I colori ritrovati delle Mura di piazza Fiera a Trento
Entro l’anno i lavori saranno finiti – Il sindaco: «Sono parte della nostra memoria e del nostro senso di appartenenza»
Foto Carlo Alberto Covelli - L'Adigetto.it.
Da lunedì 21 ottobre è in corso la rimozione dei ponteggi corrispondenti alla testata delle Mura di piazza Fiera tra via Dietro le Mura e via Mazzini. È stato quindi scoperto un altro tratto delle mura restaurate dalla ditta Effeeffe restauri per conto dell’Amministrazione Comunale.
Oggi un sopralluogo sul camminamento della cinta muraria ha permesso di vedere da vicino l’opera delle restauratrici (gli addetti del cantiere sono quasi tutte donne) e sentir raccontare dalla direttrice dei lavori Giorgia Gentilini e dalla progettista Anna Bruschetti le delicate operazioni di ripulitura delle pietre.
Molto soddisfatto il sindaco Franco Ianeselli che ha sottolineato come le mura siano «un elemento della nostra memoria visiva oltre che della nostra storia, che influisce sul nostro immaginario, sul senso di appartenenza alla città, sulla consapevolezza della nostra identità». Il primo cittadino si è soffermato poi sul fatto che le mura restaurate «non sono una riproduzione artificiale né un falso storico: i lavori sono stati infatti molto rispettosi e per nulla invasivi, hanno solo liberato la cinta dagli elementi di degrado, che incidevano non solo sull’estetica ma anche sulla conservazione delle mura».
L’architetta Bruschetti ha spiegato la tempistica dell’intervento. Avviati all’inizio del 2023, i lavori sono andati avanti per settori: alla fine del 2023 è stata scoperta una buona parte del fronte affacciato a sud sulla piazza. Ora lo smontaggio delle impalcature in via Dietro le Mura restituisce alla strada una luminosità nuova. Prima dei lavori di restauro l’Androna, infatti subiva la cupezza della cortina edilizia duecentesca, ricoperta di vegetazione e di croste nere, ora rimosse. In piazza Fiera rimane l’area di cantiere e restano i ponteggi solo sulla parte orientale delle Mura, dove sono in corso le ultime lavorazioni che verranno completate entro la fine dell’anno, come previsto in base alla necessità di rendicontazione del finanziamento ottenuto per l’80 per cento della spesa totale – un milione di euro – attraverso il fondo del Ministero della Cultura.
Tra i dettagli raccontati dall’architetto Gentilini, affascinante è quello sull’origine della sabbia impiegata ottocento anni fa per fare le malte antiche: «È stata usata sabbia del Fersina – ha spiegato – Si tratta dunque di materiale che viene dalla valle di Fiemme. Sì, si può dire che nelle mura di Trento ci sono le sabbie delle nostre montagne».
Un altro dettaglio riguarda invece quello che gli addetti dell’impresa Effeeffe di Fabrizio Filippini hanno trovato sulle mura: «Qui c’era un vero bosco verticale. Oltre ai muschi e ai licheni abbiamo trovato anche fichi ed edere».
I lavori hanno l’obiettivo di garantire la conservazione delle Mura, valorizzandole e favorendo la comprensione del loro valore storico e materiale. Per questo l’intervento ha previsto innanzitutto l’eliminazione dei fenomeni di degrado. L'orientamento progettuale è stato quello di preservare i segni del naturale invecchiamento dei materiali per mantenere, dove possibile, la leggibilità storica, considerata parte determinante del valore testimoniale.
Inoltre, si è cercato di valorizzare la memoria storica legata alla demolizione della porta Santa Croce, rendendo visibile la discontinuità delle mura come frammento della storia urbana.
Gli interventi hanno mantenuto i merli incompleti senza cercare una finitura totale, preservando così l’aspetto antico. È stata inoltre allontanata l’acqua meteorica dalla sommità, intervenendo su quello che era l’antico camminamento. Infine sono stati puliti e protetti i paramenti lapidei da patine biologiche e «croste nere» e sono state consolidate le malte antiche recuperabili. La cortina muraria di piazza Fiera è la parte di maggiore estensione che si è conservata della cinta medioevale della città: si sviluppa per 114 metri di lunghezza, ha una larghezza di 2,40 metri e si innalza sul lato sud per un’altezza che varia da 11,7 a 12,9 metri, con il piano stradale che sale da ovest verso est.
Il camminamento di ronda ha una larghezza media di 180 centimetri. La cinta è coronata da 33 merli, a coda di rondine, con uno spessore medio di 60-75 centimetri.
Gli storici datano la costruzione nel periodo immediatamente successivo al vescovado Vanga, dunque intorno al 1230. Il paramento murario è di pietre calcaree ammonitiche, generalmente squadrate, con diverse gradazioni cromatiche dal bianco al rosso.
Il nucleo interno è costituito da ciottoli di fiume e malta con sabbia del Fersina di granulometria variabile.