Intervista a Lorenzo Dellai, candidato a succedere a se stesso

I meccanismi perequativi del Federalismo Fiscale «Campionati del mondo di sci alpino nella Provincia virtuale di Ladinia? Ottima idea...» «Valdastico? Speriamo non risulti inevitabile» «I golf vanno affrontati come le piste da sci» Il piano per il recupero industriale di Rovereto

Presidente, alcuni colleghi la chiamano Lorenzo il Magnifico, altri Principe. Come preferisce essere chiamato?
«Beh, di sicuro non sono un Principe-vescovo, se questo può bastare.»
Chi ha detto che il Presidente non ha il senso dell'umorismo?

Abbiamo intervistato il presidente della Provincia autonoma di Trento alla presenza del suo capo ufficio stampa dott.Gianpaolo Pedrotti (nella foto qui sotto con Dellai) in tutta tranquillità, anche se lui non aveva molto tempo. Gli argomenti riguardavano sia problematiche della legislatura passata che di quella a venire. Ha risposto in maniera puntuale, con una conclusione abbastanza laconica. «Chiunque venga dopo di me, che sia adesso o tra cinque anni, non sarà facile passargli le consegne.»

Presidente, si parla di Terzo Statuto per la Provincia autonoma di Trento. Anzitutto, perché cambiarlo? Secondo, come cambiarlo?
Tutto si modifica a questo mondo e ci pare che anche uno statuto debba sempre riflettere la dinamica della vita. Ma a parte questa asserzione di prin-cipio, anche il titolo 5° della Costituzione Italiana presuppo-ne un adeguamento. Il come cambierà sarà un lavoro di dialettica istituzionale.
Immaginiamo quali siano le istanze di chi sta a Roma, ma conosciamo benissimo anche le nostre. I diritti e i doveri di entrambe le parti. Come ho detto più volte, noi abbiamo ricevuto l'Autonomia dai nostri padri e desideriamo fermamente passarla consolidata ai nostri figli.

Dovremo fare i conti con il federalismo fiscale?
Così come lo stanno pensando i nostri governanti, il federalismo fiscale presuppone che nei meccanismi perequativi il Trentino dovrebbe fare la sua parte come se fosse il Veneto o la Lombardia. Ma questo significherebbe non rispettare la nostra Autonomia che, come ho appena detto, difenderemo fino in fondo.

Lei sta pensando a un Trentino come un piccolo stato?
Beh, la moneta unica europea ci ha indirettamente affrancati ulteriormente da Roma.
Ma io sono del parere che in Europa i rapporti tra gli stati debbano essere molto più interattivi. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di tessere ottimi rapporti di vicinato con le regioni confinanti. Mi pare che Galan, al di là del sentimento di invidia che ha sempre palesato tra il serio e l'ironico, abbia per noi un atteggiamento di riguardo e di rispetto.

Parlando di questo, ricordo che lei aveva ipotizzato la «Provincia virtuale di Ladinia».
Sì, i Ladini sono distribuiti su tre province di due regioni diverse. Certamente dunque tra loro c'è un legame profondo che va ben al di là dei confini amministrativi. In questo senso c'è un territorio comune, anche se può essere solo virtuale.
Allora, che ne pensa di promuovere l'iniziativa di ospitare nella Provincia virtuale di Ladinia una delle prossime edizioni delle Olimpiadi Invernali?
Beh, sarebbe un'ottima idea… Non so se ci sono le strutture…
Cortina si era candidata per i Mondiali di sci nordico da sola…
Ma non ce l'ha fatta. Però… Sì, pensandoci, potrebbe essere un evento formidabile. Tutto il mondo imparerebbe a conoscere la cultura ladina e la cooperazione di tre province montane potrebbe presentare al mondo le Dolomiti come territorio in comune.

Restando nei rapporti interprovinciali, cosa facciamo della Valdastico?

La cosa va inquadrata in un progetto più ampio. Anzitutto vanno chiariti gli aspetti tecnici che riguardano il finanziamento del tunnel del Brennero. Un ritardo in tal senso potrebbe imporre una diversa valutazione di tutta la viabilità, compresa quindi la Valdastico. Certo è che il progetto originale sembra che sia stato fatto per ottenere la sua bocciatura, anziché l'approvazione.

Senta, ci stiamo giocando la vocazione industriale di Rovereto?
Può sembrare, ma in realtà stiamo proprio cercando di consolidarla.
E come?
Anzitutto il settore meccanico sta funzionando bene in Vallagarina e noi facciamo il possibile affinché questa vocazione venga consolidata. Ma il piano di Rovereto prevede un sacco di cose specifiche, destinate a modificare anche sensibilmente l'intero sistema di vita della Città della Quercia. Abbiamo acquistato gli otto ettari della Ex Manifattura…
Cristo, non mi dia le risposte prima che io le faccia le domande! So che ha fretta…
[Sorride] Perché, cosa voleva chiedermi?
Se si rende conto che un buon progetto sull'area della Ex Ati potrebbe modificare profondamente il tessuto urbano di Rovereto.
Certo che me ne rendo conto! L'abbiamo acquistato apposta.
Quando l'avevo chiesto a Trentino Sviluppo, mi hanno risposto che l'avevano acquisita in attesa di decidere cosa fare.
Abbiamo dato disposizione a Trentino Sviluppo di avviare gli studi affinché in tempi brevi venga approntato un progetto che riveda completamente il…, come l'ha chiamato, tessuto urbanistico? Ecco, stiamo pensando a una cittadella universitaria tecnica, con tanto di laboratori di ricerca, di imprese, di servizi alle imprese, ampi spazi verdi e una nuova viabilità funzionale che faccia recuperare quegli 80mila metri quadrati. Una specie di raccordo tra l'antico Borgo Sacco e la vita del centro cittadino. Se aggiunge che contemporaneamente verrà realizzata la circonvallazione stradale e che i treni viaggeranno a orari cadenzati…

