Scattata l’operazione rientro degli italiani dalla Libia

Un ferry maltese sta rimpatriando i nostri concittadini– La Difesa è pronta a inviare 5.000 soldati

Il catamarano maltese Sam Gwann noleggiato dalla Farnesina per il trasferimento degli italiani in Sicilia.

Come già accadde nel 2011, una nave sta trasportando i cittadini italiani dalla Libia alla Sicilia.
Per chi volesse rivedere i caratteri dell'evacuazione del 2011, è sempre disponibile il nostro servizio pubblicato dopo che avevamo parlato telefonicamente con il comandante della nave San Giorgio, la più attrezzata per questo tipo di operazioni.
La Farnesina, che ha noleggiato il ferry Sam Gwann per trasferire un centinaio di connazionali, aveva pubblicato lo stato di pericolo della Libia come destinazione dei viaggi degli Italiani già agli inizi di febbraio, ma chi va in Libia non lo fa per motivi turistici. L’Italia è sempre stata impegnata economicamente con quel paese e lo sarà sempre. E’ nella natura delle cose.
Adesso che la realtà dello Stato Islamico si fa più pressante (anche perché lo stato civile è evanescente) è presumibile che ci si trovi di fronte a una nuova cruenta guerra civile.
 
Il problema peraltro va ben più in là del rimpatrio dei nostri concittadini e del nostro personale diplomatico e militare, anche in fase di rientro.
Il punti sono due. Il primo è che l’Italia non può fare a meno della Libia, il secondo è che la Libia si trova a circa 250 miglia dall’Italia.
Renzi ha dichiarato che l’Italia è pronta a fare la sua parte per arginare il problema, a patto che venga fatto nella logica di un’operazione ONU, e la ministro della Difesa Pinotti ha annunciato che sono pronti 5.000 soldati per ogni evenienza, a patto che il Parlamento sia d’accordo.
In tutti i casi, è possibile che l’Italia debba procedere a una difesa attiva anche a tempi relativamente ristretti.
Sappiamo che le Forze Armate sono sempre pronte per ogni evenienza. Speriamo che lo siano anche i nostri politici, che al momento hanno dimostrato uno scarso senso civico per motivi molto meno importanti di quelli legati alla sicurezza nazionale.