Champagne, «boom» di vendite – Di Giuseppe Casagrande
Non conosce crisi il mercato del lusso. Numeri da record per il colosso francese Lvmh (Louis Vuitton Moët Hennessy) guidato da Bernard Arnault

Bernard Arnault, presidente e amministratore delegato di Lvmh.
Non conosce crisi il mercato del lusso: anche nel 2022, anno in cui la guerra in Ucraina, l’inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime hanno avuto e continuano ad avere pesanti impatti sull’economia internazionale, il gruppo francese Lvmh - Moët Hennessy Louis Vuitton, leader mondiale del luxury con oltre 75 brand dell’alta gamma - ha registrato performance da record. Secondo il bilancio appena pubblicato, ammontano a 79,2 miliardi di euro i ricavi complessivi dell’anno appena concluso (+23% sul 2021).
Bernard Arnault leader mondiale del lusso, Louis Vuitton, Moët, Hennessy.
Dom Pérignon, Ruinart, Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Krug
In particolare, il comparto Wines & Spirits, ovvero la divisione Moet Hennesy - che comprende alcuni dei brand più prestigiosi in Francia e nel mondo, da Clos Des Lambrays a Château d’Yquem, da Dom Pérignon a Ruinart, da Moët & Chandon a Veuve Clicquot, da Château Cheval Blanc a Krug, da Mercier a Chandon, da Cloudy Bay a Newton Vineyard, da Bodega Numanthia a Terrazas De Los Andes, da Ao Yun a Cheval Des Andes e Cape Mentelle, oltre all’ultimo arrivato Joseph Phelps Vineyards - ha registrato nel 2022 un fatturato di 7 miliardi di euro, con un aumento del 19% sul 2021 (+11% su base organica). I profitti si attestano a 2,1 miliardi (+16%).
Bene in Europa e Giappone anche il Cognac Hennessy e i vini fermi
Il colosso francese guidato da Bernard Arnault sottolinea il rialzo (+6%) dei volumi dello Champagne, trainati da una domanda sostenuta che ha portato ad una crescente pressione sulle forniture.
Lo slancio è stato particolarmente forte in Europa, Giappone e nei mercati emergenti, in particolare nei canali «high energy» e nella gastronomia.
Il Cognac Hennessy ha beneficiato di una strategia mirata alla creazione di valore, con una politica di aumento dei prezzi che ha compensato gli effetti della situazione sanitaria in Cina, mentre gli Stati Uniti hanno risentito a inizio anno di disservizi logistici.
I vini fermi, in particolare il rosé di Château d’Esclans, hanno ottenuto un’ottima performance.
Moët Hennessy ha rafforzato nel 2022 il suo portafoglio globale con l’acquisizione del vigneto Joseph Phelps, una delle proprietà vinicole più rinomate della Napa Valley, in California.
«Affrontiamo il 2023 con fiducia, ma rimanendo vigili a causa delle attuali incertezze, – ha commentato il presidente e ceo Lvmh, Bernard Arnault. – La nostra performance nel 2022 conferma l’eccezionale appeal delle nostre maison e la loro capacità di creare desiderio in un anno condizionato da sfide economiche, sociali e geopolitiche.»
In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande – [email protected]