Aggiornamento dal Marocco, grazie al nostro amico Giuliano
Giuliano ora è a Pergine. Ha casa ad Agadir, che è stata risparmiata. Ma i suoi amici sono preoccupatissimi in ricordo del sisma che ha devastato quella città nel 1960
Le notizie che arrivano dal Marocco parlano di una scossa di assestamento di magnitudo 4.5, i morti sono sempre sui 2.000 e i feriti a migliaia.
Gli italiani, dice la Farnesina, sono stati tutti rintracciati e invitati a tornare in Italia.
Però ha suscitato il nostro disprezzo la notizia che chi ha voluto partire con un volo ex novo, ovvero senza aspettare la data del ritorno prevista dal biglietto, ha dovuto pagare anche 2.000 euro.
Non siamo in grado di confermare la notizia, che è stata diramata da emittenti più che credibili, ma se vera confermerebbe che si distinguono due tipi diversi di uomini nelle disgrazie: quelli che si fanno in quattro per aiutare chi è in difficoltà e quelli che invece ne approfittano.
Abbiamo più di un amico che passa la stagione fredda in Marocco e ne abbiamo contattato uno per vedere come stava. Si chiama Giuliano.
«In questo momento sono a Pergine, – ci ha detto per tranquillizzarci. – E comunque la mia casa è ad Agadir, che è stata risparmiata dal disastro, anche se la scossa si è fatta sentire anche lì in tutta loa sua potenza.
In effetti, il sisma è stato avvertito in Spagna Portogallo e Algeria.
«Ma ho sentito i miei vicini di casa del luogo – continua, – che mi hanno espresso le loro preoccupazioni. Molti dormono in strada, hanno paura, anche se non si lamentano danni e morti.
«Tra Agadir Nord e la parte Sud c'è uno stacco nella faglia che si mosse nel 1960, – prosegue il nostro amico. – Nel Souss dovrebbero essere più tranquilli che tra le montagne.
«Il disastro è in quelle case dei villaggi interni fatte ovviamente di mattoni di argilla e paglia. Dopo il 1960 si stimava una fase d'equilibrio per 150 anni (periodicità statistica). Invece no: non si fanno statistiche con i sistemi naturali.»
«In tutto il Marocco sono stati proclamati tre giorni di lutto, – ci dice ancora. – Sospensione del lavoro e delle scuole. Tutti temono la notte, dormono fuori casa. Come già nel 1960, si chiedono perché accade di notte? Anche allora, nel '60, la scossa avvenne il lunedì prima di mezzanotte.
«A Marrakech e villaggi limitrofi la situazione è preoccupante: ancora non ho sentito parlare di sepolti vivi. Nel '60 furono stimati 4.000 ad Agadir e tuttora si teme l'insorgere di un’epidemia come allora.
«Si temono anche lo sciacallaggio e perfino il kidnapping come allora.
«Il venerdì mattina del 1960 le macerie furono coperte dall'alto con spargimento di DDT: morti e vivi. Tutti sepolti per evitare il peggio. Dopo 63 anni spero che si possa fare meglio…»
Sì, lo speriamo anche noi. Ma quei biglietti aerei a 2.000 euro ci fanno pensare che il peggio sia già cominciato.