L’Egitto, dove il passato è presente – Di Nadia Clementi
Ultima parte: in navigazione sul Nilo dai Colossi di Memnone ai tesori di Assuan
(Link alla puntata precedente)
Sulle sponde occidentali di Luxor si trova il Tempio funerario di Ramses III: Medinet Habu, uno dei monumenti religiosi più importanti della città.
Il suo ingresso ha un'ampiezza di 63 metri e un'altezza di 22 metri e raffigura il faraone mentre punisce dei prigionieri.
Nel corso dei secoli, gli antichi egizi, così come i moderni agricoltori locali, hanno considerato il tempio di Medinet Habu con poteri magici poiché proteggeva il popolo tebano durante la dinastia della fine del XX secolo durante le invasioni libiche. Era il sito di numerosi festival annuali in associazione con Amon, nella sua forma di Dio della fertilità e Creatore.
«Tutti i templi sono a pagamento e i costi variano a seconda dell’importanza del sito, vanno da un minimo di 10 euro per arrivare anche a 100 euro come ad esempio per la visita alla tomba di Nefertiti. Nonostante la maggior parte di essi sia ben conservata non è però accessibile a persone disabili.»
I Colossi di Memnone.
Colossi di Memnone
Uscendo dalla Valle, è possibile ammirare i resti di due enormi statue alte circa 18 metri e senza volto ovvero i Colossi di Memnone che sono quello che resta di uno dei più grandi templi egizi: il complesso funerario eretto da Amenhotep III a Tebe.
Ricavati ciascuno da un unico blocco di marmo, i colossi erano già famosi nell’antichità, quando, a causa del loro progressivo degrado da una di esse si propagò un rumore.
Questo misterioso suono portò i greci a credere che le statue rappresentassero il divino Memnone, il quale ogni mattina salutava la madre Eos, dea dell’aurora.
La funzione originale di queste grandi statue era quella di fare la guardia all’entrata del Tempio di Amenhotep III, un immenso centro di culto costruito quando il faraone era ancora in vita che, all’epoca era il più grande di tutto l’Egitto.
«A causa dei saccheggi, di un terremoto e soprattutto dell’erosione dovuta alle annuali inondazioni del Nilo oggi del tempio rimane ben poco.»
Il tempio Denderah.
A 60 km a nord di Luxor, fa bella mostra di sé il tempio greco-romano di Denderah, posteriore all'epoca faraonica, consacrato alla dea Hathor, costituisce una suggestiva testimonianza dell'antico Egitto.
È uno dei pochissimi templi che ci sono giunti quasi totalmente intatti: il solo di cui si siano mantenuti il tetto formato da grandi lastre monolitiche, gli ambienti semioscuri, i passaggi sotterranei e le grandi colonne coronate da capitelli hathorici.
Sin dall'epoca predi nastica, Dendera fu il centro del culto di Hathor e si riteneva che qui la dea avesse dato alla luce il figlio di Horo. Il tempio di Hathor è rimasto sepolto sotto la sabbia fino al XIX secolo.
Hathor era la dea del piacere e dell'amore, nutrice e poi amante di Horo. Ogni anno veniva trasportata in barca a Edfu per essere riunita a lui.
«Passeggiare tra le maestose colonne del tempio per coglierne tutta la sua magnificenza, è una sensazione unica e indescrivibile.»
Interno del Tempio di Abydos.
A nord di Luxor troviamo Abydos la città più sacra ai tempi dei faraoni e Centro del culto di Osiride, dio dei morti, Abido.
Luogo di pellegrinaggio degli antichi egizi, i quali credevano che l'ingresso nell'Aldilà si trovasse nelle colline desertiche a ovest di questo sito.
Il Tempio funerario venne eretto come memoriale del re Seti I e per venerare gli antichi sovrani.
La lunga lista di re delle principali dinastie scolpita su un muro è conosciuta come Tavola di Abido. Il tempio comprende anche sette cappelle, grandi stanze e tantissime decorazioni.
L'adiacente tempio funerario di Ramesse II, da lui eretto, è molto più piccolo e semplice, e il suo esterno è decorato con incantevoli scene della battaglia di Kadesh.
«Oggi tutto ciò che resta da vedere è l'imponente cenotafio di Seti I, della XIX dinastia, costruito tra il 1294 e il 1279 a.C, è uno dei templi meglio conservati di tutto l'Egitto.»
Tempio Edfu.
