Brentonico, 1 dicembre: «Gli Oracoli del sabato»

Storie terribilmente vere della Grande Guerra saranno ancora protagoniste sabato alle ore 17.00 presso la Biblioteca comunale

Storie terribilmente vere della Grande Guerra saranno ancora protagoniste de «Gli Oracoli del sabato» di sabato 1 dicembre alle ore 17.00 presso la Biblioteca comunale di Brentonico.
Il tema dell’incontro riguarderà in particolare i dispersi in guerra, in quella sporca guerra combattuta dai brentegani e dai trentini reclutati dall’esercito imperiale, soldati contadini mandati contro i russi sui fronti dell’Est e dei quali non si è più saputo né quando e né dove siano morti.
«Cento anni di solitudine» è il titolo dell’appuntamento, titolo mutuato dritto dritto dal capolavoro di García Márquez.
Tre nipoti (Mauro, Giorgio e Gabriele di Castione) racconteranno di storia e di memoria con immagini e parole, racconteranno del loro recente viaggio in Volinia e in Galizia alla ricerca del destino del prozio Lucillo Viesi, disperso nella Grande Guerra, e del nonno Augusto Viesi fortunatamente tornato.
 
Con queste parole e questi pensieri Mauro, Giorgio e Gabriele presentano l’evento di sabato.
«La morte dello zio sui campi di battaglia della Galizia. I racconti del nonno anch’esso soldato su quel fronte. I suoi racconti, mezze parole estorte dalla curiosità infantile su quei fatti. 
«Dopo cento anni finalmente le condizioni umane, materiali e geopolitiche per pestare almeno quella placida landa che conserva i resti dello zio e migliaia di altri sventurati. Così dopo le necessarie ricerche, l’ineludibile appoggio di una persona fidata, si parte per la Volinia regione appena sopra la Galizia, investita nel giugno del 1916 dall’offensiva del generale russo Alexei Brusilov. 
«Entra in gioco il destino, di qua il nonno prigioniero accolto e impiegato in una fattoria come mungitore di mucche, di là lo zio forse caduto in mano a sanguinari battaglioni di circassi oppure dei temuti cosacchi, dei Tatari, chissà, soldati al limite della disciplina militare, il bene e il male giocano con la vita.
«Di questo raccontiamo, del nostro viaggio, in un mondo sconosciuto per ragazzi usciti per la prima volta dal paese scaraventati in un altro mondo. Almeno lì sotto quella terra sabbiosa possiamo credere in un sussulto nel sentire una parola nel dialetto del suo mondo, il calore di un legame familiare mai spento.»