Intervista a Sandra Matuella, candidata alle provinciali per la Lega
Rappresenta il volto culturale e artistico di una stessa medaglia appartenente a un partito radicato nel proprio territorio
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Sandra Matuella, giornalista di successo specializzata in arte, musica e spettacoli. È sua infatti l’intervista fatta a Charles Aznavour in occasione dello spettacolo tenuto all’Arena di Verona.
Tuttavia la sua candidatura non ci ha sorpresi, dato che molti giornalisti sono tentati a scendere in campo.
Ma prima di chiederle perché, le abbiamo chiesto di presentarsi.
Sandra, nel mondo della stampa e della cultura tutti sanno chi è Sandra Matuella. Ma forse è bene che si presenti al grande pubblico.
«Sono nata a Trento il 7 maggio del 1970, in una casa di campagna che era una sorta di fattoria didattica anzitempo: qui è nata la mia passione per i fiori, le piante aromatiche e gli animali, ma la mia passion predominante è quella per la musica, tutta la musica.
«Così alla Facoltà di Lettere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, mi sono laureata con una tesi ad indirizzo artistico e di critica musicale, dedicata alla fortuna italiana del mistero Le martyre de Saint Sébastien di d’Annunzio e Debussy (voto 110 e Lode). Questa tesi è stata pubblicata nella rivista di studi dannunziani Quaderni del Vittoriale/08.
«Sempre alla Ca' Foscari ho conseguito la Laurea Magistrale in Musicologia con una tesi che analizza le influenze del mistico armeno Georges Gurdiieff sul teatro musicale d’avanguardia (L’occhio del cocchiere. Lo sguardo di Peter Brook nella regia d’opera, voto 110 e Lode).»
È per questo che si è trovata d’intesa con Charles Aznavour quando lo ha intervistato?
«Sì, conoscevo il suo impegno per il popolo armeno…»
Mi scusi l’interruzione e vada avanti con la presentazione.
«Ho studiato canto lirico al Conservatorio F.A. Bonporti di Trento e ballo flamenco al Cdm di Rovereto.
«Con il laboratorio di Etnomusicologia dell'Università di Trento ho preso parte alle ricerche sul campo nell'ambito dei riti di passione della Settimana Santa in Sardegna, Sicilia, Puglia, Basilicata e Corsica, dei pellegrinaggi mariani in Friuli, i canti del Calendimaggio in Toscana e lo Charivari in Piemonte.
«Per l'Archivio Provinciale della Tradizione Orale (A.P.T.O.) ho documentato e catalogato canti tradizionali dell'arco alpino, in particolare i canti della Stéla della Valle dei Mocheni, Valle di Cembra e Val di Sole.
Un curriculum di tutto rispetto… Ora però ci dica perché ha scelto di militare nella Lega.
«Sono onorata di candidare con la Lega perché è un partito anticonformista, adrenalinico e autenticamente autonomista: la Lega Infatti, ha il grande merito di aver fatto rinascere nelle persone l'amore per il territorio, per le sue tradizioni e le sue radici culturali e soprattutto spirituali di solida matrice cristiano-cattolica.»
Ma qui in Trentino l’Autonomia è molto sentita e le giunte provinciali che si sono susseguite l’hanno portata avanti e migliorata.
«Al contrario. I legami con il territorio Trentino sono stati soffocati da decenni di una politica ambigua, che ha fatto di tutto per contrabbandare una ideologia di sinistra senza anima, atea e materialista.»
Sento che è molto legata alla spiritualità dell’anima… Si è specializzata anche in questo?
«Per conoscere più a fondo la cultura cristiano-cattolica a cui appartengo, ho voluto frequentare il corso triennale di Scienze religiose della Fondazione Bruno Kessler e dell'Istituto Romano Guardini, insieme alla Scuola diocesana di formazione teologica, nel Seminario Maggiore di Trento, dove ho approfondito il mio interesse per ciò che riguarda la Liturgia e la Letteratura Cristiana Antica dei nostri Padri della Chiesa.
Possiamo dire che a questo punto ha deciso di dedicarsi al giornalismo per mettere a frutto il suo patrimonio culturale?
«Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti dal 1998, elenco Pubblicisti, collaboro con i giornali regionali, ma ho collaborato anche con La Nuova Venezia, l’Osservatore Romano, Telecittà di Padova, QT e Pentagramma.
«Dall’estero ho realizzato servizi giornalistici inerenti a progetti culturali promossi da istituzioni trentine e altoatesine, nell’ambito della coralità, della danza e del teatro d’opera, a Barcellona, a Budapest, a Praga, Salonicco, in Siria, in Transilvania, a Varsavia e a Vienna.»
Ha seguito anche incarichi particolari?
«Per sette anni mi sono occupata del settore media e comunicazione della rassegna Trentino Danza Estate. Dal 2010 al 2015 ho fatto parte della giuria tecnica del concorso coreografico Danz’è, del festival internazionale di danza contemporanea Oriente Occidente di Rovereto.
«Da due anni con lo studio mobile di Trento curo le dirette nazionali dal Trentino di Radio Maria.»
È anche attivista in qualche associazione artistica o spirituale particolarmente vicine alla sua estrazione culturale?
«Sono iscritta all’associazione nazionale GRIS, Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa, approvato dalla CEI, e ho frequentato la Scuola Diocesana per la politica, l’economia e il sociale.
«Faccio parte del movimento Nova Civilitas fondato da Gianfranco Amato, il presidente nazionale dei Giuristi per la vita; della Fondazione Gli Angeli di Maria fondata da Pantaleo Losapio, meglio noto come Pantaleo delle carceri, e della Associazione Enrica Bianchi Piccola Mamma Pro Causa Canonizzazione.»
Ha anche tempo per qualche hobby «terreno», o è vocata esclusivamente alla cultura?
«I miei passatempi sono l’uncinetto, il ricamo, il lavoro a maglia e le tradizioni erboristiche…»
Una persona come lei così orientata all’arte e alla cultura, come pensa di realizzare le sue aspirazioni nel progetto politico della Lega?
«Ho le idee molto chiare in proposito, come se fosse una naturale evoluzione della mia vita.
«Intendo riscoprire l’immenso patrimonio di arte, architettura, musica e ritualità sacra è l'impegno mio personale e della Lega tutta per creare, su tutto il territorio trentino, un circolo virtuoso tra il patrimonio spirituale stesso e tutte le strutture ricettive.
«L’enogastronomia, l'artigianato, gli artisti, le APT e gli operatori culturali, vanno raccordate per puntare a quello che a livello mondiale è uno dei principali motivi che spinge la gente a viaggiare, ossia il turismo religioso.
«Tutto questo avendo particolare riguardo alla devozione Mariana, e a quell'evento internazionale straordinario che ha nutrito tutto l'Occidente cristiano, e che va sotto il nome di Concilio di Trento.»
G. de Mozzi.