Cartoline di Bruno Lucchi: Giuliano Vangi al Mart, parte seconda

>
La mente umana, quale splendido universo.
Mi ritrovo a pensare e ripensare spesso in questi ultimi giorni alla mostra appena vista di Giuliano Vangi al Mart di Rovereto.
Guardo e riguardo le foto fatte, le emozioni che mi ha trasmesso.
 
Ho deciso. Vi regalo altri scatti. Come faccio a tenerli tutti per me, meritano di essere visti da più occhi possibili, anzi, più che visti guardati.
Uno scultore che riesce a toccare in profondo la coscienza umana e nel mio caso c'è riuscito perfettamente.
Vi lascio alcune parole che, a parer mio, fanno capire meglio l'importanza di uno scultore come Vangi che a 90 anni ha ancora molto da dire.
 
Giuliano Vangi è uno dei pochi artisti contemporanei a usare materiali antichi secondo concetti classici e senza tempo mescolando tuttavia i suoi stili, mezzi e soggetti in un'unica e prettamente personale modernità mitologica e metodologica.
Toscano di nascita e di formazione artistica, e perciò facente parte del Pantheon che ospita i grandi maestri della scultura italiana, è riuscito a dare forma ad un altro robusto anello di una catena che collega il passato e il presente.
Sam Hunter
 
Il tema di Vangi e l'uomo, solo e sofferente, lui l'uomo forte e pieno di certezze. In questo modo egli persegue uno scopo antieroico e anti monumentale. Egli e soprattutto concentrato nel rappresentare un individuo e non tipo. Per questo motivo l'uomo se ne sta sempre da solo, isolato dal resto del mondo.
Ibid
 
Ringrazio Giuliano Vangi per avermi dato un motivo in più, se fosse necessario, per essere pienamente soddisfatto della mia scelta di intraprendere la via della scultura.
I sogni, se ci credi veramente, si avverano.

Bruno Lucchi