Storie di donne, letteratura di genere/ 528 – Di Luciana Grillo

Marianna Kalonda Okassaka (Marianna the influenza), «Nera con forme - storia di un corpo grasso» – Una narrazione per decostruire gli stereotipi interiorizzati

Titolo: Nera con forme. Storia di un corpo grasso
Autrice: Marianna Kalonda Okassaka
 
Prefazione: Susanna Owusu Twumwah
Editore: Le Plurali, 2023
 
Pagine: 164, Brossura
Prezzo di copertina: € 16
 
Nera con forme ci trasporta ai nostri giorni e ci introduce in un contesto razzista e grassofobico.
L’autrice, italiana di seconda generazione, ha scelto lo pseudonimo di «marianna the influenza» ed ha chiesto a Susanna Owusu Twumwah di scrivere la prefazione al suo saggio autobiografico.
Susanna scrive che «la grassofobia non è un fenomeno semplice… non rimane solo esternalizzato, ma ti si cuce dentro e diventa come quel vestito di una taglia più piccola che compri e le diete che fai in maniera ossessiva per entrarci».
 
Marianna propone all’inizio un interessante glossario che comprende le parole chiave, a volte solo in inglese, perché in italiano «non ci sono le parole per dirlo», da afrofobia a diet culture, da dismorfofobia a fat suit, da privilegio a stigma, e così via… e anticipa che racconterà «la storia di un corpo che subisce discriminazioni per il semplice fatto di essere venuto al mondo e di avere un determinato aspetto. Nel raccontarlo parlerò tanto di me, della mia nerezza e della mia grassezza».
E ci confessa di essersi accorta della sua grassezza quando ha cominciato a frequentare Instagram: «è grazie al social di foto per eccellenza che ho potuto avvicinarmi a profili di persone estere, che iniziavano a diffondere il concetto di body positivity».
 
Marianna vuole capire quando si sviluppa la grassofobia: sa bene che nel Rinascimento le persone sovrappeso erano ben viste – basta pensare al Botticelli – perché evidentemente non avevano problemi economici e accedevano facilmente al cibo.
Però l’abuso ad esempio di zucchero e dei suoi derivati, dopo la scoperta delle Americhe, provocò varie malattie, e allora medici e intellettuali si concentrarono sul binomio «grassezza-malattia», poi su «grassezza – nerezza – ingordigia – stupidità», da cui nacquero pregiudizi, razzismo e discriminazione.
 
L’autrice considera la magrezza elegante dei ricchi e la rotondità grossolana dei poveri, l’ipotesi dei bianchi sulla grassezza dei neri, «pigri, indolenti», le diverse possibilità offerte a persone magre e grasse: «Una persona grassa viene invitata ad andare in palestra per dimagrire, non per fare uno sport, scaricare lo stress, divertirsi. Una persona grassa viene spesso trattata con disgusto in questi ambienti, anche dalle lavoratrici e dai lavoratori. A una persona grassa viene detto che non può fare danza classica… i salti mortali… i tuffi…»
 
Il libro si chiude con una domanda: «Dalla grassofobia si guarisce?»
La risposta è molteplice, la conclusione interessante: «Come spesso accade nelle lotte per ottenere dei diritti per un gruppo, le singole persone non possono cambiare il sistema, per farlo serve la collaborazione di tante singole persone che facciano la loro part»>.

Luciana Grillo - [email protected]
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