Proseguendo sulla riva occidentale del Nilo, tra metà strada tra Luxor e Assuan, sorge il tempio di Edfu, interamente costruito nello stile dei Tolomei, è uno dei più belli dell'antico Egitto, dedicato a Horus, il falco protettore del faraone.
Lo stato di conservazione del tempio è buono, grazie alle sabbie del deserto che lo hanno celato sino a quando nel 1860 Auguste Mariette diede inizio alla campagna di scavi.
La parte più antica del tempio risale al 237 a.C., la più recente alla dinastia dei Tolomei. Il pilone d'ingresso presenta dei rilievi del faraone, del dio Horus e della dea Hathor, il cortile è delimitato da un colonnato da una statua del dio Horus che si trova davanti alla Sala ipostila.
Infine si trovano la Sala delle Offerte e il Santuario. In questo tempio è rappresentata la mitica battaglia tra il dio Horus e i suoi nemici, nelle vesti di coccodrilli e ippopotami.
Ogni anno gli antichi egizi solevano celebrare, in questo tempio, l'incontro tra il dio Horus e la dea Hathor sua sposa, trasportata al tempio di Edfu da quello di Denderah.
«Le pareti del tempio hanno ricche iscrizioni che forniscono importanti informazioni sull’epoca in cui è stato costruito, fornendo dettagli non solo sul tempio, ma sulla mitologia, la religione e il modo di vivere nell’antico Egitto. A sorprendere sono i muri di mattoni di fango che i Romani costruirono per proteggere il tempio e che rimangono, praticamente ancora intatti.»
Tempio di Kom Ombo.
Sulla riva occidentale del Nilo, a quaranta chilometri da Assuan, tra il granoturco e le canne da zucchero sorge l’antica cittadina di Kôm Ombo.
L'attracco con la barca è a pochi metri dal tempio di Kom Ombo dedicato a ben due divinità: Sobek, il dio coccodrillo, e Haroeris, il dio Horo il vecchio, rappresentazione solare del dio Falco.
Fu costruito nel periodo romano, tra il 332 a.C. il 395 d.C., ma subì molti danni a causa di terremoti ed erosioni da parte delle acque del fiume, se questo non bastasse molte pietre furono portate via per fare altre costruzioni.
Tra le cose da vedere nel tempio di Kom Ombo ci sono i bassorilievi che rappresentano i mesi, ovvero il calendario usato dagli egizi, e quelli degli strumenti chirurgici.
«All'epoca erano molto avanti nella medicina per cui sembra di vedere strumenti usati anche oggi.
Al termine della visita si scende al museo dove si vedono tanti coccodrilli imbalsamati, l'unico modo per vederli perché in questo tratto del Nilo si sono estinti a causa della caccia intensiva.»
Giardino botanico.
Assuan – Aswan
Dopo la visita al tempio la crociera sul Nilo prosegue fino ad arrivare all’ultima tappa: Assuan, in arabo Aswan, città situata sulla cataratta più a nord del Nilo, famosa per le cave di granito impiegato per la maggior parte dei complessi monumentali egiziani e per l’omonima diga.
Proprio accanto ad Assuan, nel fiume Nilo, c’è l’isola di Kitchener, casa del Giardino Botanico.
È un'isola assolutamente rigogliosa in mezzo al deserto, ricca di vegetazione tropicale (palme, sicomori) ed offre un bellissimo scorcio sulla sponda occidentale desertica del Nilo con le dune di sabbia che si specchiano nell'acqua.
Un tipico prodotto che si può acquistare ad Assuan e all'orto botanico è il profumatissimo legno di sandalo.
Case isola Elefantina.
Proseguendo la navigazione si giunge a Phile: l’isola Elefantina, che sebbene sfregiata e rovinata dalla costruzione di grandi hotel, è un luogo delizioso per passeggiare e per immergersi nelle strade tranquille e polverose dei villaggi tradizionali di Koti e Siou con le case dipinte da colori vivaci.
Il popolo nubiano è molto ospitale e invita i turisti nelle loro case allegre e colorate. Sono soliti offrire una tazza di tè in stanze con pavimenti di sabbia e in compagnia di bizzarri coccodrilli vivi, tenuti in vasche come fossero delle suppellettili di arredamento.
«L’ambiente è molto folkloristico, ma è bene prestare attenzione alla somministrazione del tè in tazze non igienizzate.»
Tempi di Philae.
Costruiti durante la dinastia tolemaica, i Templi di Philae sorgevano sull'omonima isola ed erano dedicati alla divinità Iside. Hanno subito una storia travagliata poiché vennero smontati e trasferiti sulla vicina isola di Agilkia dopo che il sito fu in parte inondato dalla costruzione della diga di Aswan.
