Cantina LaVis/ 3. La protesta dei vignaioli della Val di Cembra
Un piccolo gruppo di contadini protesta a 24 ore dall'intervento della Provincia a favore della loro cantina sociale

Alcuni agricoltori della Val di
Cembra sono scesi oggi in piazza Dante per protestare contro la
Provincia autonoma di Trento per la situazione venutasi a creare
presso la cantina LaVis.
Francamente, non siamo riusciti a trovare alcun nesso logico per
cui quegli agricoltori dovessero protestare contro una Provincia
autonoma di Trento che aveva appena stanziato a favore della loro
cantina sociale qualcosa come oltre 11 milioni di euro.
Soldi immessi per garantire da una parte il saldo dei conferimenti
ai propri associati e per garantire dall'altra un risanamento della
società al riparo dagli sciacalli o, peggio ancora, da possibili
procedure concorsuali.
Inutile nascondere che sembrava che si stessero lamentando del
brodo grasso.
Per questo abbiamo parlato con alcuni di loro per verificare dove
stata quello che almeno in apparenza sembrava un paradosso.
In buona sostanza, alla base della protesta sta il fatto che hanno
ricavato molto meno dell'anno precedente.
Anche se in questa maniera si trovano comprensibilmente in
difficoltà a coprire i costi di produzione e a pagare le rate dei
mutui in essere, la Provincia c'entra poco o nulla.
Se la causa di tutto questo va addebitata alla crisi mondiale,
dall'altra bisogna dire che la cantina LaVis si è fatta cogliere
del tutto impreparata.
Meno immediato, ma non meno importante, anche il fatto che la Val
di Cembra non ha ancora individuato una fisionomia vinicola che
rispecchi la vocazione del proprio territorio.
Evidentemente, anche la politica di LaVis di puntare su Maso Franch
non è stata sufficiente per qualificare il prezioso vino
dell'Avisio collinare.
Abbiamo obiettato che un tempo i viticoli della Val di Cembra
conferivano la schiava a Caldaro e il Müller Thurgau a Novacella.
Alto Adige.
«Questo dimostra che le nostre uve sono le migliori.» - Ci viene
risposto.
Ma si tratta pur sempre di vendita di uva e non di produzione di
vino.
Nessuno dei presenti riesce a spiegarsi perché la cantina LaVis sia
andata ad acquistare terreni e tenute in Toscana, dato che adesso è
l'indebitamento fatto per quelle acquisizioni che ha aggravato la
crisi rispetto alle altre realtà.
«Lo ha deciso il Consiglio di Amministrazione - ci è stato
precisato - senza confrontarsi con la base.»
Ma le cariche sociali non le eleggono i soci?
In proposito dicono però che è praticamente impossibile procedere
alle elezioni della cariche sociali in maniera difforme da quanto
proposto dalla Cooperazione Trentina.
Comprendiamo anche questo, ma resta il fatto che la Provincia
autonoma di Trento in tutto questo non c'entra per nulla.
E se i politici che hanno trascinato gli agricoltori in piazza
sostengono che in Piazza Dante ci sia un disegno in tal senso,
dovrebbero assumersi l'onere della prova.
C'è stato un vivace battibecco tra l'assessore Panizza e gli
esponenti della Lega, che - va da sé - non ha portato da nessuna
parte.
Salvo il gettare benzina su un fuoco che sarà difficile spegnere
anche con l'accordo di tutti.