L’autonomia del Trentino oggi – Di Mauro Marcantoni – 32
La questione finanziaria come concausa del provincialismo autoreferente
Negli anni Novanta, l’autonomia del Trentino-Alto Adige, aveva beneficiato di un regime di entrate eccezionale.
Le ragioni di questo surplus, che fece lievitare i bilanci provinciali di oltre due cifre tra una legislatura e l’altra, erano dovute alla riforma del sistema finanziario, che aveva trovato compimento sul finire degli anni Ottanta e che, ovviamente, avrebbe prodotto i suoi effetti nel decennio successivo.
Più in particolare, con la norma di attuazione del Titolo VI dello Statuto (emanata con d.lgs. 16 marzo 1992, n. 268) si realizzò il completamento del regime finanziario e si procedette a fornire concretezza ad una serie di principi fortemente innovativi, anche in confronto agli ordinamenti delle altre autonomie differenziate.
Poiché la revisione statutaria aveva carattere innovativo, la norma di attuazione dovette prevedere soluzioni altrettanto innovative e articolate, anche relativamente ad elementi di complessità che la puntualizzazione delle regole applicative aveva sollevato.
Pertanto, la norma di attuazione, oltre ad essere una sede tecnica di definizione e puntualizzazione del nuovo ordinamento, costituì il pretesto per qualificare e rafforzare ulteriormente il sistema finanziario della Regione e delle Province, tramite la messa a punto di strumenti utili a garantire oggettività delle relazioni finanziarie, certezza e programmabilità delle risorse, nonché piena autonomia nel loro utilizzo.
Questo nuovo sistema favorì una forte ripresa nell’esercizio concreto delle competenze statutarie ma ebbe anche qualche controindicazione.
L’incremento consistente di risorse comportò due effetti negativi: il primo fu l’attenuarsi della logica selettiva negli interventi, visto che gli incrementi di bilancio consentivano di mantenere, almeno tendenzialmente, gli impegni già consolidati, ricorrendo – per le innovazioni – alle maggiori risorse disponibili nei bilanci provinciali e regionali; il secondo è dovuto al fatto che questa dovizia di mezzi finanziari incrementò l’autoreferenza e una certa sensazione di autosufficienza, allontanando sensibilmente le attenzioni locali da quelle più ampie del contesto nazionale.
Ragione, questa, che accanto alla prima citata perdita di legami forti con il centro connotò sensibilmente il decennio in termini di autoreferenza e di chiusura in se stesso del sistema autonomistico provinciale e regionale.
Rielaborazione giornalistica dei contenuti del volume di Mauro Marcantoni STORIA, della Collana Abitare l’Autonomia - IASA Edizioni, Trento. |