«La Guerra d’Italia a 3.000 metri sull’Adamello»
Il 26 luglio alle 11 a Temù, in occasione del cinquantesimo anniversario del Museo della Guerra Bianca, si terrà la presentazione
Si terrà il 26 luglio a Temù la presentazione della pellicola del 1916, ricostruita e restaurata, dal titolo «La Guerra d’Italia a 3000 metri sull’Adamello» di Luca Comerio. Si tratta di un progetto finanziato dal Ministero della cultura attraverso il Comitato tecnico-scientifico speciale per la tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale e realizzato dall’Università di Udine in collaborazione con Cineteca del Friuli, Archivio storico Luce, Cineteca Milano, Museo della Guerra Bianca in Adamello e l'Umst Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento.
L'iniziativa ad ingresso libero, che coincide con il cinquantesimo anniversario del Museo della Guerra Bianca in Adamello, si terrà a partire dalle 11 presso il Cinema Alpi di Temù e vedrà, dopo i saluti istituzionali, una breve presentazione del lavoro di restauro e l'accompagnamento musicale dei cori Vallecamonica e La Pineta diretti dal maestro Francesco Gheza, nonché letture di testimonianze dell'epoca.
Realizzata dal regista milanese Luca Comerio al seguito delle truppe alpine, «La Guerra d’Italia a 3000 metri sull’Adamello» è un film dal vero, che testimonia gli eventi della primavera del 1916.
Tra le varie immagini, si possono vedere la vita degli alpini accompagnati dai fedeli muli tra le nevi dei ghiacciai adamellini, l’eccezionale trasporto di un cannone di grosso calibro, la preparazione alle azioni belliche.
Il progetto ha raggiunto l’obiettivo di produrre una ricostruzione parziale e un restauro conservativo digitale dell’edizione del 1916. Allo stato attuale, la ricostruzione riporta la totalità degli intertitoli (90) dell’edizione del 1916 e presenta un metraggio di 1536 metri, pari a circa il 70% del metraggio originario del film (2237 metri, come da visto di censura del 30 maggio 1916), per una durata pari a 84’ a 16 ftg/s.
L’edizione digitale restaurata si propone così al pubblico in una estensione, nonché in una qualità complessiva mai raggiunta in precedenza. E questo nonostante la quasi totale mancanza di materiale di prima generazione (del 1916), i precari indizi sul montaggio d’origine e la necessità di doversi confrontare con materiali spesso rimontati, in condizioni frammentarie e di bassa qualità.
L’opera è stato dunque oggetto di un complesso lavoro di ricostruzione filologica e restauro dei materiali collazionati presso più archivi europei da parte di un gruppo di ricerca del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Ateneo friulano, sotto la direzione scientifica del prof. Simone Venturini.
Hanno collaborato Archivio storico Luce (Patrizia Cacciani, Fabrizio Micarelli), Cineteca del Friuli (Livio Jacob, Elena Beltrami, Andrea Tessitore), Cineteca Milano (Roberto Della Torre, Matteo Pavesi). Oltre a Venturini, l’equipe dell’Università di Udine è composta dal direttore tecnico Gianandrea Sasso, da Serena Bellotti e dalla restauratrice Daniela Pera, dell’UMSt soprintendenza per i beni e le attività culturali di Trento.
Importante è stato il contributo di studiosi del cinema della grande guerra, tra cui Alessandro Faccioli e Luca Mazzei, ed esperti del periodo storico, quali Walter Belotti, John Ceruti, Nicola Romano e Marco Ghizzoni del Museo della Guerra Bianca in Adamello e Marco Balbi della Società storica per la Guerra Bianca di Buccinasco.