La nostra amata Rovereto/ 23 – Di Paolo Farinati

La Cooperativa ITER di Rovereto, un’isola di instancabile umanità. Intervista al direttore Paolo Mazzurana

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Percorro Viale Dante, passo le scuole elementari Regina Elena e arrivo al Ponte degli Alpini, sul torrente Leno.
Qui scendo sulla riva destra dello stesso e dopo circa duecento metri giungo a una palazzina opportunamente ben ristrutturata.
Un tempo ospitava la sede della storica Azienda Elettrica comunale, da qualche decennio accoglie un’isola di instancabile umanità e solidarietà: la Cooperativa sociale ITER.
Varco il cancello e subito mi giunge incontro affabilmente il bravo Direttore Paolo Mazzurana.
 

 
Caro direttore Mazzurana, buongiorno. Ci vuole in breve raccontare la ormai lunga storia della Cooperativa ITER di Rovereto? Chi furono i generosi e lungimiranti fondatori? Oggi chi ne sono i protagonisti?
«Il lavoro come strumento di crescita e integrazione sociale. È a questo che pensavano i fondatori quando, il 25 settembre 1981, raccogliendo un'esigenza emersa dal territorio, costituirono ITER - Centro cooperativo di Lavoro.
«Il promotore, Pierluigi Laezza, all'epoca Assessore comunale all'Urbanistica, fu da subito sostenuto nel suo progetto dall'allora sindaco Pietro Monti. Con ITER si voleva garantire ai ragazzi con disabilità, che uscivano dalla scuola dell'obbligo, un futuro anche lavorativo. Soci del primo nucleo furono i familiari dei giovani e naturalmente i fondatori, tra cui vennero individuati il Presidente, Sisto Campostrini, e la Direttrice, Rosa Masera in Laezza.
«Nella prima sede, uno spazio angusto presso la chiesa della Sacra Famiglia, entrarono sette ragazzi e i loro familiari, che investirono parecchio tempo nel progetto, operando come volontari. Qualche tempo dopo ITER si trasferì in via Calcinari e dal 2000 qui in via Lungo Leno Destro. Cambi di sede necessari anche per accogliere nuovi giovani che nei primi anni 2000 erano arrivati a ben venticinque, assistiti da nove dipendenti e almeno quindici volontari, costantemente presenti. Quella in Lungo Leno Destro venne giudicata la sede ideale, tanto che fu ampliata per l'arrivo di altri utenti.
«Il 2010 è un anno di passaggio importante per la cooperativa: la storica direttrice, dopo aver diretto con passione e impegno la realtà fin dalla sua costituzione, passa il testimone a me, Paolo Mazzurana, da anni dipendente di ITER, con una conoscenza approfondita della realtà e delle sue dinamiche.
«L'anno dopo cambia anche il Presidente Campostrini, che lascia dopo 31 anni. Dal 2015 è Presidente di ITER Fabio Marega.
«Al lavoro conto terzi nel 2014 si aggiunge un'importante novità: nasce la bottega Nepiùnemeno, in pieno centro città, a Rovereto. Le produzioni artigianali lasciano i laboratori per trasferirsi in un luogo che è più di uno spazio espositivo, è un posto dove toccare con mano quello che i ragazzi riescono a creare.
«Oggi ITER accoglie quotidianamente 45 utenti, di diversa età e può contare su 25 volontari, che regolarmente frequentano i laboratori, nei quali operano 14 dipendenti educatori con differente percorso scolastico (scienza della formazione, educatore, tecnico dei servizi sociali, OSS, istruttore ISEF), per garantire pluralità di saperi e favorire scambi di conoscenze e una crescita culturale per tutti, utenti inclusi. A completare l'organico, oltre al Direttore, ci sono un'impiegata in amministrazione e una psicologa come consulente esterna.
«Nonostante i numerosi cambiamenti, legati all'aumento degli utenti, al mutare delle esigenze, ai nuovi scenari sociali, chi l'ha diretta, negli anni, è sempre riuscito a salvaguardare i principi che ne costituiscono, sin dal 1981, la sua mission.»
 