Nel 1979 divennero patrimonio dell’UNESCO.
Assuan dal Nilo.
ASSUAN è la cittadina abitata da gente nubiana affollata di venditori di spezie, aromi, e prodotti dell'artigianato locale i cui profumi e colori danno il presentimento dell'Africa più profonda che si estende oltre la frontiera ormai vicina.
Poco distante, a Comombo ci si avvicina al grande lago Nasser, creato artificialmente dalla diga in terra di Assuan, grandissima opera di ingegneria italiana.
La diga ha provocato la sommersione completa di molti monumenti tra cui il complesso templare rupestre di Abu-Simbel, completamente smontato e ricostruito qualche centinaio di metri più a nord.
Abu-simbel.
Abu- Simbel: situato nell’Egitto meridionale, a circa 280 km da Assuan, è un complesso archeologico composto da due enormi templi in roccia ricavati dal fianco della montagna, fatto costruire da Ramses II sull’antico confine meridionale del regno, lontano da Assuan, per intimidire i vicini Nubiani e per commemorare la vittoria sugli Hittiti nella battaglia di Qadesh.
Il sito comprende due magnifici templi rupestri di enormi dimensioni che rappresentano un capolavoro di ingegneria e confermano le grandi conoscenze di astronomia degli antichi egizi.
All’interno del tempio più grande infatti, due volte all’anno il primo raggio del sole illuminava il volto della statua del faraone.
I due giorni in cui si verificava il fenomeno erano il 21 febbraio (quando anticamente si festeggiava la stagione di coltivazione) e il 21 ottobre (che celebrava la stagione delle inondazioni). Entrambe le date riflettevano anche la data della nascita di Ramses II e della sua incoronazione.
I templi di Abu Simbel sarebbero stati sommersi con la costruzione della grande diga di Assuan nel 1960, ma grazie a una imponente operazione congiunta del governo egiziano e dell’UNESCO sono stati spostati, blocco per blocco, 65 metri più in alto e 200 metri più indietro rispetto alla posizione originale e sono, per fortuna, tutt’ora visibili a noi.
«Lo scenario agli occhi del turista è davvero unico e spettacolare, indimenticabile.»
Piramide di Gjoser.
Saqqara - Piramide di Djoser
Il sito archeologico di Saqqara si trova circa 30 chilometri a sud del Cairo ed è uno dei siti archeologici più estesi di tutto il paese.
Il suo monumento più importante è la piramide a gradoni di Djoser, considerata la più antica tra le piramidi, il cui nome deriva dal dio Sokar, patrono della necropoli.
Saqqara fu infatti la necropoli reale della città di Menfi, quando la città era capitale del regno, e rimase un luogo di sepoltura importante anche nei secoli a seguire.
Qui si continua a scavare ormai da anni e gli archeologi stanno riportando alla luce reperti sempre più interessanti come il sepolcro trovato nell’aprile del 2019 in straordinario stato di conservazione.
La piramide originariamente era alta 62 metri, con una base di 109 m × 125 m ed era rivestita in calcare bianco lucido.
«Il sito si estende in area desertica tipicamente originale e richiede molto tempo per approfondirne la visita.»
Piana di Giza.
Giza: con le sue Piramidi e la Grande Sfinge
Giza è la terza città più grande in Egitto. Si trova sulla riva occidentale del Nilo, a 5 km a sud-ovest del centro del Cairo.
È famosa soprattutto per il sito di alcuni dei più antichi monumenti del mondo, tra cui un complesso di antiche tombe reali egiziane e strutture sacre, tra cui la Grande Sfinge, la Grande Piramide di Giza e un certo numero di altre grandi piramidi e templi.
È sempre stata un punto focale nella storia dell’Egitto grazie alla sua posizione vicino a Memphis, l’antica capitale faraonica del Vecchio Regno.
La Sfinge.
La Grande Sfinge di Giza è una statua calcarea di una sfinge reclinabile, una creatura mitologica con il corpo di un leone e la testa di un essere umano che si crede rappresenti il faraone Khafre.
Misura 73 metri di lunghezza dalla zampa alla coda e 20,21 metri di altezza dalla base alla sommità della testa e 19 metri di larghezza sulle zampe posteriori.
È la più antica scultura monumentale conosciuta in Egitto e si crede che sia stata costruita dagli antichi egizi durante il regno del faraone Khafre (2558-2532 a.C. circa).