Già che parliamo di progetti, come pensa di affrontare i campi da golf?
Ho notato che è un problema che le sta a cuore. Per caso gioca a golf?
Sì, ma mi domando se sia necessario giocare a golf per prendere decisioni in merito. Se si operasse solo su quello che si conosce…
I campi da golf sono delle infrastrutture che vanno progettate e realizzate con gli stessi principi applicati agli impianti di risalita per le piste da sci. Al momento mi pare che ci siano tre strutture che debbano essere completate nel più breve tempo possibile. La prima è quella dell'Alto Garda, perché è l'unica parte del Grande lago a esserne sprovvista. Non occorre giocare a golf per saperlo.
Mi fa piacere che la veda dal punto di vista turistico… Ha idea di dove dovrebbe essere costruito il campo del Basso Sarca?
Questo può essere deciso dai diretti interessati. A me non spiaceva quello delle Marocche. Il sindaco di Dro è in ottimi rapporti con me, ma ho l'impressione che il referendum negativo fatto meno di una decina di anni dalle sue parti abbia impaurito un po' tutti i Pubblici Amministratori.
Chi ha paura del lupo non vada nella foresta, diceva un antico proverbio russo…
Beh, immagino che condividerà anche la mia opinione, quando dico che l'importante è che il campo si faccia a breve tempo, e nel posto migliore.
Ha ragione. Per il campo di Levico e delle valli dell'Avisio, cosa faremo?
Ci sono due modi per finanziare queste iniziative. Trentino Sviluppo e il finanziamento per il tramite dei comuni.
Trentino Sviluppo andrebbe benissimo, dato che si tratta di fare investimenti che comunque devono rispondere economicamente all'ottica privatistica. Se le strutture fossero della Spa e venissero date in affitto alle associazioni sportive affinché le gestiscano, si separerebbero due tipi di economie diverse. E così i rischi.
La questione va vista sia sotto l'aspetto localistico che turistico. Mi pare che la tipologia del turista invernale sia molto simile a quella del golfista. Valutando le cose sotto entrambi gli aspetti, credo che si possa fare un ragionamento organico.

Parliamo di crisi finanziaria. Io ho elogiato sul nostro giornale la sua scelta di prevenire gli effetti della crisi finanziaria mondiale. Dei lettori hanno detto che in questo lei è stato illuminato. Si è comportato come uno Statista. Lei ha ragionato come se fosse presidente dello stato del Trentino?

(Nella storica foto qui di fianco, Lorenzo Dellai trentenne, quando divenne Sindaco di Trento.)

Ho agito come ci impone la nostra autonomia. Noi non potevamo stare a guardare, aspettando che gli stati Europei prendessero una decisione unica concordata. Noi con l'Autonomia ci siamo assunti precise re-sponsabilità. Chi siede alla presidenza della Provincia deve saperlo: lo scaricabarile finisce sulla sua scrivania. Abbiamo tutti gli strumenti per farlo e non ci sarebbero scusanti. Ho allertato i nostri dirigenti finanziari e ho chiesto loro che cosa sarebbe potuto succedere e come si sarebbe potuto evitare gli effetti. Poi abbiamo deciso, e credo anche in maniera incisiva.

Così sembra. Ma ho intervistato il preside della facoltà di economia…
Paolo Collini?
Sì. Ha confermato che ci saranno ripercussioni sull'economia reale.
Sappiamo anche questo. La mia idea è che una possibile crisi della struttura produttiva del Trentino potrebbe rafforzare le aziende sane e far uscire quelle marginali. Speriamo poche.
Anche questo l'ha detto il prof. Collini.
Ah sì? Meglio così, significa che stiamo lavorando sulla stessa lunghezza d'onda.
Dice che andranno preservati i posti di lavoro, anche quelli degli imprenditori che dovessero perdere l'azienda. Secondo il professore è il lavoro più importante della catena produttiva.
Sì, speriamo che il problema non si presenti, ma si sta cercando di lavorare anche per non trovarci impreparati di fronte a ripercussioni in tal senso.

Si è consultato con le opposizioni, prima di decidere sul da farsi? Li ha messi al corrente? I miei lettori si sarebbero sentiti gratificati da un presidente che si comportava come Bush.
Bush deve lasciare la casa Bianca, io sto cercando di riconfermarmi. Ma, comunque sia, la mia netta sensazione è che i miei concorrenti non si siano minimamente preoccupati. Se li convocavo potevano accusarmi di essere vanaglorioso, quando invece l'importante erano i risultati. Siamo riusciti a darli e in breve tempo.

Se si dovesse andare incontro a una recessione, qual è la percentuale delle spese correnti della Provincia?
Il 60 percento circa, che è un rapporto decisamente buono rispetto al resto del paese e non solo. Chi trovasse comunque esagerata questa voce, provi a pensare alla dimensione delle spese sanitarie (25%), della scuola, del wellfare. Chiaro che se vedessimo ridurre le entrate dovremmo ridurre gli investimenti, che per noi rappresentano la considerevole voce di quasi un miliardo e mezzo di euro.

Un'ultima domanda. Com'è cambiato il Trentino da quando lei è entrato in Piazza Dante ad oggi?
È certamente migliorato. Il Trentino oggi è sempre meno un'articolazione periferica dello stato Italiano e sempre più l'espressione istituzionale di un'identità territoriale dotata di particolari poteri. È così che io ho voluto far crescere il Trentino e mi piace pensare di esserci riuscito.

Guido de Mozzi