Renzi: «Non facciamo leggi né ad, né contra personam»
E invece lo ha appena fatto disponendo la modifica del decreto legge per impedire che favorisse Berlusconi
Il presidente Matteo Renzi ha deciso di modificare il testo del decreto delegato in materia di fisco dopo che qualcuno si è accorto che in questa maniera la normativa aiutava Berlusconi.
Il decreto in questione stabiliva che costituisse causa di esclusione della punibilità una soglia del 3% dell’evasione sull’imponibile. Probabilmente nessuno aveva calcolato che i 4,9 milioni evasi da Mediaset, secondo la sentenza che ha condannato Berlusconi, rappresentassero solo poco più dell’1% dell’imponibile.
Quando si è sparsa la voce, subito si sono sollevati i detrattori sia di Renzi che di Berlusconi, perché era un’ottima scusa per attaccare il primo e impedire il ritorno del secondo sulla scena politica.
Di qui la decisione comunicata da Renzi ai microfoni del TG5.
«Noi non facciamo norme né ad né contra personam, - ha dichiarato. - Se si pensa che poi ci sia chissà quale scambio, non c'è problema: rimandiamo tutto a dopo le votazioni per il Quirinale e la fine dei servizi sociali di Berlusconi a Cesano Boscone.»
Immaginiamo che chi ha fatto i conti per stabilire la soglia del 3% sull’imponibile lo abbia fatto in buona fede, anche perché era difficile immaginare che quei 4,9 milioni «evasi con frode» rappresentassero una quota così piccola sui redditi di Mediaset.
Certo, adesso la gente sa che quella cifra per cui Berlusconi venne condannato a quattro anni di carcere era davvero piccola al punto da pensare oggettivamente che non ci fosse malafede. Per l’uomo della strada, quasi cinque milioni sono una cifra stratosferica, ma minimale per chi ne ha ricavati 410.
Ma la risposta data da Renzi nell’intervista è davvero peggio dell’errore.
Una legge, come ha detto lui stesso, deve essere fatta negli interessi del cittadino.
Quindi non può essere cambiata solo perché favorisce qualcuno. Sarebbe una decisione contra personam.
GdM