In cerca di una legge elettorale, in fretta
L'analisi di Guido Tabellini «Lo status quo attuale è insostenibile e il miracolo irripetibile del voto 2008 va colto per consolidare in Italia il bipolarismo»
Non ci sono solo i politici nel
frattempo diventati ministri, per i quali la partecipazione al
Festival dell'economia - decisa qualche mese fa - si rivela oggi
nei fatti impossibile. Ci sono anche i docenti universitari nel
frattempo nominati rettore e che, comunque, confermano la loro
partecipazione.
Il caso è quello di Guido Tabellini, martedì scorso indicato quale
nuovo rettore dell'Università Bocconi di Milano. Scelto
all'unanimità, entrerà in carica, per un biennio, il prossimo primo
novembre. Ordinario di economia politica, Tabellini, 52 anni, è
stato oggi protagonista a Trento, nel colloquio - Sala Depero - con
Tiziano Marson, direttore dei tre quotidiani del Gruppo Espresso di
area «dolomitica»: Trentino, Alto Adige e Corriere delle Alpi.
Argomento: i sistemi elettorali tra efficienza e
rappresentanza.
Subito, le conclusioni di Tabellini, protagonista di una «lezione»
asciutta, sorretta tanto dalle analisi dell'economista che dalla
passione di chi frequenta anche i territori della politica. Ebbene,
dice Tabellini, «lo status quo italiano è insostenibile e quella
che abbiamo davanti è una occasione unica per consolidare in Italia
il bipolarismo. La presenza di pochi partiti e l'esigenza di
governabilità spingono in questa direzione. Ci sono due pericoli: a
sinistra che prevalga, a fronte della necessità di una legge
elettorale, la tentazione delle alleanze; a destra che il problema
venga sottovalutato e ci si concentri solo sulla governabilità.
Ovviamente senza scordare che tra un anno c'è il referendum, il cui
impatto è imprevedibile.»
Però, «riformare si deve, per guadagnare efficienza ed efficacia.
Una legge elettorale siffatta presenta sintomi pesanti: miopia,
incapacità a decidere, corruzione e inefficienza», ha detto
Tabellini. Che ha poi analizzato pro e contro dei sistemi attorno
ai quali da anni si dibatte: quello proporzionale e quello
maggioritario. Tabellini non ha nascosto le sue simpatie per un
proporzionale basto sui piccoli distretti (sul modello spagnolo)
con soglie minime.
«Mi sembra possa indurre al bipolarismo, ma non è detto che basti.
Però potrebbe trovare tanto il sostegno del Pdl che del Pd e la
stessa Lega, che in alcuni distretti è forte, potrebbe
sposarlo.»
Certo, ci sono altre alternative all'attuale sistema. Il
maggioritario a turno unico: ma lo abbiamo già provato e non è
servito. Il maggioritario a doppio turno per ridurre il potere
contrattuale delle forze estreme: ma la destra non lo vuole.
Infine, il proporzionale puro con soglie di sbarramento: favorisce
il centro e induce instabilità del governo, ricorda Tabellini.
Il nuovo rettore della Bocconi ammonisce: il voto del 2008 è un
miracolo irripetibile, segnato a sinistra dalla voglia di marcare
le distanza dai veti incrociati interni al governo Prodi e a destra
dalla certezza di vincere e dalla voglia di governabilità. Ma la
drastica riduzione dei partiti, analizza Tabellini, non si ripeterà
se il premio di maggioranza non sarà spostato dalla coalizione al
partito.
Ma la «lezione» di Tabellini, ha offerto altri spunti. Sintomi,
evidenze empiriche, conclusioni. A partire dagli effetti diretti e
indiretti della legge elettorale, in tre aspetti: la formula voti
uguale seggi; la dimensione del distretto; il metodo del voto
singolo (candidato o lista). Ancora: voto di lista vuol dire
favorire corruzione e assenteismo mentre il proporzionale facilita
l'ingresso di forze diverse sulla scena politica. E ci sono degli
effetti diretti, dice ancora Tabellini, sulla spesa pubblica: il
sistema proporzionale parrebbe favorire maggiore spesa in beni
pubblici generali e welfare mentre il sistema maggioritario
premierebbe con benefici locali.
Ma non esiste, ha detto Tabellini, l'evidenza che un sistema sia
migliore dell'altro. Esiste, invece, la certezza già enunciata: il
miracolo irripetibile del 2008 va capitalizzato, con l'attuale
legge elettorale il rischio paralisi non è scongiurato. E un nuovo
sistema elettorale va fatto, giacché tutti convengono sul fatto che
l'attuale è comunque una «porcheria».