Renzi: «Venti di Grecia, Polonia e Spagna dicono UE cambi»

Non sono fenomeni pericolosi, ma certamente indicativi: non è questa l’Europa sognata da Degasperi, Schumann e Adenauer

Prima la Grecia che annuncia ufficialmente al mondo che non potrà pagare i debiti, poi la Polonia che sceglie di farsi governare da un partito nazionalista euroscettico, infine la Spagna che ha visto il successo del partito contrario all’austerity voluto dall’Europa.
Sono tutti segnali che vanno nella stessa direzione. L’Unione Europea non è in pericolo, così come non è neppure ipotizzabile l’uscita dall’Euro, ma è chiaro che i cittadini europei stanno dicendo basta ai sacrifici imposti da una politica che guarda solo la correttezza dei conti.
La Grecia si rifiuta di riversare sui cittadini ulteriori sacrifici, la Polonia non vede più vantaggi da Bruxelles, la Spagna si è espressa in maniera chiara e forte che vuole ripresa. A questo va aggiunta l’ipotesi di referendum che Cameron (UK) potrebbe indire un referendum per rimettere ai cittadini la decisione di restare o meno nell’Unione Europea.

L’Italia, che ha sempre protestato contro le politiche di rigore della UE, non ha mai rigettato le imposizioni di Bruxelles. Ma neanche a Renzi è sfuggita questa serie di coincidenze, che coincidenze non sono più. 
«Il vento della Grecia, il vento della Spagna, il vento della Polonia – ha detto il presidente del Consiglio – non soffiano nella stessa direzione, ma tutti dicono che l'Europa deve cambiare e io spero che l'Italia potrà portare forte la voce per il cambiamento dell'Europa nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
«L'euro serve ma c'è bisogno di cambiare la politica economica e c'è bisogno anche di un po' più di umanità, – ha aggiunto Renzi. – Mi riferisco a quanto sta accadendo nel Mediterraneo, perché è qualcosa che riguarda l’intero continente europeo e non solo l’Italia.»