La Piramide di Khafre o di Chefren è la seconda più grande delle antiche piramidi egizie di Giza e la tomba del faraone della 4a Dinastia Khafre (Chefren), che regnò dal c. 2558 a 2532 a.C.
La Piramide di Menkaure è la più piccola delle tre piramidi principali di Giza. Si pensa che sia stata costruita per servire come tomba della quarta dinastia del faraone egiziano Menkaure.
«Oggi, oltre al divieto di entrare all’interno delle piramidi, non si può non fare caso al desolante degrado circostante dovuto alle numerose costruzioni e all’accesso di una strada asfaltata proprio ai piedi delle piramidi.»
Il Cairo.
Ritorno a Il Cairo
Il Cairo: Capitale dell’Egitto che si trova al confine con la città di Giza ed è una delle città più antiche al mondo.
Fondata agli inizi dell'anno 1000 dalla dinastia dei califfi Fatimidi, Il Cairo (El-Qahira «la vittoriosa») è oggi una città moderna, che con i suoi circa 15 milioni di abitanti coabita, a cavallo del Nilo, con le splendide vestigia del passato che ha ormai inglobato nella sua immensa periferia.
L'espansione della città è avvenuta in gran parte in modo caotico e incontrollato: interi quartieri sono vere e proprie bidonville, formate da costruzioni abusive prive dei servizi essenziali.
Con circa 10 milioni di abitanti (ma alcune stime parlano di 17 milioni, cioè quasi un quarto della popolazione egiziana).
La pittoresca e spesso stridente convivenza di maestose costruzioni dell'epoca faraonica, cupole di moschee islamiche, grattacieli moderni e misere costruzioni abusive caratterizza oggi il paesaggio della città, afflitta da molti mali tipici delle metropoli del Terzo mondo.
Moschea Muhammad Ali.
Al di fuori del nucleo principale della città sorge La Cittadella del Saladino, residenza fortificata del sultano.
All'interno si trovano due grandi moschee, la più visitata è quella di Muhammad Ali, che è la più grande e spettacolare.
Al suo interno è decorata con splendidi motivi geometrici e ricchi rivestimenti di alabastro e più che un luogo di culto pare un ritrovo per famiglie e amici, che seduti in cerchio sui tappeti da preghiera, trascorrono insieme tempo e chiacchiere, mentre i bambini si rincorrono.
Non lontano si apre il quartiere del Khan el-Khalili, cui si accede da una porta medievale: entrarvi è come ripiombare indietro nel tempo di sei o sette secoli.
Questa è la zona islamica più densamente popolata, con negozi di spezie, antiquari e bancarelle dove si acquista un po’ di tutto. È un insieme di vicoli, di edifici di mattoni crudi, di venditori ambulanti di cibo, di capre e cammelli.
«Per farsi un’idea della vera anima cairota è sufficiente curiosare tra gli angoli e nei mercatini permeati del sentore acre della curcuma e del cumino e osservare il volto della gente mentre fuma la shisha.»
Mercato de Il Cairo.
Piazza Tahrir, conosciuta anche come «Martyr Square», è una grande piazza pubblica in centro, luogo delle manifestazioni politiche al Cairo, in particolare quelle che hanno portato alla rivoluzione egiziana del 2011 e alle dimissioni del presidente Hosni Mubarak.
Il Cairo visto dall’alto.
Ultimo punto di interesse è il Quartiere di Gezira, dove sorge il grande Museo Egizio, che conserva la più completa collezione di reperti archeologici dell’Antico Egitto del mondo.
Qui è possibile ammirare il famoso tesoro del faraone Tutankhamon, rinvenuto nella sua tomba scoperta nella Valle dei Re nel 1923 dall’archeologo Carter, inclusi i tre sarcofagi (uno in oro massiccio) e la magnifica maschera funeraria (anch’essa in oro).
Davvero impressionante anche la Mostra delle Mummie che contiene 27 mummie reali di epoca antica, tra cui quelle dei famosi Seti I e Ramsete II, di cui è visibile solamente il volto.
Museo Egizio di Tutankhamon.
Il Museo Egizio vanta 107 sale piene di manufatti risalenti alla preistoria attraverso periodi romani, con la maggior parte della collezione incentrata sull’era faraonica. Il museo ospita circa 160.000 oggetti che coprono 5.000 anni del passato dell’Egitto.
Interno del Museo Egizio, le mummie.
