Come è nata la passione per il Curling – Di Nadia Clementi
Ne abbiamo parlato con il campione olimpico Mattia Giovanella che ha anche spiegato come funziona il gioco
Mattia Giovanella.
Mai, come quest’anno, nel nostro Paese, non si è fatto altro che parlare di curling uno dei pochi sport che ha sorpreso e conquistato gli italiani ai Giochi Olimpici di Pechino 2022.
Una disciplina che, alla vista, sembra semplice ma che, tra gli atleti, richiede grande preparazione fisica e mentale.
Si tratta di uno sport d’incastri, di gestione delle velocità, di tempismo e di posizionamento.
Così hanno fatto Stefania Constantini e Amos Mosaner, conquistatori della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino.
Insieme hanno giocato e vinto 11 partite, ottenendo il primato di imbattuti.
Ma il curling è anche uno sport di strategia e tra i grandi successi olimpici della squadra italiana, è stata fondamentale la mossa decisa da Mosaner di un cambio nel quartetto, con Mattia Giovanella che ha sostituito Simone Gonin, fornendo un prezioso contributo nel successo contro la Svizzera.
E con la stessa tecnica, il team azzurro ha vinto la medaglia di bronzo ai mondiali maschili di Las Vegas lo scorso aprile 2022.
L’Adigetto.it ha sempre riportato i campionati di Curling.
Campione italiano esordienti marzo 2010.
Il Curling se paragonato ad altri sport è una ancora poco praticato; si gioca su una superficie ghiacciata, con una pista lunga circa 45 metri e larga 4.
Il match è suddiviso in dieci manche o «end» (per le Olimpiadi di Pechino 8), durante le quali i giocatori lanciano dei blocchi di pietra da 20 kg, chiamati in gergo stone, pietra appunto.
L'obiettivo è la house, ossia un bersaglio circolare posto in fondo alla pista e composto da un cerchio esterno blu e da uno interno rosso, denominato bottone.
Più stone si trovano al centro del bersaglio, più punti ottiene la squadra.
La caratteristica del curling è la scopa, che si utilizza durante la corsa della stone verso la house.
La superficie viene innaffiata per favorire la formazione di piccole goccioline che, una volta ghiacciate, rendono la pista irregolare; la scopa serve a ripulire il percorso della stone, permetterle di accelerare se necessario o regolarne l'andamento in linea retta o leggermente curva.
Praticare questa disciplina a livello agonistico richiede, costanza, sacrificio, motivazione e molta preparazione fisica per rinforzare addominali, gambe, schiena ed esercizi di equilibrio.
Di come si diventa atleti olimpici di curling lo abbiamo chiesto a Mattia Giovannella, un ragazzo con le idee molto chiare e dal carattere determinato, che ci ha raccontato com’è nata la sua passione per questo sport e come è riuscito a realizzare a piccoli passi il suo grande sogno.
Mattia Giovanella è nato il 27 ottobre 1997, è un giocatore di curling italiano vincitore della medaglia di bronzo agli europei di Lillehammer (Norvegia) 2021: è stato convocato ai Giochi olimpici invernali di Pechino 2022, ha vinto la medaglia di bronzo ai mondiali di Las Vegas lo scorso aprile 2022.
Vive e lavora con i genitori e il fratello a Cembra, località divenuta la capitale italiana del curling.
Mattia si avvicina al curling all’età di nove anni guardando alcuni amici e in primis, il fratello Loris, che lo praticavano nel palazzetto vicino a casa.
Dopo due anni di gioco inizia a raccogliere i primi successi nei campionati nazionali di categorie giovanili vincendo nel 2010, 2011 e 2012 tre titoli italiani.
Nonostante i buoni risultati tra i 14 e 15 anni, decise di smettere di praticare il curling per passare al gioco del calcio.
Terminati gli studi di geometra e raggiunti i 18 anni, Mattia inizia a lavorare in qualità di posatore di porfido nell’azienda di famiglia vivendo la sua vita in modo semplice come tanti altri ragazzi di paese.
Correva l’anno 2018 quando la sua vita improvvisamente cambia.
Nel febbraio di quell’anno si tenne a Cembra la cerimonia per il rientro degli atleti di curling che avevano partecipato alla spedizione olimpica di Pyeonchang (Corea del Sud)
In quell’occasione, Mattia, incontra un suo ex compagno di squadra Luca Rizzolli che gli propose di ritornare a riprendere a giocare a curling.
Fu così che nell’ottobre del 2018, Mattia inizia per gioco la sua vera carriera nel curling nella squadra Cembra 88.
In un primo momento accolse questa nuova sfida come un sogno, o meglio come un’opportunità per realizzare una squadra che risultasse vincente per competere su campi nazionali e internazionali.
E fu così che il 1° dicembre 2018, dopo tre mesi di intensa attività, il gruppo prese forma vincendo la gara sportiva di challenge.
Il sogno si realizza e la squadra passa a «nazionale italiana junior» qualificandosi ai campionati del mondo junior di Liverpool - Canada.
Challenge, 1° dicembre 2018.
Da quell’importantissimo risultato il giovane Mattia cambia il modo di vedere il curling e quello che fino a quel momento era per lui uno sport ricreativo si trasforma in qualcosa di più realizzabile.
A fine stagione, era l’anno 2019, per via della sua maggiore età, Mattia passa al curling senior.
La sfida si fa più dura, era un giocatore di poca esperienza e non possedeva un grandissimo livello al pari dei suoi compagni di squadra.
Nonostante l’inesperienza, Mattia non si perde d’animo e decide di investire al massimo su se stesso, nella speranza di riuscire, un giorno, a guadagnarsi la maglia azzurra della nazionale, ben consapevole che sarebbe stata un’impresa tutt’altro che facile.
