amministrazione…?
«Beh, oltre a sistemare posizioni piuttosto delicate e vari arretrati rimasti in sospeso, sono riuscito, a promuovere alcune iniziative di un certo rilievo. Sa, ho coperto quel ruolo istituzionale per ben undici mesi.»
Poi mi guarda soddisfatto e attende che lo segua.
Per esempio?
«Per esempio ho avviato le pratiche, acquisto terreno e progetto compreso per la realizzazione dello Stadio Quercia (costo 105 milioni di lire).»
Massì! E dopo?
«Ho dato una nuova sede dignitosissima all'Istituto Musicale, oltre ad altre opere minori riguardanti la viabilità.»
Insomma, non è restato con le mani in mano come chi l'ha preceduto…
Non raccoglie.
«Nel frattempo non sono mancate le circostanze per un impegno professionale e nel settore del volontariato. In effetti sono stato promotore e ho assunto per una quindicina d'anni la Presidenza dell'Associazione nazionale dei Villaggi SOS, dando corso e assistendo in particolare i nuovi villaggi di Trento, Ostini e Vicenza. Nel contempo sono stato il primo ed unico Delegato regionale del CONI per il Trentino-Alto Adige in quanto, con l'avvento delle autonomie Provinciali, ci fu un deciso intervento in sede politica per valorizzare unicamente i Comitati provinciali.»
Per arrivare a tempi recenti, che incarichi ha ricoperto?
«Sono stato Consigliere di Amministrazione, Vice Presidente Vicario e per due anni Presidente, della Banca di Trento e Bolzano; Amministratore Unico di una società immobiliare, la COGEIM…»
L l'ITAS?
«… E il mio ingresso in ITAS risale ormai a più di trent'anni.»
E presidente da quando?
«Lo sono dal luglio del 1979. E lo sono tutt'ora.»

È consigliere di amministrazione di qualche altra società?
«Per ragioni che non sto ad illustrare sono ritornato nel Consiglio di Banca di Trento e Bolzano, successivamente nel Consiglio di amministrazione della "Società Iniziative Urbane" e nella "Finanziaria Trentina". Ho poi rappresentato il Gruppo ITAS nella Società di riassicurazione "E+S Rückversicherung AG" di Hannover, con la quale sussiste fin dal 1991 uno scambio di quote azionarie.»
La pallavolo, immagino che sia un'idea sua…»


L'Itas della Pallavolo.

«Si, direi che al di là del fatto puramente sportivo ma certo molto rilevante, è stato un buon investimento sotto il profilo commerciale, provocando un coinvolgimento di persone e di ambienti sensibili a questa importante iniziativa nel mondo dello sport trentino che, nelle premesse, era sinceramente impensabile. Pensi, non è raro il caso che quando mi presentano come Presidente dell'ITAS mi senta dire. "Ah, l'ITAS, quella della pallavolo!".»

Vi occupate anche di golf?
«Sì, sponsorizziamo qualche gara in provincia e un circuito in Italia.»
Un circuito nazionale?
«Per il momento è solo una serie di gare volute da nostri agenti che amano il golf, ma si dovrà fare qualcosa di più organico.»
Chi è che vi segue il golf?
«Abbiamo un Dirigente appassionato di golf. Si chiama Guido Tecilla.»
«Infatti, lo conosciamo…»

L'immobiliare è sempre stato il suo sesto senso. Che altre iniziative ha generato, dopo i grattacieli di Man?
«Abbiamo acquistato un importante fabbricato in Via Filzi nella zona direzionale di Milano e abbiamo invece ceduto la proprietà dell'Hotel Trento.»
Venduto?
«Si, sono sempre stato del parere che gli investimenti devono farli i diretti interessati. L'ITAS è una Compagnia di Assicurazione e non si dedica ad attività alberghiere.»
A proposito, che fine hanno fatto gli arazzi di Depero che c'erano all'Hotel Trento?
«Li abbiamo noi.»
Ma non siete neanche collezionisti di opere d'arte… - insinuo scherzando.
«Come no? Il presidente Grezler, ad esempio, ci aveva lasciato in donazione la sua collezione di opere d'arte, una serie di dipinti del '600 e '700 veneziano.»
Mi mostra una pubblicazione intitolata appunto «Donazione Grezler». Tra le opere riprodotte trovo la tavola che era stata prestata in occasione della prima mostra dello Spumante Trentino. Rappresenta Bacco in un bel contesto giustamente intitolato Baccanale.
(Lo riproduciamo qui sopra).
E dove sta la collezione Grezler?
«L'abbiamo collocata in comodato gratuito al Museo del Buonconsiglio, così è visitabile, curata e sorvegliata.»
E gli arazzi di Depero dove li tenete?
«Qui in sede.»
Mi accompagna a vederli (nella foto qui sotto). Sono uno più bello dell'altro, grandi come li ricordavo.
«E questi li conserviamo noi, - precisa. - Abbiamo trovato una restauratrice di tessuti che abbiamo anche segnalato al Ministero dei Beni culturali.»
Anche lei ha acquisito opere d'arte, in tradizione con i suoi predecessori?
«Certo, è stata integrata la quadreria di proprietà ITAS con l'acquisto di opere di Depero, Iras Baldessari, Bezzi, Wolf, Schweizer, Turella e altri contemporanei.»

