«L’Europa cambi radicalmente se vuole continuare a esistere»
Questo è il concetto espresso da Mario Draghi nella relazione prodotta su richiesta della von der Leyen sul futuro economico della UE
Senza voler fare paragoni irriverenti, il nostro giornale, L’Adigetto.it, in prossimità delle elezioni europee aveva già indicato i punti deboli dell’Unione Europea, più o meno gli stessi espressi oggi da Maio Draghi nella relazione prodotta su richiesta dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Ovviamente il peso delle sue parole ha tutt'altra dimensione.
Ma quello che non avevamo immaginato è che, continuando così, secondo Draghi, l'Europa va a sbattere.
L’obiettivo del piano redatto da Draghi era quello di delineare una nuova strategia industriale per l’Europa.
«Aumentare la produttività serve a continuare a finanziare il nostro modello sociale, – ha scritto in premessa. – Diversamente «non saremo in grado di diventare, allo stesso tempo, un leader delle nuove tecnologie, un faro di responsabilità climatica e un attore indipendente sulla scena mondiale. Economia e democrazia si saldano.»
Per raggiungere gli obiettivi stabiliti nel rapporto – si legge – è necessario un investimento aggiuntivo annuo minimo di 750-800 miliardi di euro. Che, in base alle ultime stime della Commissione, corrispondente al 4,4-4,7% del Pil dell’Unione nel 2023.
Per fare un confronto, Draghi ha spiegato che gli investimenti aggiuntivi forniti dal Piano Marshall tra il 1948-51 ammontavano a circa l’1-2% del Pil. E non basterà solo il risparmio privato.
Certamente va completata l’Unione del mercato dei capitali, sono sempre parole di Draghi, ma saranno necessari finanziamenti comuni per progetti chiave nell’innovazione ma anche per le infrastrutture energetiche transfrontaliere e la difesa.
Per Draghi serviranno eurobond con scopi precisi.
Ovviamente la von der Leyen è stata cauta: «Bisogna verificare la volontà politica per tali progetti europei comuni, poi definiremo se li finanzieremo con nuovi contributi nazionali o con nuove risorse proprie.»
E proprio per questo Draghi ha dato un’indicazione precisa: «La CE non può governare con l’unanimità di tutti i paesi. Come abbiamo visto, basta un paese contrario e si ferma tutto. Si dovrà poter deliberare con una maggioranza qualificata.»
I singoli paesi potranno conservare la propria autonomia, ma l’Europa deve portari a livello degli altri due giganti: la Cina e gli USA.
Non c’è tempo da perdere, ha concluso Draghi. L’Unione Europea è già in crisi. «Si deve intervenire subito o sarà una lenta agonia.»
Quanto sopra è stato da noi ricavato dal rapporto di Mario Draghi.
Ma consigliamo di farsi un’idea propria leggendo l’intero rapporto presentato alla von der Leyen, la cui versione in italiano è raggiungibile tramite questo link:
https://www.eunews.it/2024/09/09/il-rapporto-draghi-in-italiano/