150 Cime per ricordare i 150 anni del Corpo degli Alpini

A partire da lunedì 18 luglio i reparti della JULIA sono impegnati in molteplici attività addestrative sulle cime e valli dell’arco alpino

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150 Cime verranno ascese una per ogni anno dalla fondazione del Corpo degli Alpini avvenuta a Napoli il 15 ottobre del 1872.
Tante saranno le cime sulle quali saranno impegnati alpini, artiglieri da montagna, genieri, autieri e cavalieri appartenenti alle due Brigate «Julia», «Taurinense» e del Centro Addestramento Alpino di Aosta nel ricordare l’anniversario della fondazione.
Dal 18 luglio i reparti della JULIA saranno impegnati in molteplici attività addestrative sulle cime e valli dell’arco alpino, infatti ha inizio il tradizionale Modulo Movimento in Montagna Estivo (MMME) che riveste un ruolo centrale nella formazione del soldato di montagna ed è mirato a consolidare le capacità caratteristiche della specialità alpina, ovvero di vivere, muovere e combattere in quota in piena autonomia logistica.
 

 
Le Truppe Alpine dell’Esercito sono forze leggere specializzate nel combattimento in quota, costantemente addestrate a vivere, muovere e combattere in montagna, pronte ad operare in ogni contesto in Patria e all’estero, le uniche a possedere la capacità di condurre attività di warfighting in tutti gli ambienti, compreso quello montano e artico, contraddistinto da climi rigidi d’inverno e da vincoli posti dal terreno.
Alcune ascensioni hanno visto la partecipazione di guide alpine dell’Associazione Nazionale Alpini, che ha contribuito, tramite le proprie Sezioni a facilitare le attività e ad organizzare eventi collaterali come le esibizioni della Fanfara della Brigata alpina Julia con la bellissima performance fortemente voluta dal Comune di Merano e magistralmente condotta dal maestro Sergente Maggiore Mercorillo e dai Musicanti della «Julia».

 

Dai 4.049 metri del Monte Bernina al Gran Zebrù, dall’Adamello a Cima Ortles notevoli sono le difficoltà alpinistiche che gli alpini hanno affrontato in questo complesso e diversificato campo estivo.
La verticalità delle pareti, la forte esposizione, le mutevoli condizioni climatiche rendono complessa ed articolata la percorrenza di queste vie alpine, il raggiungere la cima uno sforzo collettivo, una fatica che tempra il fisico e le menti.
I ghiacciai dell'Adamello posti a oltre tremila metri di quota conservano ancora le tracce di una delle pagine più eroiche e disperate della Grande Guerra.
Qui le truppe di montagna italiane e austriache per quattro lunghi anni si affrontarono, in condizioni climatiche impossibili tra freddo, tormente, valanghe e sanguinosi assalti.
 

 
Gli alpini si contrapposero agli austriaci per la conquista di torrioni, vette, spuntoni di roccia, gli austriaci scavarono la formidabile «Galleria Azzurra».
Per la prima volta il corpo degli alpini si costituì in grandi unità organiche di sciatori che combatterono ad altezze mai raggiunte prima, li chiamavano i Diavoli dell’Adamello.
Di particolare interesse alpinistico il Diedro Vinazzer sul Sass della Luesa e la via Tissi sulla 1 Torre del Sella rimangono tra le ascensioni più impegnative condotte dagli alpini nell’area tra Morbegno e il Passo Sella mentre la via Molteni sul Pizzo Badile rimane il culmine delle attività nella zona della Val Gardena.