Nell’aereo abbattuto a Nord di Mosca c’era Evgenij Prigozhin

il capo della Wagner, l’«eroe» che aveva conquistato Bakhmut, chiude così la sua… amicizia con Putin

Beh, pare che non ci siano più dubbi: sull’aereo abbattuto dai russi 300 chilometri nei cieli a nord di Mosca c’era proprio Evgenij Prigozhin, l'ex amico di Putin e capo della Wagner.
Abbiamo atteso a dirlo, perché Wagner è tutto quello che è e tutto quello che sembra, cioè nulla. E non è detto che sia una balla anche questa.
Finisce così la vita di un uomo che, dopo aver condiviso la buona sorte con Putin, ad un certo punto decise di farla finita e di non combattere più per lui.
Non conosciamo le ragioni per cui Prigozhin aveva sceneggiato quel tentativo di colpo di stato finito come uno scherzo di cattivo gusto, ma era chiaro per tutti che Putin non lo avrebbe perdonato. Aveva annunciato che lo avrebbe schiacciato come un insetto.
Ci è difficile pensare che lui non avesse alzato la guardia, eppure è stato abbattuto in un aereo diretto a Mosca.
 
Aveva riparato in Bielorussia insieme ad alcuni dei suoi massimi collaboratori, con tanto di riserve finanziarie per vivere benissimo, ma non era riuscito a star fermo neanche un minuto.
L’ultimo volo lo ha fatto per tornare a Mosca da Johannesburg, dove era stato per l’incontro con i paesi che non sonno allineati con il mondo occidentale.
E qui c’è l’ultimo mistero. Di solito non comunica mai dove è diretto finché non sale a bordo di un aereo.
Quindi, o ha commesso un errore madornale che gli è costata la vita, oppure – come è accaduto altre volte – su quell’aereo c’era un suo sosia.
Mosca sostiene che sia morto proprio lui. Capitolo chiuso.
Anche se… ma mai dire mai.