Truffa di latte e formaggio «Montasio» – Di Alberto Pattini

I Carabinieri del Nas di Udine hanno individuato prodotti potenzialmente cancerogeni. Ma non c'è allarme in quanto il latte veniva miscelato per superare i controlli

Ha l'aspetto di una megatruffa delinquenziale ai danni dei consumatori e del mercato quella messa in atto dal marchio Cospalat, consorzio di allevatori del Friuli con latte contenente aflatossina, sostanza tossica e potenzialmente cancerogena prodotta da un fungo che si trova in ambienti con clima caldo e umido.
Tutto è derivato da fusti di mais utilizzati per l'alimentazione delle mucche da latte, mal conservati, che avevano sviluppato contaminazioni fungine con rilascio di aflatossine.
 
Il latte della Cospalat Fvg, dopo essere stato diluito con latte non contaminato, partiva dal Friuli e veniva distribuito in Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia.
L'inchiesta ipotizza le accuse di frode in commercio, adulterazione di alimenti e commercio di derrate nocive; i carabinieri hanno eseguito sette misure cautelari e 86 perquisizioni.
 
Gli indagati sono 26 di cui 17 allevatori del consorzio Cospalat.
La mente sarebbe il presidente del Consorzio, Renato Zampa, 52 anni, di Pagnacco (Udine), arrestato per associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio, al commercio di sostanze alimentari nocive e adulterazione di sostanze alimentari.
 
Analoghe accuse sono contestata anche alle altre 5 persone agli arresti domiciliari, tra le quali due socie di un laboratorio di analisi di Amaro (Udine).
Il latte veniva ritirato da imprenditori agricoli associati al Consorzio della provincia di Udine, per essere poi miscelato e trasportato ai caseifici di Selva del Montello (Treviso), Sacile (Pordenone) e Feletto Umberto (Udine), destinato alla produzione del formaggio Montasio dop.
 
Questo, nonostante si trattasse di latte proveniente anche da caseifici non certificati, violando il disciplinare che garantisce al consumatore le caratteristiche chimico-fisico e organolettiche del prodotto.
A dare avvio alle indagini, a maggio 2012, era stato un autotrasportatore il quale aveva spiegato al Nas di essere stato costretto a consegnare ai caseifici produttori di Montasio dop anche latte non proveniente dagli accertamenti certificati.
 
Le partite viaggiavano accompagnate da documenti di trasporto in cui si attestava falsamente l'idoneità del latte alla produzione di Dop locale.
Nel corso delle indagini, condotte con sistemi gps e intercettazioni ambientali e telefoniche, i Nas coordinati dal pm di Udine Marco Panzeri, hanno scoperto che da alcuni allevamenti Cospalat partiva anche latte contenente aflatossina, che assimilata in valori elevati rischia di produrre effetti cancerogeni.
 
Il latte, destinato ad altri caseifici per produrre formaggi non dop o latte Omega 3, veniva diluito con prodotto non contaminato per renderlo idoneo ai controlli analitici effettuati dagli acquirenti.
Secondo gli inquirenti, che hanno sequestrato 1.063 forme di formaggio potenzialmente nocivo, gli indagati avrebbero anche falsificato le analisi del prodotto.
 
Il consorzio frodava caseifici e distributori, ma a sua volta, in una filiera di violazioni, sarebbe stato vittima di furto da parte di due autotrasportatori.
Questi rubavano 2 o 3 quintali di latte nel corso di ogni viaggio verso Toscana e Umbria, per rivenderlo a un soggetto non identificato. Sottratto il latte, lo sostituivano con acqua.
 
Una importante azione a tutela della salute dei consumatori e del Made in Italy alimentare contro chi mette a rischio l’immagine in Italia e nel mondo di uno dei nostri formaggi più tipici come il Montasio.
E’ quanto afferma la Coldiretti che dimostra come la mancanza del rispetto delle regole nella vicenda delle quote latte ponga gravi rischi anche sul piano della sicurezza alimentare.
 
«Il formaggio Montasio – sottolinea la Coldiretti – è al sesto posto tra i formaggi di latte di vacca italiani, per produzione e vendite.»
Nel 2012 sono state prodotte 944.000 forme dal peso compreso tra i 6 e gli 8 chili, ma il dato più significativo è quello relativo all'export, che vede la classe doganale del Montasio (comprendente anche Asiago, Caciocavallo e Ragusano) segnare un +2,04% nell'UE e un +15,14% a livello globale.
 
«Nel mercato statunitense il solo Montasio ha triplicato le vendite e il fatturato (+200%) raggiungendo circa 500.000 euro per 70.000 chilogrammi di prodotto.
«Un successo che – conclude la Coldiretti - va difeso da comportamenti irresponsabili che mettono a rischio le opportunità economiche e occupazionali di quasi 1.400 allevatori.»
 
Alberto Pattini
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