Lettera aperta ai bocciati – Di Giuseppe Maiolo, psicoanalista

Caro studente bocciato, non ti conosco di persona. Ma so bene, molto bene, le emozioni che si provano quando si viene bocciati…

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Caro studente bocciato!
Non ti conosco di persona, ma so bene, molto bene, le emozioni che si provano quando si viene bocciati perché io stesso le ho vissute sulla mia pelle. E non una sola volta.
Pensavo ad un titolo possibile per questa mia riflessione come «Elogio della bocciatura» ma poi mi è venuto in mente «Elogio del ripetente» (Mondadori) un bel libro del bravissimo insegnante e scrittore Eraldo Affinati che faresti bene a leggere e passarlo anche ai tuoi adulti.
 
Ma veniamo al dunque. Nei giorni scorsi mi ha colpito la lettera di un ragazzo bocciato che ha scritto alla «Scuola» accusandola di aver fallito con lui. Subito ho pensato a un’accusa per difesa, che è esercizio frequente anche degli adulti che, per salvarsi, dicono che è colpa degli altri.
Di certo essere bocciati è una bella botta, soprattutto per la vergogna che si prova, che in adolescenza pesa non poco. Se poi non avevi messo in conto il fallimento perché ti ritenevi invincibile, ti crolla il mondo. Quello studente scriveva che si era sentito rifiutato e abbandonato dalla scuola la quale, secondo lui, era tutta presa dalla sua necessità di giudicare.
 
Ti stupirà ma lo credo anch’io. Però non penso che la scuola abbia sbagliato a bocciarlo, ma che non l’abbia aiutato a capirne le ragioni e preparato ad aspettarsi anche l’insuccesso. Non si insegna mai come cadere e come rialzarsi. Si insegna a competere.
A casa l’idea del fallimento spaventa e tutti fanno a gara per salvare il povero studente e non fargli mai «pagare pegno». Se sbaglia si affrettano a dire, ahimè, che «Era solo una bravata!».
Risultati scolastici scadenti? Da casa le colpe sono della scuola e dalla scuola le responsabilità sono della famiglia. Nessuno che ti dica: «Hai scelto di non fare niente? Ora ne paghi le conseguenze, ripeterai un anno. Amen!»
 
Mica una predica, un discorso semplice e chiaro. Invece per tentare di salvare sempre capra, cavoli e non dover applicare sanzioni, noi grandi le inventiamo tutte. Abbiamo escogitato, lo sai, quella bella trovata del registro elettronico per impedirti di trasgredire o mentire, mentre può servire proprio per confrontarsi con le conseguenze di certi atti.
 
Ma ha ragione il bocciato a dire che la scuola ha fallito. Ne sono convinto anch’io da ex studente, da docente e pure da psicologo. È la «comunità educante» che fallisce se non ti lascia cadere e non ti aiuta a capire come mai ti sei rotto il naso. Ma non pensare che questo riduca le tue responsabilità, caro bocciato. È faticoso ammetterlo, ma se hai imparato a nuotare, devi smetterla di usare il salvagente! So pure che non è bello perdere un anno e avere per casa un «fallito», però io credo non si cresca con le giustificazioni, meno che meno con i ricorsi!
 
Potrà sembrarti un’enorme ingiustizia restare fermo per un anno e una figuraccia insopportabile fare il ripetente, ma fra qualche tempo nessuno se ne ricorderà.
tutti invece interesserà vedere la persona che sei diventato e quali risorse hai tirato fuori dai tuoi fallimenti.
Buon lavoro.

Giuseppe Maiolo, psicoanalista
Università di Trento - Docente di psicologia delle età della vita
www.iovivobene.it