Renzi ha messo le carte sul tavolo: è crisi di governo

Il «j’accuse!» dell’ex premier va all'incapacità dell’esecutivo di operare nell’interesse del paese

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Come annunciato, Matteo Renzi di Italia Viva ha ritirato le proprie ministre dalla compagine del Governo Conte, aprendo di fatto la crisi.
Nel corso della conferenza stampa, indetta dopo aver inviato la lettera di dimissioni al Presidente del Consiglio, ha esposto le ragioni del gesto, peraltro ormai atteso da tutti.
In sostanza ha accusato l’esecutivo di essere dispersivo, intempestivo e incapace di fare un lavoro all’altezza della pesantissima situazione in cui si trova il Paese.
Sostiene di aver migliorato il Recovery plan, ma è stato durissimo sui dubbi espressi dalla maggioranza sul MES, il fondo europeo sulla sanità.
 
Cosa succederà adesso è nelle mani del Presidente della Repubblica, perché è impensabile che Conte sostituisca i ministri e chieda al Parlamento la fiducia. Oltretutto che un rimpasto complessivo è comunque voluto un po’ da tutte le parti.
Quindi tutto può accadere, compreso il tanto esecrato ritorno alle urne.
Renzi non ha escluso un Conte Ter, anche se ha fatto capire che non crede molto a questa soluzione.
L’ex premier sta pensando a un governo di scopo ma, come abbiamo scritto ieri, la soluzione di una crisi di governo è sempre imprevedibile.
 
Di certo Renzi esclude categoricamente un’improponibile alleanza con Salvini («sovranista e antieuropeista») e comunque è impensabile che una legislatura possa sostenere un governo con tre maggioranze diverse.
Tuttavia è difficile ipotizzare un governo più operativo di quello attuale con questo medesimo Parlamento.
Vengono fatti tanti nomi di persone alla guida di un nuovo governo (magari «di scopo»), ma come si dice ormai da anni, vengono espresse delle ipotesi per bruciare sul nascere eventuali candidati.
Il gioco, secondo noi, è nelle mani del mazziere, il Presidente della Repubblica.