Fin da subito si rende conto dello sforzo che avrebbe dovuto fare per conciliare l’attività lavorativa, che iniziava alle sei del mattino per finire nel tardo pomeriggio, con le ore serali di allenamento al campo di curling.
Avendo iniziato tardi la carriera sportiva la fatica si faceva sentire e a questa si aggiungeva anche la mancata comprensione dei suoi genitori, che in quel momento non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno il loro figlio avrebbe vinto una medaglia ai campionati europei.
Ma il ragazzo, nonostante tutto e tutti è determinato a realizzare il suo sogno.
Europei di Lillehammer - Norvegia 2021.
Finalmente nell'anno 2020, dopo anni molto difficili e di poca considerazione da parte del movimento italiano di curling, Mattia venne per la prima volta convocato a un raduno nazionale.
Entusiasta, sentì che quella era l’occasione giusta per spingere ancora di più sull’acceleratore e iniziare a credere in una nuova sfida.
Nel corso di quell’anno segnato dalla pandemia, la nazionale di curling, a causa dell'annullamento di molti eventi internazionali, soggiornò diverse volte nel suo paese a Cembra, essendo divenuto il Centro federale di curling.
E, paradossalmente il covid giocò un ruolo importante per Mattia, perché così ebbe molte occasioni di scendere in campo e farsi notare.
Il 25 febbraio 2021 giunse il comunicato che annunciava la sua presenza alla formazione per i mondiali di Calgary - Canada 2021. Finalmente il suo duro lavoro gli veniva riconosciuto.
Dopo quel mondiale, grazie alla fiducia del tecnico Claudio Pescia, riusciva definitivamente a confermare la sua carriera di atleta olimpico.
L'anno successivo stagione 2021/2022 fu strabiliante:
• medaglia di bronzo ai campionati europei di Lillehammer (Norvegia)
• partecipazione olimpica ai giochi di Pechino 2022
• medaglia di bronzo ai mondiali di Las Vegas 2022
Dopo tanta fatica quel sogno è divenuto realtà!
Olimpiadi di Pechino 2022.
Abbiamo chiesto a Mattia cosa si prova a vincere una gara olimpica.
Raccontaci brevemente le emozioni che hai vissuto in questi ultimi due anni di grande successo.
«Le emozioni sono tantissime, ma la più grande soddisfazione è quella di aver creduto in un’impresa molto difficile e di essere riuscito a farcela, superando atleti anche professionisti.
«Questa esperienza mi ha fatto capire che per quanto sia difficile raggiungere un traguardo, con impegno dedizione e un pizzico di follia si possa superare qualsiasi confine.»
Qual è il ricordo che porti nel cuore dalla partecipazione ai giochi olimpici di Pechino?
«Il ricordo più importante è sicuramente la cerimonia d’apertura delle olimpiadi. In quel momento sentivo di aver realizzato un sogno.
«Non potrò mai scordare l’entrata in quello stadio immenso e pieno di gente dove brillavano sopra le nostre teste i cinque cerchi simbolo delle Olimpiadi.»
Qual è stato invece il momento più difficile durante la preparazione alla gara Olimpica?
«L’avvicinamento alle olimpiadi è stato il momento più complicato. Il covid ha reso molto difficili le cose ho dovuto isolarmi per 30 giorni, vivendo solo tra casa e palazzetto.
«Inoltre, 20 giorni prima della competizione mi sono fatto male al ginocchio, credevo fosse la fine, credevo di non farcela, invece ancora una volta a denti stretti ce l’ho fatta.»
Medaglia Las Vegas 2022.
Parlaci della tua esperienza ai mondiali di Las Vegas?
«Sono stati dei mondiali diversi rispetto a quelli in cui avevo partecipato l’anno prima a Calgary (Canada).
«Quando sei seduto in panchina si hanno sensazioni e stimoli diversi, ma quando poi ho messo al collo quella medaglia è cambiato tutto, una gioia immensa!
«Il contorno di Las Vegas è incredibile, non perdersi in distrazioni e mantenere la concentrazione assoluta non è stato per niente facile.»
Com’è cambiata la tua vita dopo il successo olimpico e la partecipazione ai mondiali di Las Vegas?
«La mia vita al giorno d’oggi è rimasta più o meno la stessa. Sto cercando, con molta fatica, di conciliare lavoro e sport. La mia speranza è quella di diventare un atleta professionista.
«Sicuramente a livello personale mi sento una persona diversa, mi rendo conto che non tutti riescono a partecipare alle Olimpiadi e a vincere medaglie internazionali e di questo ne sono orgoglioso, ma continuo a vivere la mia vita normalmente.»
A chi hai dedicato le tue medaglie?
«Tutta la mia carriera sportiva si basa su una persona, anche se adesso non mi è più così vicina, ma non è ancora il momento di svelarla, ma quando arriverà, sarò molto felice di ringraziarla per tutti gli stimoli e la grinta che mi ha trasmesso.»
Quali sono le tue prossime sfide?
«Dare il massimo e vincere, non è facile ma niente è impossibile.»
Un sogno nel cassetto…
«Ne ho due, il primo scontato, vincere le prossime olimpiadi.
«Il secondo, mi piacerebbe che il curling potesse essere più considerato sia dal punto di vista mediatico che dal punto di vista sportivo.
«Ad oggi siamo solo in 333 iscritti, troppo pochi per essere riconosciuti al pari degli altri sport più popolari.»
Nadia Clementi - [email protected]
Mattia Giovanella Rasor - [email protected]