Dipingere quello che non si vede – Di Maurizio Panizza
A colloquio col pittore Zeno Fatti, in mostra a Mühlbach/Rio di Pusteria dal 6 agosto
Incontriamo Zeno Fatti presso la Galerie90 dove sta allestendo la sua prima mostra in Sudtirol/Alto Adige.
Di origine veronese, ma cittadino del mondo, Fatti oltre che musicista è anche un pittore, un artista sui generis. La sua visione dell’arte ce la descrive così:
«L’arte prima di tutto deve essere rivelazione e suggestione, non mera cronaca o descrizione. Il mio intento è rappresentare qualcosa che non si potrebbe vedere altrimenti se non attraverso una pittura che sottolinea i contrasti emotivi e che intende raccontare qualcosa a proposito delle differenti forze che ci abitano.»
Emozioni, narrazioni e forze contrastanti dell’individuo. Già non è affatto semplice portarli alla luce dal punto di vista psicologico, immagino la difficoltà di rappresentarli in un dipinto. Come si fa?
«Le emozioni risalgono dall’interno, compiendo una scalata, una corsa, una sofferta e a tratti tragica risalita per imprimersi sul volto, che diviene quindi un’istantanea di quella commistione di emozioni la cui espressione visiva, si manifesta mediante l’utilizzo di più colori accostati in equilibrio, e al contempo in contrasto.»
Per te, quindi, è un metodo di lavoro, oltre che di vita?
«È proprio così. Se per Antoine de Saint-Exupéryl'essenziale è invisibile agli occhi, in questa serie di ritratti e autoritratti allo stesso modo io ho cercato di rendere visibile proprio l’essenziale, svincolandomi dai limiti del realismo pittorico attraverso la rielaborazione delle forme originali, compiendo così un percorso di esplorazione come sa fare l’istinto muovendosi e orientandosi in perfetto sincrono oltre la propria sede.
«È questo ciò che l'arte mi ha dato da sempre: l'idea di dover essere, il tentativo di parlare con voce propria e propria intonazione e timbrica...suonare in un super spazio dove gli altri strumenti smettono.»
Un’impresa complicata quella di rappresentare pittoricamente la bellezza delle emozioni e dei sentimenti, anche perché il tutto riporta all’anima e a una dimensione che forse va di là da noi stessi.
«Ad oggi mi è ancora caro il tema della presenza dell'anima nel lavoro di rappresentazione.
Per dire tutto con poco, cerco di lavorare scostandomi di netto da una certa pittura che pare sorreggersi su ostentazione e brutalizza l'occhio attraverso lo schock e diventa arredamento di una società che ormai pare abituarsi a essere lontana dalla gentilezza espressiva dell'arte.»
E quindi, in definitiva, qual è la «mission» del pittore Zeno Fatti?
«Forse mission è una parola grossa. Certo è che scavare dentro per trovare una bellezza resta per me un compito che determina l'originalità vera e propria e rifiuta per amore il senso della moda che si accompagna così troppo spesso ormai a un senso di grottesco e di eccesso.
«In altre parole, non credo assolutamente nell'arte come urto traumatico, ma al contrario credo alla formazione artistica come un veicolo per la bellezza, quello che in musica si chiama esigenza armonica.»
GALERIE90, dal 6 al 31 agosto 2022 - Wolkensteinerhaus - 2. ST/2° P.
Via Katharina Lanz str. 90 - 39037 Mühlbach/Rio di Pusteria (BZ)
[email protected] - Tel. +39 348 710 2550
DO - SA/GIO - SA 17.30 - 19.30
Eröffnung/Inaugurazione:
Samstag/Sabato, 06.08.2022 Matinée 11.30
Einfürung/Introduzione: Marta Arvati – Zeno Fatti