«Che pensare di questo lungo viaggio in Egitto? È un luogo in cui manca colore ma c’è intensità di prospettiva, rappresenta un patrimonio culturale di un’umanità che si riconosce nei suoi racconti mitologici e nei simboli, che resistono, come le sue famose piramidi. Complessi funerari, destinati a durare, a dimostrazione dell’eternità dello spirito di chi vi è sepolto. Nulla è rimasto infatti delle “cose dei vivi”; esistenza, questa terrena, friabile e inconsistente, che ben può consumarsi nell’effimero, se resta comunque il segno ad indicare il cammino all’anima che è in viaggio e deve tornare.»
Nadia Clementi – [email protected]
Viaggio in Egitto - fine
QUALCHE INFORMAZIONE UTILE
QUANDO ANDARE: i mesi migliori sono aprile, maggio, giugno, settembre e ottobre;
CLIMA: Il clima è di tipo desertico caldo sulla maggior parte del territorio. Gli inverni sono miti con temperature inferiori allo 0 °C ;
DOCUMENTI PER ENTRARE: solo passaporto con validità residua di 6 mesi;
VISTO: direttamente all’arrivo;
LINGUA: l’arabo è la lingua ufficiale ma l’inglese è diffuso;
INTERNET e WIFI: battello, hotel e i maggiori ristoranti con password di accesso;
CARTE DI CREDITO: classici circuiti occidentali, accettano euro e dollari – munirsi di monete per le mance;
SICUREZZA: relativa; le città e i templi sono sorvegliati dalle forze armate;
FUSO ORARIO: 1 ora in più rispetto all’Italia;
MONETA: Dirham marocchino – 1€=10D;
RELIGIONE: islam sunnita;
PRESE ELETTRICHE: Prese elettriche di tipo C, simili a quelle italiane;
CELLULARI: rooming internazionale;
VACCINI OBBLIGATORI: nessuno;
ORDINAMENTO POLITICO: Repubblica araba d’Egitto;
DISTANZA: L’Egitto dista dall’Italia circa 3 ore e mezza di volo;
ABBIGLIAMENTO: nelle moschee è obbligatorio, per le donne coprirsi e, per tutti, entrare scalzi;
LA MANCIA detta anche Bakshish, obbligatoria anche ad una cifra minima, ma non si può negare a nessuno, dal lustrascarpe al cameriere, dal taxista al cammelliere per i servizi igienici;
BEVANDE ALCOLICHE proibite dal Corano, è cattiva educazione consumare bibite, cibi e fumare sigarette in pubblico;
FOTOGRAFIE in Egitto è illegale fotografare edifici governativi, basi militari, polizia, soldati e i posti di controllo di frontiera, evitare di inquadrare le persone oppure almeno chiedere loro il permesso;
ISTRUZIONE: Il sistema di istruzione egiziano è suddiviso, come la società stessa in categorie e classi. Ci sono le scuole private, dedicate alle classi sociali con reddito alto dove I bambini fortunati vivono l’istruzione in maniera completa e sana;
SANITA’: Come per le scuole anche gli ospedali sono suddivisi per categorie, pubblici e privati;
CIBO: sono molte le ricette della cucina egiziana preparate soprattutto con riso, verdure, frutta e legumi. I piatti vengono serviti insieme al pane tradizionale egiziano. il Karkadè, una tisana a base di ibisco, servita zuccherata, calda o fredda;
COSA NON MANGIARE : si consiglia durante il tuo viaggio in Egitto di evitare di mangiare insalate ed alimenti crudi che potrebbero essere stati lavati con acqua del rubinetto. Bere sempre acqua in bottiglia ed evitare bevande contenenti ghiaccio ed i gelati artigianali;
COSA COMPERARE: le essenze che vengono racchiuse all’interno di boccette in vetro soffiato.
I Mamluk, tappeti egiziani tradizionali fatti con lana di cammello e con forme geometriche e colori delicati.
Le scatole souvenir, prodotte con ossa di cammello.
Il narghilè, la classica pipa ad acqua con tabacco aromatizzato da varie essenze naturali.
Le classiche statue di piramidi di ogni dimensione, le statue di gatti, gli scarabei e tutti gli oggetti simboli dell’antichità egiziana.
Le spezie, tra le più importanti il cumino e curry, che si trovano in tutti i mercati locali.
I papiri egizi, con varie incisioni e spesso personalizzabili.
Per quanto possa a volte diventare estenuante, in questo Paese è necessaria la contrattazione, per non pagare un oggetto il doppio del suo valore reale.