Settore porfido, l’appello alla Provincia: «Salviamo il salvabile»

Nuova e dura requisitoria del Coordinamento nell'incontro con i consiglieri provinciali


 
Il Coordinamento lavoro porfido rilancia l’allarme sulla situazione giudicata pesantissima nel settore nelle cave della val di Cembra.
L’ha fatto oggi incontrando il presidente Bruno Dorigatti e i consiglieri provinciali Claudio Civettini, Filippo Degasperi, Claudio Cia, Walter Kaswalder e Luca Giuliani (presidente della Commissione consiliare competente in materia) nella pausa dei lavori d’aula.
Il comitato apolitico ha riproposto informazioni e temi già più volte portati all’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni, della magistratura.
Si è parlato di «disastro» e di «situazione quasi irreversibile», di necessità di «salvare il salvabile».
Di corruzione, opacità, arretramento dei diritti e illegalità, favorite dalla presenza massiccia di lavoratori stranieri e quindi poco protetti: macedoni, marocchini, cinesi in particolare.
 
E’ stato presentato un documento indirizzato ai «politici provinciali e nazionali», che invoca l’applicazione delle tutele già introdotte con legge provinciale 7 del 2006.
E sottoscrive la proposta di mozione consiliare firmata Civettini e la proposta di modifica della stessa l.p. 7/2006 firmata Degasperi.
Si chiede che la Provincia si faccia carico dei controlli sulla regolarità retributiva e contributiva delle aziende del porfido; si esprime contrarietà alla trasformazione di Sogeca in authority del settore porfido; si invoca il controllo della zona grigia segnata da falsi artigiani concessionari delle cave, nonché la creazione di un bacino territoriale con precedenza nelle riassunzioni operate dalle ditte del settore porfido, in modo da non disperdere le professionalità acquisite.
I rappresentanti del Coordinamento hanno lamentato l’assenza di molti consiglieri provinciali di maggioranza, assenza che il presidente Dorigatti ha spiegato anche con la concomitanza di numerose riunioni legate ai lavori d’aula in pieno svolgimento.
Dopo Vigilio Valentini ha parlato Ernesto Muhlbacher (delegato Filca Cisl), riferendosi alle trattative sul contratto integrativo provinciale di lavoro e chiedendo che vengano sospese fino a quando verrà garantita l’applicazione delle norme di legge vigente per il settore.
 
Ancora, ha chiesto controlli seri sulla sicurezza del lavoro e tutele per gli operai che risultino inidonei al lavoro in cava (e che ora perdono per questo l’occupazione).
Un’altra denuncia: ci sarebbe un uso disinvolto della cassa integrazione guadagni ordinaria da parte di aziende, di fatto per rendere stagionale l’attività estrattiva, sospendendola per mesi appunto con ricorso alla cassa e interrompendo così i contratti di lavoro.
Il presidente Dorigatti ha spiegato che presto il ddl Degasperi arriverà all’esame della II Commissione consiliare, occasione per riportare i temi del porfido al centro del dibattito consiliare e politico.
Claudio Cia ha osservato che la legge provinciale vigente va applicata e su questo occorre verificare.