La «Scuola Parentale» – Di Sandra Matuella
L’importanza della scuola parentale per la libertà di educazione
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In Italia, come in molti altri Paesi, i genitori possono scegliere una scuola diversa da quella offerta dallo Stato: per cercare di comprendere meglio questi mondi educativi alternativi, sempre più diffusi e caratterizzati da un’elevata qualità educativa, l’Associazione culturale La Torre, ProVita Onlus ed il Coordinamento Famiglie Trentine promuovono una conferenza dal titolo «A proposito di scuola parentale».
Questo incontro si terrà sabato 24 febbraio, ore 20.30, a Rovereto, presso la sala Kennedy dell’Urban Center in Corso Rosmini 58: la conferenza, in particolare, è dedicata al tema della libertà di educazione scolastica e della scuola parentale, e ci saranno importanti ospiti nazionali tra cui lo scrittore e medico Paolo Gulisano che parlerà della attualità di Chesterton nella libertà educativa.
L'avvocato Marco Sermarini, presidente della Società Chestertoniana e fondatore della scuola parentale di San Benedetto del Tronto, parlerà della scuola libera Gilbert Keith Chesterton;ci sarà anche il video contributo di don Stefano Bimbi, fondatore della scuola parentale di Staggia Senese.
L'evento su Facebook a questo link.
«Viviamo un tempo critico sotto tanti punti di vista, non da ultimo quello educativo e scolastico. Crisi che porta molti genitori a chiedersi se la scuola – da quella dell’infanzia, all’istruzione superiore – sia ancora un luogo utile per la crescita umana e formativa dei propri figli, o se sia invece diventata un contesto di dis-educazione ideologizzata, – spiega Andrea Giovanazzi, responsabile della Associazione La Torre. – Data questa situazione, negli ultimi mesi ulteriormente appesantita dall’introduzione dell’obbligo vaccinale, è d’obbligo constatare come siano sempre di più le famiglie che alla scuola decidono di rinunciare, assumendosi in prima persona la responsabilità di istruire i propri figli.
«Una possibilità che, in Italia, è garantita dagli articoli 30, 33 e 34 della Costituzione e che è perfettamente in linea con il principio secondo il quale i genitori sono - e devono rimanere - i primi responsabili dell’educazione dei loro bambini e ragazzi.»
Di fronte alla scelta di non usufruire della scuola pubblica, statale o privata che sia, le possibilità che rimangono sono quindi due: «la scuola parentale», che prevede una figura docente selezionata dai genitori e un gruppo classe più o meno numeroso; oppure l’«Homeschooling», ossia l’educazione impartita a casa dai genitori (solitamente dalla mamma).
Per quanto riguarda L’homeschooling, o scuola parentale, «è una possibilità per le famiglie di riappropriarsi del diritto-dovere di istruire ed educare la prole. Si può organizzare con pochi amici e tanta buona volontà.»
Volontà che non è certo mancata a Marco Sermarini, avvocato di San Benedetto del Tronto, Presidente della Società Chestertoniana Italiana ed è alla guida della «Compagnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati.»
Riportiamo su L’Adigetto.it una parte di una sua intervista pubblicata lo scorso autunno sulla rivista mensile «Notizie ProVita», in cui spiega come è nata la Scuola Libera «G. K. Chesterton» di San Benedetto del Tronto, di cui è stato uno dei fondatori e che attualmente dirige.
«Alcuni amici ed io avevamo i figli che avevano terminato la scuola elementare e si dovevano iscrivere alle medie. Fino ad allora avevano ricevuto una formazione cattolica all’asilo e alle elementari, che però non poteva proseguire con la scuola media. Ci domandammo se dovevamo necessariamente iscriverli alla scuola media o avremmo potuto fare altro.
«Venni così a sapere che, in base al Testo Unico delle leggi sulla pubblica istruzione, era possibile fare la cosiddetta educazione paterna (o parentale), cioè educare i propri figli a casa secondo le proprie convinzioni effettuando una semplice comunicazione alle autorità competenti.
«È un’ipotesi che trova fondamento nella stessa Costituzione italiana, esattamente all’art. 30, che riconosce il diritto di educare, istruire e far crescere i figli secondo le proprie idee e le proprie convinzioni, e all’art. 33, che stabilisce la libertà dell’insegnamento delle scienze e delle arti.
«È un tipo di istruzione diffuso anche all’estero, sia in Europa che negli USA (dove molti praticano l’homeschooling). Mia moglie ed io riflettemmo su questo con i nostri amici e ne coinvolgemmo altri.
«In principio, quando iniziammo a cercare gli insegnanti, furono molti i no: chi diceva che era già impegnato con la scuola statale, chi diceva che non condivideva le nostre idee e che credeva nella scuola statale - tra cui tanti buoni cattolici - ecc.
«A un certo momento una persona accettò e lo considerai un segno positivo. Era un giovane che non aveva mai insegnato, però aveva detto di sì e per me era più che sufficiente.
«Dopodiché incominciai a guardarmi intorno, perché non partivamo da zero, la nostra Compagnia dei Tipi Loschi aveva già creato un doposcuola e altre attività per avvicinare i ragazzi alla fede.
«Ho visto che tra i miei amici c’erano persone che potevano insegnare matematica, inglese, ecc., così abbiamo incominciato a costruire questa scuola. Sto parlando dei mesi di giugno e luglio 2008 e la scuola ha aperto a settembre di quell’anno!
«Come diceva la buon’anima di Chesterton: Se una cosa vale la pena di farla, vale la pena di farla male!. Voleva dire che se aspetti che tutto sia perfetto non incomincerai mai a fare nulla.
A settembre erano quattro gli allievi. Dopo, piano piano, il numero è cresciuto e adesso sono circa una settantina, divisi in tre classi di medie, cinque classi complete di liceo delle scienze umane con opzione economico sociale e tre classi di istituto professionale per periti elettronici.
«Alla fine di ciascun anno scolastico la preparazione dei ragazzi viene verificata con un esame su tutte le materie, che si può sostenere presso una scuola statale o paritaria.»