Mi scusi, ma tornando alle sue vocazioni immobiliari, che ruolo ha giocato l'ITAS nel progetto di ristrutturazione del terreno che era della Michelin?
«Come le ho anticipato prima, siamo entrati con una buona quota nella Società Iniziative Urbane, la quale ha affidato all'architetto Renzo Piano la progettazione articolata di quell'area.»
Va a prendermi dei prospetti e me li mostra.
«Ecco, vede? Questo è il progetto del nuovo Museo di Scienze Naturali, il "Muse", e questa è la nostra nuova sede. Sarà lì.»
Lasciate questa bellissima sede?
«Sì, anche se è uno dei più bei palazzi della città, certamente il più alto del centro. Venga che le faccio ammirare Trento dall'alto, è un vero spettacolo!»
Mi accompagna sulla terrazza dell'ottavo piano. Davvero una vista unica.


Nella foto sopra l'area ex Michelin. La nuova sede sarà lungo la ferrovia.
Nell'immagine sotto, come sarà la nuova sede dell'Itas vista di fronte.



E quanto costerà la nuova sede, come il Museo di Scienze?
«Il Muse? No, no, molto meno della metà.»
Amen…

Senta, dottor Benedetti, l'Itas ha sempre seguito alcune iniziative nell'ambito dello sport, l'arte e la cultura...
«Infatti, sono solito dire l'ITAS per la cultura, per l'arte e per lo sport. »
Il premio letterario Itas del Libro della Montagna come è nato?
«In occasione del compleanno dei 150 anni di vita dell'Itas, era il 1971. Si decise di avviare un'importante iniziativa letteraria rappresentativa del nostro territorio e destinata a durare nel tempo.»
Chi furono i promotori?
«Il Direttore generale di allora, Aldo Matassoni, e il Presidente Claudio Grezler.»
Un personaggio storico anche Grezler…
«Fuori dubbio. Come detto, decisero di dare vita a un premio letterario che esaltasse la cultura della montagna.»
Quindi non c'entra con il Film Festival della Montagna?
«Assolutamente no, hanno vite separate. Ma giustamente la cerimonia fu sempre collocata all'interno della settimana di effettuazione del Film Festival perché in quel periodo c'è il clima giusto per dare grandi spazi ad arte e cultura.»
(Nella foto qui a fianco, mentre legge il dettato della Giuria)
Qual è il vostro impegno?
«L'Itas individua una Giuria selezionata tra personaggi rappresentativi del mondo della letteratura e della montagna e nomina Presidente di Giuria. Un lavoro non da poco per i Giurati tenuti a leggere tutti i testi presentati facendolo in maniera critica e costruttiva. Pensi che quest'anno le opere presentate a concorso sono più di cento.»
Chi è il Presidente di Giuria?
«Attualmente, è un grande personaggio, quale è Mario Rigoni Stern, ben noto sia quale scrittore e interprete della cultura di montagna.»
Non credo che il Premio Itas costi poco…
«No, costa come tutte le cose fatte bene e secondo la consuetudine dell'ITAS in un'ottica che presenti in maniera adeguata e pertinente la rispettiva immagine in ogni circostanza.»
Mi farò vivo per approfondire il golf con voi… - sorrido.
«Guardi, ho proprio qui sotto mano l'invito alla premiazione della gara che il nostro agente di Roma organizza al circolo dell'Acqua Santa. - Me lo mostra. - Com'è il circolo?» 
«L'Acqua Santa? Il migliore della Capitale. Si trova sull'Appia Antica. Pensi che il "fuori limite" è segnato dall'antico acquedotto romano…»

L'intervista è finita, ma voglio cavarmi un'ultima curiosità.
Dottor Benedetti, cosa pensa del presidente Dellai?
«È una persona intelligente e di grandi intuizioni politiche, molte spanne al di sopra di coloro che gli stanno attorno. La cosa più sorprendente è che nei suoi interventi è sempre circostanziato e preciso, cogliendo gli aspetti sostanziali dei problemi.»
Ho l'impressione che in questa dichiarazione nasconda un rovescio della medaglia…
«No, la mia perplessità è generale. Sul sistema. Anzi, sia su quello provinciale che sui comuni.»
Cioè?
«La nostra Autonomia soffre di gigantismo. Il potere adesso viene affidato a persone che non sono più il frutto di una faticosa conquista e di una delicata negoziazione politica. I mezzi a disposizione sono straordinari… Li capisco, sa? Perché ai nostri tempi era tutto da fare e le risorse finanziarie praticamente inesistenti. Una piccola emergenza poteva sconvolgere il bilancio per qualche anno… E poi, non voglio fare paragoni, sia ben chiaro, ma se faccio riferimento al mio mandato di Sindaco, era forte l'ambizione di adempiere un servizio per la propria Comunità. Adesso è piuttosto una professione e ritengo si sia perso l'animus con cui si operava in quel contesto.»
Suggerimenti?
«No, no, per carità! Sono felice che le generazioni attuali godano uno status ben diverso da quello riferito alla mia, ma attenti a non cullarsi troppo beneficiando delle risorse attuali.»

Guido de Mozzi
(3/3 - Fine)