Riforma del fisco, Confcommercio a Palazzo Chigi

«Bene una riforma complessiva del fisco» – «Scelte importanti sia di Irpef che di Ires» «Iva: no all’incremento della tassazione indiretta su beni e servizi»

«Bene un impianto di legge delega che si propone di perseguire una riforma complessiva del sistema fiscale con gli obiettivi di stimolare la crescita attraverso la riduzione del carico impositivo, di contrastare evasione ed elusione, di semplificare gli adempimenti e di rafforzare la certezza del diritto.
«La complessità del cantiere che si apre sollecita l’adozione di un metodo di confronto programmato e strutturato con le parti sociali.»
Così Giovanni Da Pozzo, vicepresidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, in occasione dell’incontro sulla riforma del fisco svoltosi a Palazzo Chigi.
 
«Emerge – ha proseguito Da Pozzo – la prospettiva di una riforma complessiva dell’Irpef, all’insegna della conferma del principio di progressività e con obiettivi di equità orizzontale, agendo sui versanti della riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito, di una no tax area senza disparità tra lavoro dipendente e pensionati ed anche perseguendo una estensione della flat tax.»
Quanto ai redditi d’impresa, per Confcommercio sono «importanti le scelte, sia in materia di Irpef che di Ires, che intendono favorire il reinvestimento degli utili in azienda, premiando gli investimenti in innovazione e la costruzione di nuova occupazione.
«Va però chiarito il percorso di progressivo superamento dell’Irap, accompagnato dal ricorso ad una sovraimposta Ires al fine di garantire il finanziamento del servizio sanitario.»
Per quel che riguarda l’Iva, invece, «gli interventi di razionalizzazione non dovranno comunque tradursi, a nostro avviso, in un incremento complessivo della tassazione indiretta su beni e servizi».
 
In materia di fiscalità green, con particolare riferimento all’accisa sui prodotti energetici e sull’energia elettrica, Da Pozzo ha ribadito l’esigenza di «un approccio che tenga insieme sostenibilità ambientale, economica e sociale.
«Sarà necessaria particolare attenzione agli sviluppi delle scelte europee in materia ed occorrerà preservare misure indispensabili per la competitività delle imprese italiane dei trasporti.
«Ed andrebbe previsto un principio di allineamento della accisa sui carburanti ai valori medi europei.»
 
«Bene – ha concluso il vicepresidente di Confcommercio – la semplificazione degli adempimenti e la promozione di compliance come assi per favorire l’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti, anche attraverso strumenti volontari di concordato preventivo.
«Ed importanti, in questo contesto, la qualificazione dello Statuto dei diritti del contribuente come legge generale tributaria e il riordino della normativa nella prospettiva di un unico Codice tributario.»
 
 I contenuti della legge delega  
Gli obiettivi sono quelli di stimolare la crescita economica e la natalità, sostenere famiglie, imprese e lavoratori, prevenire e ridurre l'evasione e l'elusione fiscale, razionalizzare e semplificare il sistema tributario.
Non dovrà comportare oneri per le casse dello Stato, quindi verrà finanziata in buona parte con la revisione delle tax expenditure, che sono ormai più di 600 e hanno un costo di 165 miliardi di euro.
La delega contiene i principi della riforma e ne delinea il quadro d'insieme. I decreti delegati, che conterranno le norme attuative, dovranno essere adottati entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge delega. Difficile, quindi che la riforma possa essere operativa prima della metà del 2025.
 
 I ventidue articoli suddivisi in cinque titoli e riguardano:  
- principi generali e tempi di attuazione;
- i tributi;
- i procedimenti e le sanzioni;
- testi unici e codici;
- disposizioni finanziarie.
 
L'ultimo articolo sulle disposizioni finanziarie prevede che dall'attuazione delle deleghe «non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e non deve derivare incremento della pressione tributaria rispetto a quella risultante dall'applicazione della legislazione vigente».
Per la revisione dell'Irpef la bozza di delega prevede la revisione e graduale riduzione nel rispetto del principio di progressività e nella prospettiva della transizione del sistema verso l'aliquota impositiva unica.
L'obiettivo di legislatura è dunque la flat tax per tutti.
Il provvedimento non dà indicazioni sulla riduzione del numero delle aliquote, dalle attuali quattro a tre, che rappresenterebbe il primo step del processo.
Tuttavia, il passaggio a tre aliquote, con conseguente revisione degli scaglioni di reddito, è stato presentato dal governo negli incontri con le parti sociali che si sono tenuti a Palazzo Chigi.
 
 Le ipotesi  
- 23% (fino a 15.000 euro);
- 27% (tra 15.000 e 50.000 euro);
- 43% (oltre i 50.000).
 
 In alternativa  
- 23% (fino a 28.000 euro);
- 33% (tra 28.000 e 50.000);
- 43% (oltre i 50.000).
 
Su questo impianto andrà poi calcolato l'impatto delle nuove detrazioni e deduzioni.
 
Novità anche per i redditi da fabbricati: la cedolare secca potrebbe essere estesa ai locali e a tutti gli immobili diversi da quelli ad uso abitativo.
Per i redditi da lavoro dipendente sarà prevista una semplificazione per i fringe benefit esclusi dal calcolo del reddito.
Per quanto riguarda l'imposta sui redditi delle società (Ires), la bozza conferma l'aliquota ridotta, rispetto all'attuale 24%, sulla quota destinata nei due anni successivi a investimenti qualificati e a assunzioni.
 
La revisione dell'Iva prevede la razionalizzazione delle aliquote, la revisione della disciplina della detrazione, la semplificazione delle procedure per i rimborsi.
Per l'Irap, che attualmente finanzia il servizio sanitario, è previsto il graduale superamento, con priorità per le società di persone e le società tra professionisti, e l'introduzione di una sovraimposta con base imponibile corrispondente all'Ires.