Ai Carabinieri del Trentino è dato in dotazione il «Taser»

In due casi è bastato mostrarlo, ma in altri due è stato necessario utilizzarlo

Da poco meno di due mesi ai Carabinieri del Comando Provinciale di Trento, impiegati nei servizi di pronto intervento, è stata data in dotazione la pistola ad impulsi elettrici comunemente denominata Taser.
Il suo utilizzo si è già rivelato determinante durante alcuni interventi, nel corso dei quali è bastato semplicemente mostrarla o intimarne l’uso per indurre a più miti consigli energumeni niente affatto collaborativi, in altri casi se n’è purtroppo resa necessaria l’attivazione, al fine di contenere l’aggressività dei soggetti affrontati.
 
In ben quattro occasioni i militari hanno dovuto estrarre il taser, ma soltanto in due circostanze hanno irrogato l’impulso elettrico.
In entrambi i casi si è trattato di uomini in preda a vere e proprie crisi distruttive - in gergo medico pantoclastiche - non altrimenti contenibili se non con una sovraesposizione a seri rischi per la incolumità propria o di altre persone “a tiro” dei soggetti in escandescenza.
In due circostanze, all’impiego della pistola a impulsi elettrici è seguito l’arresto degli individui da contenere.
 
In caso di pericolo si sfodera il dispositivo e lo si mostra, dopodiché, qualora la mera esibizione non dovesse sortire effetti, si preme il grilletto e si aziona il raggio elettrico di avvertimento udibile per aiutare gli operatori a mitigare situazioni critiche.
Nei casi estremi l’arma è in grado di scagliare due dardi collegati a fili conduttori che trasmettono una scarica elettrica in grado di immobilizzare il soggetto attinto nel giro di pochi secondi, rendendolo inoffensivo.
Grazie al taser - arma non letale - è adesso possibile gestire in modo più efficace e sicuro le situazioni critiche e di elevato rischio.