Bruno Lucchi, «Vivere lo Spazio» – Di Daniela Larentis
Inaugurazione sabato 12 ottobre al Museo Domenico Ghidoni di Ospitaletto (BS). La mostra resterà aperta fino al 15 gennaio 2025
Bruno Lucchi, «Perla la gigantessa» - Bronzo 2010.
Sabato 12 ottobre alle ore 11.00, presso la suggestiva cornice di Villa Presti a Ospitaletto (BS), verrà inaugurata la mostra «Vivere lo Spazio» di Bruno Lucchi, curata dallo stesso artista e da Carmela Perucchetti.
L’esposizione, ospitata dal Museo Domenico Ghidoni, sarà visitabile fino al 15 gennaio 2025 e offrirà ai visitatori l’opportunità di ammirare un ampio corpus di opere.
Il percorso espositivo si articola in due sezioni: 30 opere sono collocate negli spazi esterni e 24 all'interno del museo, creando un affascinante dialogo tra le sculture dell’artista trentino e quelle di Domenico Ghidoni, illustre scultore originario di Ospitaletto, nato nel 1857, a cui è intitolato il museo.
Quest’ultimo è stato inaugurato un anno fa e già si propone come un importante centro culturale per il territorio.
Le opere di Bruno Lucchi, apprezzato artista di fama nazionale e internazionale, trovano nuova espressione all’interno di questa realtà espositiva, inserite negli eleganti ambienti di Villa Presti, riportata da una importante opera di ristrutturazione alla eleganza dello stile architettonico degli anni Venti del secolo scorso e circondata da un ampio parco.
I gruppi scultorei di Lucchi, spesso di grande formato, toccano tematiche diverse, mantenendo un linguaggio visivo immediato ma al contempo carico di significato profondo.
Un percorso artistico, quello di Lucchi, caratterizzato da una lunga e intensa attività espositiva a livello internazionale, ben documentato da un’ampia bibliografia e dalla partecipazione a numerosi progetti di arte pubblica.
Negli ultimi anni, la sua ricerca si è concentrata soprattutto su interventi en plein air, dove la scultura interagisce liberamente con l’ambiente urbano, creando prospettive nuove e inaspettate.
Tra le tappe principali del suo lavoro figurano la collaborazione con il MUSE di Trento nel 2014, che ha visto le sue opere esposte anche nel quartiere «Le Albere» progettato da Renzo Piano, seguita da installazioni presso il Forte delle Benne nel 2018, a Pordenone, Jesolo nel 2019, e più di recente, nel 2022, a Villafranca e Soave.
Un importante riconoscimento per l’artista è stato quello di poter esporre nel 2023-2024 a Levico Terme, il luogo in cui vive e lavora, unendo così la sua visione artistica al legame profondo con il suo territorio d’origine.
Bruno Lucchi, «Umanità» - 2024.
Spiega la curatrice Carmela Perucchetti, nel suo contributo critico in catalogo:
«Punto di partenza del percorso artistico, elaborato nella continuità di un pensiero coerente, spesso sviluppato per tappe successive alla scoperta di nuove forme, resta con forza la figura umana, nel tempo prosciugata, allungata, fissata in eleganti posture in equilibrio statico e fittamente percorsa lungo la superficie del corpo da linee orizzontali parallele, a simulare l’erosione del vento e dello scorrere del tempo, mentre il contrasto con il volto e il busto perfettamente levigati rivela un ruolo di misteriosa, attenta presenza.
«Chiome morbidamente raccolte in trecce o divise ai lati del capo, come ali pronte a librarsi nel vento, partecipano ad una rappresentazione non solo estetizzante, ma anche ricca di forza interiore. Sogno, contemplazione, silenzio innervano ora figure femminili, ora androgini in dialogo sempre nuovo con l’ambiente in cui vengono posti, muti testimoni e custodi del vivere.»
«Tale percorso di sintesi formale porta Lucchi alla riconquista degli archetipi della storia umana come gli antichi menhir, dal bretone «men hir» (pietra lunga), grandi monoliti dell’età del bronzo diffusi in Bretagna, nelle isole britanniche, ma anche in Salento e in Sardegna, segni emersi da un passato perduto, testimonianza senza tempo del bisogno umano di trovare armonica relazione tra sé e la dimensione trascendente.
«Emblematici di questo passaggio gli Oracoli e il gruppo Tra memoria e visione, forme al limite tra la concretezza della materia e la leggerezza del sogno, tra lo spazio orizzontale, negli sguardi all’infinito delle figure, e la tensione verticale, tra livello di terra e desiderio di cielo. A tali figure si contrappone la fisicità di «Perla - la Gigantessa», morbida femmina traboccante di opulenza, venere contemporanea che rivisita i primordi della civiltà per recuperare il senso perduto della gioia di vivere, nel libero contatto con la natura.
«L’utilizzo del corten, infine, da struttura portante diviene cornice e contesto per figure in bronzo dall’impatto fortemente evocativo, da Equilibri Finestra alla Barca delle Naiadi, creando autentiche situazioni scenografiche nel contesto naturale.
