Alla ricerca del gran gusto: il Grand Hotel Terme di Comano

Dove la grande cucina è fatta esclusivamente con i prodotti del territorio

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Alla ricerca del gusto si sta addentrando in un settore che forse tutti i Trentini conoscono poco: la ristorazione nei grandi alberghi presenti nel nostro territorio.
L’abitudine di frequentare strutture prettamente turistiche non fa parte della cultura alimentare della nostra gente. Eppure, si tratta di vere e proprie eccellenze di cui possiamo andare orgogliosi. Se facciamo bella figura con gli ospiti è grazie a questi alberghi.
Quello che pubblichiamo oggi è il primo servizio (di una serie, ci auguriamo) sulla cucina dei grandi alberghi del Trentino. Naturalmente frequentati dagli ospiti, i ristoranti dispongono di posti molto più numerosi delle presenze potenziali, sia per poter ospitare i grandi eventi, che per dare spazio alla gente extra alberghiera.
Il primo che abbiamo potuto conoscere è il Grand Hotel Terme di Comano, un quattro stelle superior che sorge nei pressi delle omonime terme ed è proprietà dei cinque comuni della zona.
 

 
La struttura dispone di 75 modernissime camere, attrezzate per le cure termali e dotate di ogni comfort.
La maggior parte degli ospiti adotta la formula a piena pensione, perché è la più confacente alla vacanza termale.
L'hotel dispone di due ristoranti, uno per le colazioni – solitamente dedicato ai propri ospiti – e uno capace di ospitare fino a 400 persone.
Ed è qui che siamo andati a curiosare in cucina, per poi sederci a tavola e attendere di essere serviti.
Come sempre abbiamo lasciato che fosse lo chef a decidere cosa portare in tavola. Ma in tutti i casi – ci è stato assicurato – si sarebbe trattato di prodotti del territorio. Che, a quanto pare, i turisti sembrano proprio gradire. Vi sembra singolare l’idea di andare a gustarsi i canederli al ristorante del Grand Hotel Terme di Comano? Beh, noi ve lo consigliamo proprio. Quasi tutti i dipendenti dell’hotel sono della zona, cuochi compresi. 
 

Qui sopra il ristorante, in alto la piscina termale. In copertina le cucine.
 
L’antipasto è stato una vera e propria delizia, forse la più delicata, certamente la sorpresa più gradita.
La vediamo nella foto che segue. Consiste in un insieme di fettine di focaccia tra le quali è stata adagiata una spuma di formaggio casolet e capra. Sul top è adagiata una fettina di culatello dell’azienda Parisi di Comano.
Si tratta di alta cucina, fatta con i prodotti trentini. Certamente da suggerire.
 

 
Il primo piatto consisteva in linguine al sedano croccante con pinoli tostati, panura (scagliette di pane) e bottarga di trota. Ci è stato spiegato che la bottarga non è propria della trota, ma in quale altro modo la si potrebbe chiamare? Bottarga impropria?
Quel sottile bastoncino che vediamo nella foto è uno spaghetto abbrustolito in forno.
Beh, man mano che si procede nella consumazione della portata, il gusto aumenta fino a sboccare nel sughetto finale. Il sugo, si dice, è la parte migliore di un piatto di pasta. Che i dietologi sconsigliano vivamente, nell’ipotesi che si tratti di un concentrato di grassi.
Non era questo il caso. I pinoli morbidi rimasti sul fondo e amalgamati con il condimento erano di un gradimento certamente superlativo. E senza le controindicazioni dei grassi.
Non abbiamo usato il pane, per educazione. Ma ne siamo pentiti.
 

 
Come secondo piatto ci aspettavamo qualcosa di più specifico, come ad esempio il salmerino. La zona è stata recentemente teatro di un campionato internazionale di pesca alla mosca. Essendo una competizione sportiva, era «no kill». Ma ci saremmo attesi, in un'area così, un manicaretto di salmonide alpino.
E invece ci siamo dovuti accontentare di… un filetto in crosta. Nientemeno.
Ma dove stava il tocco trentino? Nella crosta ovviamente. Si tratta della copertura del filetto fatta di porcini trattati come li sa fare solo lo chef Cristian Venturini, con scaglie di noci del Bleggio.
Il filetto, rigorosamente della Val Rendena, poggiava su una riduzione al teroldego.
Come vediamo nella foto, i contorni erano due. Spedini di verdura dell’orto e stecchetti di patate.
Noi ci siamo goduti le patatine alla fine, golosamente perché si sciolevano in bocca arricchendo il sapore lasciato dal filetto in crosta.
 

 
Il dessert consisteva in un parfait fatto di yogurt e miele millefiori, accompagnato da una macedonia di frutta.
Parfait è parola francese che sta a indicare un semifreddo leggero. In questo caso yogurt e miele erano tanto ben amalgamati da sembrare un unico composto di base. Insomma le quantità erano perfettamente dosate e mescolate con sapienza.
Un sapore perfetto, che andava consacrato solo con un caffè finale.
 

 
Il Grand Hotel Terme di Comano si trova in località Terme di Comano, 8, Stenico.
Il telefono è 0465 701421. 
In questo periodo la stagione è bassa, ma la vista autunnale che si gode dalle finestre del ristorante è impagabile.
Ultimo particolare, non da poco. La mission del Grand Hotel Terme di Comano è il benessere a 360° dei propri clienti. Ogni reparto dà il massimo affinché il cliente desideri tornare. E, visto che tra non molto sarà organizzata la festa per i clienti che frequentano la struttura da 25 anni, evidentemente la qualità è sempre stata ai massimi livelli.
 
Guido de Mozzi