Di Michele e i soldati tra due divise, presentazione il 26 aprile
Lo storico Andrea Di Michele presenta il suo ultimo libro sui soldati italiani che combatterono per l'Austria durante la Grande guerra il 26 aprile al Trevi
Più di 100.000 sudditi austro-ungarici di lingua italiana originari del Trentino e del litorale adriatico combatterono nell’esercito dell’Impero durante la Grande guerra.
Della loro esperienza parla Andrea Di Michele, ricercatore al Centro di competenza Storia regionale della Libera Università di Bolzano, nel suo ultimo libro intitolato «Tra due divise. La Grande Guerra degli italiani d’Austria» (Laterza 2018).
La presentazione del volume, in collaborazione con lo stesso Centro di competenza di Unibz, si terrà alla Biblioteca provinciale Claudia Augusta presso il Centro Trevi, via Cappuccini 28, a Bolzano, il 26 aprile alle ore 18.
Modera l'incontro Giorgio Mezzalira. Il volume di Di Michele racconta dunque l’esperienza dei soldati italiani dell’esercito austroungarico che parlavano la lingua del nemico e per questo venivano considerati inaffidabili e sospetti.
Inviati soprattutto sul lontano fronte russo, in migliaia caddero prigionieri.
Già nel corso della guerra, circa 4.000 furono intercettati da un’apposita missione militare italiana che, dopo averli selezionati e parzialmente «rieducati», li trasportò via nave nel Regno.
Altri, sorpresi dalla rivoluzione bolscevica e trasferiti con un viaggio avventuroso nella concessione militare italiana di Tientsin, furono in parte aggregati al Corpo di spedizione italiano in Estremo oriente, inviato a combattere contro i bolscevichi e rimpatriato soltanto nei primi mesi del 1920.
Al di là dei trascorsi avventurosi, vissuti in lunghi anni passati tra guerra, prigionia e complicati ritorni, i soldati di lingua italiana dell’esercito austro-ungarico rappresentano un tema storiograficamente interessante.
Le loro vicende rimandano alla complessa questione nazionale nella Duplice monarchia, in particolare nelle cosiddette «terre irredente».
«Ma soprattutto – spiega Di Michele - spingono a indagare i motivi dello sguardo per certi aspetti egualmente diffidente che su di essi rivolsero sia le autorità austriache, sia quelle italiane, nonché a interrogarci sui sentimenti con cui partirono per il fronte, sulle loro identità culturali, nazionali, regionali e sui modi in cui queste vennero messe in discussione, modificate o ribadite a seguito dell’esperienza di guerra.»
La presentazione del libro di Di Michele rappresenta una novità nell’offerta della Biblioteca Claudia Augusta.
«Si tratta di una piccola svolta scientifica e in chiave di promozione della saggistica che la Biblioteca sta imprimendo alle proprie presentazioni», sottolinea la direttrice, Valeria Trevisan.
Si tratta del primo di una serie di appuntamenti del genere, che andranno ad aggiungersi ai workshop e alle presentazioni di volumi di interesse locale che da tempo trovano spazio nella sede della biblioteca in via Cappuccini a Bolzano.