Un libro ci guida alla scoperta delle Regole di Faedo e Giovo
Presentato ieri a castel Königsberg-Monreale alla presenza del presidente Ugo Rossi
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Le antiche Regole che le comunità si davano per la gestione dei patrimoni comuni, boschi, prativi e quant'altro, sono uno dei lasciti più importanti del passato del Trentino e rappresentano uno dei pilastri sui cui poggia la moderna Autonomia speciale.
Un nuovo libro - presentato ieri nel duecentesco castel Königsberg/Monreale, nel comune di Faedo - ci aiuta ora a conoscere un pezzo di questa storia.
Scritto da Viviana Brugnara assieme al marito Stefano Fontana , con il contributo anche della loro piccola Aurora, «De li loro gazi e boschi» racconta la gestione - all'epoca congiunta - dei boschi e del legname da parte delle comunità di Giogo e Faedo, Patrocinato, oltre che dai due Comuni, anche dalla Provincia autonoma di Trento, il volume, frutto di un'attenta e paziente ricerca storica condotta soprattutto sugli archivi provinciali, ha anche uno scopo benefico: parte dei proventi della vendita verranno infatti destinati al reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Santa Chiara di Trento.
«La ragione è dolorosa e toccante ad un tempo: gli autori con quest'opera hanno voluto rendere omaggio a Giacomo, il loro bambino che hanno perso 10 anni fa durante la fase del parto.»
Alla presentazione è intervenuto il governatore del Trentino Ugo Rossi che ha sottolineato il grande valore delle Regole in quanto «scuola» di autogoverno e di espressione di attaccamento al territorio.
Folto il pubblico intervenuto ieri sera a castel Königsberg, scelto non a caso per la presentazione di un libro sugli usi civici del territorio, essendo stato in epoca medioevale il luogo dove si amministrava la giustizia. In passato questa parte del Trentino, che comprende gli attuali Comuni di Faedo e Giovo, era amministrata unitariamente.
Gli stessi autori dello studio rappresentano un eccellente compendio di questi antichi legami: Viviana è originaria di Giovo ma è anche vicesindaco di Faedo, Stefano è di Faedo ma svolge il suo lavoro di forestale a Giovo.
Il libro, frutto di una lunga ricerca storica, ha preso le mosse da una pergamena del 1585 conservata nella Biblioteca di Trento e pubblicata dei libri di Remo Stenico, «padre Remo», appassionato cultore di storia locale e archivista.
«Consultando questo e altri testi – hanno spiegato gli autori – abbiamo scoperto che la tutela del patrimonio boschivo da parte delle comunità locali era estremamente stringente.
«C'erano zone, i gazi, dove addirittura non si poteva raccogliere nulla.
«Siamo partiti da lì per esaminare le Carte di Regola di Giovo e Faedo, comprese le parti riguardanti le liti e i contenziosi che si generavano nella gestione dei beni comuni.
«Su questi documenti c'erano anche le indicazioni dei cippi di confine e di altre testimonianze giunte fino ai giorni nostri.»
Questa famiglia – ha detto Rossi, richiamando una delle ragioni che hanno determinato la nascita di questo libro, oltre al grande amore per il territorio – ha saputo rimanere famiglia pur attraverso un evento doloroso, conservando una visione positiva della vita.
«Oggi essa offre un importante contributo di conoscenza alla comunità; dobbiamo dirle grazie.
«Le Regole sono importanti perché non erano imposte da qualcun altro, erano strumenti che la comunità si dava autonomamente, e in questo vediamo manifestarsi il senso più profondo dell'Autonomia.
«Autonomia significa assumere su di sé la responsabilità di auto organizzarsi. E di farlo in maniera necessariamente solidale e condivisa.»