«Ripartire dal basso e costruire la comunità»

L’appello del vescovo di Trento Lauro Tisi pronunciato stamattina in Cattedrale

«Il nostro cammino sinodale sia dunque, anzitutto, un ripartire dal basso, dai piccoli cambiamenti quotidiani, per svelare agli uomini e alle donne del nostro tempo un’unica profezia: solo nella misura in cui saremo capaci di far vivere il creato e il fratello, costruiremo comunità, fermando la barbarie di un mondo abbruttito e lacerato.»
È questo l’appello finale dell’omelia dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi (nella foto) nella Messa in Cattedrale, con la quale ha dato inizio anche nella diocesi trentina al cammino sinodale aperto da Papa Francesco domenica scorsa a livello universale.

Don Lauro indica come riferimento la strada tracciata dal Papa nelle encicliche Laudato Si’ e Fratelli tutti, veri «programmi di vita comunitaria, perché universalmente accettati anche dal mondo laico e dai non credenti», – sottolinea l’Arcivescovo. – Una traccia che può aiutare a uscire dalla trappola della competitività che genera ansia e frustrazione, per abbracciare la via cooperativa.
«Serve però – aggiunge – un’intelligenza affettiva che ci faccia percepire parte di una comunità di destino, nel rispetto di ciascuna individualità, abbandonando strutture gerarchiche e rigide.»
 
Commentando il brano evangelico in cui Gesù invita i discepoli ad essere «servi» degli altri, senza cercare i primi posti, don Lauro ribadisce così.
«Servire non è solo prestarsi a una pur generosa assistenza, ma è anzitutto lasciar correre in noi la vita di Dio.
È uscire dalla solitudine adoperandosi con tutte le forze per permettere all’altro di starti di fronte come diverso da te. È pensare la vita come sinfonia di voci, evitando l’eco fastidiosa della propria voce.»
Tante voci, come quelle coinvolte nella celebrazione: a varie realtà ecclesiali – dalle Acli alla Comunità Laudato Si’, dal Consiglio pastorale diocesano ai giovani, dal mondo missionario a quello della comunicazione – è stato infatti chiesto di esprimere le loro attese e i loro impegni per una Chiesa sinodale.
Un gesto simbolico, alla fine della celebrazione, è stato scelto per rappresentare la consultazione delle otto zone pastorali nel percorso sinodale.