 
Gli ospiti della Cooperativa, quanti sono, che età hanno, cosa fanno, come vivono la Cooperativa?
«I ragazzi e le ragazze di ITER per noi sono i padroni del tempo, perché diventano uomini e donne senza mai invecchiare. Le rughe si sommano sul loro viso, i capelli perdono lucentezza e i movimenti diventano meno sciolti, eppure il loro sguardo rimane limpido come quello di un bambino.
«Sono persone che regalano molto affetto e molti sorrisi e sono pazienti gentili e disponibili, ognuno nella loro unicità si racconta con le sue parole, sempre preziose, scandite lentamente come solo i padroni del tempo possono fare.
«Nella Cooperativa ITER ci sono 45 utenti e hanno una età che varia dai 18 ai 64 anni e vivono la cooperativa come luogo di impegno lavorativo e di condivisione, sentendosi fieri e parte attiva della comunità.»
 

 
Ci presenti pure i vostri preziosi bravi collaboratori.
«Vi presento i nostri collaboratori, che con professionalità, amore e umanità contribuiscono tutti i giorni al benessere delle persone che abitano e vivono ITER.
«Come già detto il Direttore sono io, Paolo Mazzurana, la psicologa Cristiana Toniatti, la segreteria avanzata Monica Peterlini e gli educatori Anna Rosa Giuliani, Paola Giori, Roberto Miorandi, Michele Stedile, Marcello Vicentini, Daniele Runggatscher, Andrea Trentini, Laura Pizzocri, Elena Cristoforetti, Andrea Veroni Degan, Carè Rizzonelli Marco.
Tutte persone dedicate e felici per quello che fanno.»
 

 
Rovereto ha sempre dimostrato concreta attenzione verso i più deboli. Il lavoro è sinonimo di dignità per ogni persona. Ce lo può confermare sulla base della Vostra significativa esperienza?
«La Cooperativa ITER ha potuto contare fin dal 1981 sulla concreta attenzione che i cittadini di Rovereto hanno saputo dare giorno per giorno nei confronti dei progetti a favore degli utenti.
«L’humus culturale presente a Rovereto ha favorito il sostrato di fattori sociali, spirituali, culturali che hanno promosso, favorito il sorgere di nuove progettazioni volte all’inserimento e alla formazione al lavoro e quindi dando delle opportunità e dignità per gli utenti della cooperativa Iter e non solo.»
 

 
Vi è collaborazione con le varie Cooperative sociali presenti sul nostro territorio?
«La collaborazione tra Cooperative sociali è presente e molto attiva sul territorio. Collaborazioni che hanno portato alla creazione di nuovi servizi, basti pensare al progetto Io Domani nato dalla collaborazione tra la cooperativa sociale Iter e la cooperativa sociale Il Ponte, che offre l’opportunità di far vivere agli utenti l’esperienza di abitare con i propri compagni all’interno di appartamenti gestiti dalle cooperative e di dare non solo un futuro ma anche un presente al massimo livello di autonomia alle persone con diversi tipi e gradi di disabilità.
«Le Cooperative ITER e Il Ponte hanno allestito in via Benacense un alloggio destinato ad ospitare vari gruppi di disabili, persone, scelte tra coloro che già lavorano assieme ed hanno quindi familiarità, che vivranno in un alloggio con una presenza sempre meno assidua di operatori specializzati.
«Condivideranno la quotidianità del vivere, sia in casa che nelle dinamiche del rione, sperimentando e accrescendo la propria autonomia. L’obiettivo è formarli, nel tempo che sarà necessario, per una vita ancora più autonoma: una convivenza in un normale appartamento, con l’appoggio solo quando strettamente necessario di strutture e operatori.
«Dare loro un domani autonomo, con un gesto di coraggio ma anche di fiducia, perché nulla delle capacità di queste persone vada sprecato ma anzi, si incanali nella costruzione di una vita di cui si possano sentire protagonisti.
«È solo una delle tante risposte che le cooperative sociali danno a Rovereto ai problemi legati alla disabilità, ma è nuova e guarda avanti: le parole chiave sono identità, inclusione, positività.»
 