«Le due sale espositive a piano terra ospitano altri bronzi in formato consono allo spazio interno, pur mantenendo le medesime caratteristiche strutturali e di significato: su sostegni ridotti all’essenziale si susseguono in eleganti posture le Coppie, i Custodi del silenzio e pensose figure femminili in equilibrio statico, cui si vanno a contrapporre le Perle, dinamiche nei loro volteggi spaziali, trionfanti nel vigore delle membra.
«Il sottile filo di voluta sproporzione, sempre presente e cercata nei corpi, genera suggestioni diverse, dalla pensosa riflessione sul senso stesso dell’esistenza alla gioiosa esplosione del libero movimento nello spazio, istanti di danza fermati nella materia.
«Spazi esterni ed interni: significativo come ancora una volta l’opera scultorea di Bruno Lucchi sappia interpretare i luoghi del vivere, strade e piazze, corsi e specchi d’acqua, fortezze e parchi, ed ora questa villa museo, luogo di bellezza e di condivisione di cultura, sintesi di mondi ed epoche diversi.»
Bruno Lucchi - Foto di Davide Fazio.
Alcune brevi note biografiche.
Bruno Lucchi nasce a Levico Terme (Trento) nel 1951 dove tuttora vive e lavora. Studia all’Istituto d’Arte di Trento completando gli studi al Magistero delle Belle Arti di Urbino.
Installazioni su navi da crociera: «Tra memoria e visione» e «Dio Poseidone» 2004 Costa Magica; «La piscina delle Nereidi» 2011 Costa Favolosa; «La piscina delle Perle» 2012 Costa Fascinosa; «Tenerezza» 2012 Costa NeoRomantica.
Opere pubbliche: «La Filanda» 1989 Sede Comprensoriale Alta Valsugana, Pergine, TN; «Santa Barbara» 1995 Vigili del Fuoco, Calceranica, TN; «Unioneì 1997 Cassa rurale Levico Terme, TN; «Diana» 1999 CONI Federazione della caccia, Roma; «Androgino» 2008 Scogliera Viva, Caorle, VE; «Mater Salutis» 2001 Legnago Verona; «Finestra» 2011 Terme di Linfano, Arco, TN; «Unione», e «Attesa» 2013 Centro ospedaliero di Cles, TN; «Equilibri» 2013 La ville de Gap; «Mons. Santin» 2014 Santuario di Monte Grisa, Trieste; «Finestra» 2015 centro Polisportivo, Bondo, TN; «Sinfonia n° 2» 2021 Palazzo Tomelin. Pergine Valsugana, TN; «Finestra» 2022 Pordenone, lo stesso anno «Padre Pio» Passau Germania; «Origini» 2023 Levico terme, TN; «Umanità» 2024 Avis, Ospitaletto, BS.
Monografie: «Dialogo con l`invisibile» 2013 - Carlo Cambi Editore, Poggibonsi; «Parole scavate» 2014 - edito dal Museo delle Scienze di Trento (MUSE); «I sapori dell’Arte» 2019 - Publistampa Editore, Pergine Valsugana Trento; «Parole scavate» 2018 - Forte delle Benne Levico Terme Trento; Film-documentario «Les Gardiens du Silence» 2005 ripercorre tutta l’opera, le principali mostre personali e l’atelier di Lucchi. Prodotto dalla troupe parigina Astiko sia in lingua francese che italiana.
Bruno Lucchi, «Barca delle Naiadi» - Corten e bronzo - 2014.
Nel 2023 termina il restauro e l’ampliamento del nuovo studio il «Molo51».
Inizia ad esporre nel 1975 e prosegue l’attività come professionista dal 1991, ha al suo attivo più di 300 esposizioni personali e innumerevoli collettive, tutte realizzate nelle più importanti sedi pubbliche e private e in prestigiose gallerie d’arte italiane ed estere.
Per quanto riguarda la stampa, di lui si sono occupate tutte le principali testate critiche nazionali (Arte, Archivio, Arte In, Forum Artis, Images Art & Life, Tema Celeste).
Nel mese di dicembre 2000 il mensile Arte Mondadori ha dedicato all’artista trentino un prezioso libro monografico.
La mostra «Vivere lo Spazio» si presenta quindi come un'occasione preziosa per chi desidera esplorare l'opera di questo importante artista, inserita in un contesto che esalta l’interazione tra arte e paesaggio, in dialogo con le sculture di Domenico Ghidoni, a cui il museo è dedicato.
Prima di concludere vogliamo segnalare un altro appuntamento, fissato per domenica 13 ottobre, alle ore 11.00, in Piazza Mercato: l’inaugurazione dell’opera «Umanità» di Bruno Lucchi, commissionata dal Comune di Ospitaletto in occasione del 65° anniversario della fondazione della sezione AVIS di Ospitaletto.
È Lucchi stesso a descrivere il significato della scultura:
«Serena, fiduciosa e determinata, una slanciata figura femminile quasi a grandezza naturale tende lo sguardo verso il cielo a scrutare nuovi obiettivi. «In armonia con la natura dello spazio pubblico antistante la sede di Ospitaletto (BS) e nella ricorrenza dei suoi sessantacinque anni di vita, Umanità simboleggia lo spirito dell’Avis».
Daniela Larentis – [email protected]
Bruno Lucchi, «Perla di corsa» - Bronzo 2018.