Storie di donne, letteratura di genere/ 117 – Di Luciana Grillo

Nicoletta Orlandi Posti, Le bombe di Roma. Udo Lemke, una strage mai chiarita – Da questa lettura un invito a riflettere e a non dimenticare

Titolo: Le bombe di Roma. Udo Lemke, una storia 
            mai chiarita


Autore: Orlandi Posti Nicoletta
Editore: Castelvecchi, 2016 (Collana Stato d'eccezione)

Pagine: 135, brossura
Prezzo di copertina: € 16,50

Delle stragi che insanguinarono l’Italia il 12 dicembre 1969 ho un ricordo netto e indelebile.
Ero in viaggio con la mia famiglia, ci recavamo da Salerno a Teramo.
Ignoravamo ciò che stava accadendo a Roma e a Milano e ci meravigliò la gran quantità di pattuglie di polizia e carabinieri che incontrammo andando dal Tirreno verso l’Adriatico.
Fummo fermati più volte e sottoposti a controlli.
A tratti nevicava. Solo a destinazione sapemmo.
 
Il saggio della Orlandi Posti è una fotografia documentata e impietosa degli avvenimenti drammatici che sconvolsero l’Italia fra il ponte dell’8 dicembre e il Natale 1969 e della scarsa preparazione di chi avrebbe dovuto sorvegliare, indagare, accertare.
L’autrice ci presenta un giovane tedesco, Udo Lemke, che andò il giorno successivo alle stragi a raccontare quanto aveva visto, descrivendo persone, luoghi e fatti concreti, facendo nomi e cognomi.
Ma la sua testimonianza gli costò un periodo di galera e le sue indicazioni furono trascurate o fraintese.
 
Con precisione l’autrice riporta le date, i nomi di inquirenti, inquisiti, sospettati; entra nella documentazione, riferisce stralci di verbali e seguendo, fin quando possibile, la storia di Udo, ci fa entrare nel mondo dei depistaggi, della controinformazione, dei rapporti fra rappresentanti dello Stato e circoli dell’estrema destra.
Appare evidente la volontà politica di «sbattere il mostro in prima pagina» (Pietro Valpreda) per tranquillizzare la popolazione e non scavare fino in fondo, coprendo altri nomi e altre responsabilità.
Così, di processo in processo, di città in città, la verità - che a volte può sembrare vicina - si allontana confusamente in un intreccio complesso di storie e persone accusate, prosciolte, condannate, assolte.
 
Tra le tante, c’è una figura femminile significativa che cerca di far emergere una verità, Roska, artista finlandese, femminista anarchica, che in quegli anni viveva in Italia.
Nel prologo di questo saggio è proprio lei, a Monaco di Baviera, ad essere violentemente aggredita dopo un incontro in carcere con Udo Lemke, il tedesco di 23 anni che «quei fantasmi li aveva visti… Fantasmi, poiché non hanno contorni, eppure abbastanza reali da essere in grado di scavalcare cancelli alti due metri portandosi dietro 15 chili di esplosivo».
 
L’autrice, nella postfazione, dichiara di non voler «fornire una verità sconvolgente sugli attentati di Roma e di Milano. Questo libro deve essere considerato una “nota a margine”… Vuole offrire un aspetto sotto il quale non era ancora mai stata osservata la complicata e complessa strategia che ha portato alla strage raccontata ora dai compagni, ora dalle vittime, ora dai perseguitati politici, ora dai magistrati, ora dai pentiti. Mai, però, era stato preso in considerazione il ruolo di personaggi minori, apparentemente insignificanti. Come Udo Lemke. Come Roska Oskarsdòttir».
 
Dunque, dalla lettura di «Le bombe di Roma» un invito a riflettere e a non dimenticare.
 
Luciana Grillo
(Recensioni precedenti)