 
Il vostro prezioso e necessario rapporto con le famiglie. Come si svolge? Quali momenti di confronto vi sono?
«La collaborazione con le famiglie è determinante per poter accompagnare gli utenti verso un percorso di crescita e autonomia. Ci sono diversi momenti di confronto con le famiglie che si attuano durante l’anno, i più importanti sono quelli che si svolgono all’interno della cooperativa con la presenza della psicologa, l’educatore e l’assistente sociale per programmare i percorsi progettuali e creare rapporti situazioni favorevoli e piacevoli nell’inclusione sociale della persona.
«Inoltre la Cooperativa organizza eventi/feste e occasioni di formazione per poter costruire ponti relazionali fra le famiglie e la cooperativa determinanti per far sì che il percorso di iter venga condiviso e vissuto a pieno dalle famiglie.»
 

 
L'entrare al mattino qui in Cooperativa in Lungo Leno vi emoziona? Cosa vi gratifica di più in questa vostra attività?
«Ogni giorno, da quarant’anni, il momento più emozionante è aprire la porta di ingresso della Cooperativa. Simbolicamente per noi rappresenta l’accoglienza l’abbraccio l’inclusione, tutto in funzione della messa a disposizione dei servizi della Cooperativa ai nostri ragazzi.
Ogni giorno rappresenta un’occasione di confronto di crescita personale con le persone che vivono Iter, veder crescere i ragazzi nelle loro capacità ci gratifica e ci motiva per far sempre meglio.»
 

 
I rapporti con le varie Amministrazioni pubbliche, provinciale e comunale, come si concretizzano?
«I rapporti con le Amministrazioni locali e provinciali è inteso e si appoggia sulla reciproca stima. Da anni la Cooperativa ha potuto contare su persone lungimiranti che in ambito politico istituzionale hanno saputo riconoscere il valore e l’importanza della nostra cooperativa e dei servizi che eroga.
«Fin dalla fondazione della Cooperativa ITER le Amministrazioni pubbliche si sono affiancate nel progetto credendo fortemente nell’obiettivo che la cooperativa si è posta, cioè mettere al centro la persona e dargli quelle opportunità determinanti per dare valore e creare cultura per la nostra società.
«Grazie alla pubblica amministrazione e alla cultura del nostro territorio, ITER, ha potuto realizzare molti servizi che per osmosi hanno ridistribuito sensibilità e valore al nostro territorio.»
 

 
È noto che pure molti soggetti privati vi sono vicini. La solidarietà, pertanto, possiamo dire che esiste ed è concreta nella nostra comunità?
«Molti sono i soggetti privati che quotidianamente sostengono ITER, attraverso piccole e grandi donazioni, la solidarietà è presente e viva nella nostra comunità. Non è solo una questione economica, tante tante persone sostengono la cooperativa raccontandone il valore, e di conseguenza trasformando sostegno in opportunità.
«Tantissimi sono i soggetti privati che sostengono Iter, dal cittadino che compera un oggetto artigianale, realizzato dai ragazzi nei laboratori di Iter, presso il negozio Nepiùnemeno di Via Garibaldi a Rovereto, ai Soci dei Lions Club che fin dalla fondazione di ITER sostengono i progetti e i percorsi innovativi, determinanti per la loro sostenibilità e fattibilità a diversi amici sostenitori che quotidianamente con piccoli gesti di cortesia e sensibilità accolgono e sostengono i nostri ragazzi.»
 

 
Infine, caro direttore, le chiedo un messaggio di fiducia e di speranza da far arrivare ai Vostri ospiti e a tutti i nostri concittadini.
«Le Cooperative sociali sono in grado di coniugare alcuni principi che, in passato, erano considerati inconciliabili. Tra questi l’etica sociale, intesa come scopo, e quella imprenditoriale, recepita invece come metodo, ci consentono di realizzare delle opere di ingegneria sociale di alto valore morale ed economico.
«Il nostro obiettivo è quello di continuare a coltivare le giuste relazioni all’interno della comunità, col fine di mantenere e sensibilizzare i soggetti presenti sul territorio, amalgamando il concetto del lavoro ai bisogni della persona. Mi concedo una citazione: Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi - di Antoine de Saint-Exupery.»

Paolo Farinati – [email protected]