Profughi di ieri e di oggi – Di Maurizio Panizza

Le guerre non cambiano, l’accoglienza sì – Una testimonianza storica documentale

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Nel 1915, con la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria, l’esodo e l’accoglienza dei profughi trentini fu molto difficile.
Oggi, perlomeno, a chi fugge dall’Ucraina viene data loro una degna ospitalità, anche se è da dire che nel recente passato non è stato affatto così per i profughi provenienti da altri conflitti.
Nel 1915, purtroppo, quando i nostri nonni furono sfollati in Boemia, Moravia e Austria Superiore (per quella che si diceva sarebbe stata una guerra breve), molto spesso trovarono alloggio in case di contadini forse più poveri di loro e - quanto meno all’inizio - poco disponibili all’accoglienza.
 
L’on. Giovanni Battista Panizza, già deputato a Vienna e in quegli anni deputato alla Dieta di Innsbruck, fu uno dei promotori, assieme a Alcide Degasperi, del «Comitato Centrale per i profughi del Sud».
A lui fu assegnato la giurisdizione della Moravia e l’assistenza ai profughi lì fatti sfollare.
Le sue visite ai villaggi e alle famiglie trentine furono innumerevoli nel corso della guerra.
Riporto, qui di seguito, solo alcuni stralci di una delle sue tante relazioni. Questa è della seconda metà dell’ottobre 1915.

 Le visite  
(…) Due famiglie ospitate a Drbalovice hanno tre poveri vecchi sopra i 70 anni che non hanno dove riposarsi di giorno perché privi di letto oltre che di sedie. La mattina devono mettere in un cantone la poca paglia che è loro servita da letto per la notte. La cucina è troppo piccola e deve servire per tutto e per tutti.
Malissimo si trovano poi a Klemov le famiglie Modena e Salvetti di Marco, le famiglie Simoncelli (17 membri) a Lhota Rapotina e le tre famiglie che si trovano a Lubiè tutte in un sol locale, con una cucina senza luce se non si tiene aperto l’uscio con un focolare economico tutto rotto.
È da meravigliarsi che costoro siano ancora vivi: in simili locali non si dovrebbero collocare neppure le bestie più immonde! (…)
Angelini Silvestro e moglie sono senza scarpe di sorta, così pure la famiglia di Amistadi Giacomo e quella di Pellegrini Angelo, senza scarpe e senza vestiario. (…)
Faccio notare, comunque, che il Capitanato è impegnatissimo a risolvere tali difficoltà, la Gendarmeria si presta pure validamente, ma certi Capi Comune sono indolenti, avari e forse anche malevoli. (…)
 
CONSIDERATO 
- Il continuo enorme rincaro dei viveri;
- Considerato che tutti gli evacuati sono donne, fanciulli, vecchi, inabili alle armi e quindi bisognosi di conveniente sostentamento;
- Considerato che Corone 2,70 al giorno per tre persone non possono essere sufficienti
 
PROPONGO 
che il lodevole Comitato voglia invitare l’eccelso I.R. Ministero a voler aumentare il sussidio fino a Cor. 1,20 per persona. Inoltre propongo che diverse operaie della I.R. Fabbrica Tabacchi di Sacco, attualmente residenti nel distretto politico di Boskovice, a loro richiesta siano assunte presso qualche fabbrica tabacchi della Monarchia e che in quel caso sia permesso ai familiari di seguirle.
On. Giovanni Battista Panizza.