Al via la «Centrale unica di emergenza» al Ponte San Giorgio

Come avevamo anticipato, sarà ubicata a Trento nella sede di Trentino Network

Il ponte San Giorgio di Trento, così come lo si vede dalla nuova sede della Centrale unica di emergenza.

Il problema della decisione stava nel fatto che per istituire una Centrale unica di emergenza è necessario, per la legge italiana, un bacino di utenza di 5 milioni di abitanti.
Il Trentino, come si sa, raccoglie solo un decimo di tanto e la stessa cosa vale per l’Alto Adige.
Al momento però lo stato ha fatto una deroga per il Trentino Alto Adige, cioè per la regione, che nell’insieme gestisce un milione di abitanti.
Trento e Bolzano dovranno dunque raccordarsi per una centrale unica. Alternativa è avere una gestione unica e due sedi decentrate a Trento e Bolzano.
Il secondo punto è che il Trentino è pronto per la gestione del numero unico di telefono per le emergenze, mentre lo Stato non solo non lo è ma neanche autorizza chicchessia a fare passi avanti.
In altre parole, lo Stato paga penali all’Europa per questo ritardo. E il Trentino – peraltro attrezzato per essere in regola – deve invece pagare la quota parte di queste penalità.

Sarà attivata nell'edificio sede di Trentino Network a Trento la centrale unica di emergenza per la ricezione di tutte le richieste di soccorso urgente e degli allarmi riguardanti le situazioni di pericolo imminenti, rientranti nelle competenze della Provincia.
Lo prevede una delibera approvata oggi dalla Giunta provinciale su proposta dell'assessore Tiziano Mellarini.
«Con la centrale unica di emergenza – ha detto l'assessore alla protezione civile Mellarini commentando l'approvazione della delibera – riusciremo a garantire ai cittadini, a costi invariati, risposte sempre più coordinate ed efficaci.
«Inoltre, il modello trentino verrà preso come riferimento a livello nazionale dal Ministero dell'Interno, che ha istituito uno staff specifico sulle centrali uniche.»
 
L’intento è quello di favorire l’unificazione di tutte le centrali di emergenza, secondo il modello europeo del numero unico per l’emergenza (NUE).
Si realizzerà, inizialmente, con l'entrata in funzione di un «Call Center Laico» dove confluiranno le chiamate ai numeri 115 e 118.
Gli operatori ne verificheranno la pertinenza e l’appropriatezza, accertando il tipo di emergenza segnalata, indirizzandola quindi verso le centrali operativi 115 o 118 che provvederanno all’invio dei soccorsi tecnici o sanitari.