L’Economia Comportamentale in risposta alle angosce della crisi

Tore Ellingsen ha spiegato come i sentimenti possano influenzare i comportanti economici

Per molti anni gli economisti hanno tralasciato il settore dell'economia comportamentale dando praticamente carta bianca al modello predominante che è quello dell'egoista razionale. Siamo tutti egoisti razionali.
Ma è veramente così? Per il professore Tore Ellingsen - docente di economia alla Stockholm School of Economics - no. La realtà è più complessa perché più complessa è la natura umana. Ecco quindi che gli economisti farebbero bene a farsi dare una mano da altri studiosi come gli psicologi e i sociologi «che altro non sono che economisti che si sono stufati di analizzare tutto solo ed esclusivamente tenendo conto di numeri e percentuali, come ha commentato con ironia il professor verso la sala di rappresentanza di Palazzo Geremia che era gremita di pubblico.

Nell'introduzione Lorenzo Sacconi, professore di economia presso la facoltà di Economia di Trento, per dare tutto il peso che meritava all'interessante lezione, ha citato il padre dell'economia, Adam Smith, ricordando che il grande economista era anche filosofo e dava grande importanza ai «sentimenti morali».
«Per esempio ci possiamo chiedere: esiste un'inclinazione a mentire? È vero che, da buoni egoisti razionali, ci siamo portati ma è anche vero che poi abbiamo il senso di colpa che può risultare determinante nella scelta finale del nostro agire.»

La lezione del professore è partita tutta da un curioso esempio.
Trovandosi a New York non sapeva quanto dare di mancia al tassista e alla fine si decise a chiedere direttamente a lui quanto avrebbe dovuto dargli ma questi rispose che la mancia era ad esclusiva discrezione del cliente. Accortosi in albergo poco dopo di aver dato una mancia inferiore agli standard fu preso da un sentimento di vergogna.
«Bisogna iniziare a prendere in considerazione queste sensazioni se vogliamo avere delle teorie economiche valide a tutto tondo.»

Dopo questo simpatico ma illuminante esempio Ellingsen ha chiesto al pubblico «Fino a che punto è saggio secondo voi, quando si mettono a punto le istituzioni di una società o la struttura di governance interna di un'azienda, presumere il peggio sui governanti, i cittadini o i lavoratori?»
La risposta che tutti si sono dati al termine della dotta lezione è che questo è un atteggiamento molto pericoloso perché se si pensa che i propri dipendenti siano dei furfanti li si incoraggia ad esserlo. Una sorta di profezia autoilluminante. Allo stesso modo un datore di lavoro che si comporti in modo egoistico basando tutta l'efficienza della sua azienda su un sistema di controlli e di incentivi economici incoraggia i suoi dipendenti ad avere comportamenti poco collaborativi.

La lezione di Ellingsen è stata trapuntata da tutta una serie di citazioni dei più importanti economisti di tutti i tempi - da Hobbes a Hume, da Smith a Nash, da Aumann a Becker , senza tralasciare però anche studiosi di altre discipline come Darwin o Titmuss, altrimenti l'intero suo ragionamento sarebbe stato incoerente - impossibile riportarle tutte.
La più importante forse è stata quella di Hobbes che ha scritto nel suo Leviatano del 1651 che «Il desiderio di elogio predispone ad azioni lodevoli, come cercare di compiacere coloro di cui apprezziamo il giudizio».
Eccola quindi la chiave di tutto il ragionare di Ellingse: vergogna, stima, soddisfazione! Non più solo aride percentuali e numeri interpretati secondo teorie spesso in contrasto tra di loro.

E a corroborare questo credo un altro interrogativo, «L'incentivo monetario elimina il senso civico?» si chiedeva Titmuss. Parrebbe di sì, se è vero come è vero che quando è stato introdotto il pagamento nelle donazioni di sangue molti - soprattutto giovani donne - hanno smesso di farlo. Perché? Perché la motivazione umanitaria che il denaro ha abbattuto era alla base della loro scelta.

Numerose domande hanno concluso l'interessante lezione di Ellingsen.
Le due più interessanti sono state le seguenti:
«Non trova che il luogo e il tempo di un esperimento scientifico economica li possano influenzare notevolmente?»
«Sì, questo è indiscutibile - ha risposto Ellingsen - ma tenga conto di due cose: in primis gli esperimenti di cui abbiamo discusso oggi sono stati effettuati molte volte ed in ambienti culturali diversissimi e quindi le conclusioni tratte non si riferiscono ad un caso singolo. In secundis è emersa chiara una tendenza universale ad attenersi alle norme.»

«Mi sembra che la crisi economica attuale - ha chiesto un altro professore presente come spettatore - evidenzi chiaramente come la corruzione sia il peggiore dei cancri per lo sviluppo, anche la situazione degli Stati uniti ne è la prova.»
«È vero, ma non dimentichiamo mai che dove c'è corruzione tra i governanti c'è corruzione anche tra la popolazione. I governanti devono essere controllati da istituti che pensano al peggio, non deve esserci spazio per la corruzione.»