Richiesta di prestito, cosa fare quando viene rifiutata?

Ecco le motivazioni e i consigli che gli esperti possono dare in questi casi

Richiedere un prestito personale oggigiorno è un’operazione semplice.
Con le nuove tecnologie a disposizione, si possono utilizzare i canali digitali snellendo l’iter burocratico, velocizzando i controlli e tutte le tempistiche di lavorazione.
Nel momento in cui una richiesta di prestito viene rifiutata, come ci si deve comportare? Ecco le motivazioni e i consigli degli esperti.
 
 Perché viene rifiutato un prestito?  
Per capire come procedere in caso di un prestito rifiutato, bisogna fare un piccolo passo indietro. È importante capire quali siano state le motivazioni che hanno portato, banca o finanziaria, a prendere questa decisione.
 
Ci sono moltissimi fattori che possono essere presi in considerazione, ovvero:
• Reddito insufficiente, con una rata mensile per il rimborso del finanziamento troppo alto rispetto allo stipendio o alla pensione;
• Contratto di lavoro non adeguato, con impossibilità di fornire delle garanzie per un prestito a lungo periodo;
Segnalazioni al CRFI per passati ritardi dei pagamenti, versamenti non avvenuti o protesto. In questo caso si può richiedere la cessione del quinto per protestati;
• Troppi finanziamenti aperti e una condizione non chiara, tanto che la banca potrebbe non fidarsi del richiedente;
• Una domanda per il finanziamento con informazioni non corrette e/o incomplete.
 
Non solo, in alcuni casi l’Istituto Bancario o la Finanziaria potrebbero non fidarsi del garante e credere che non possa essere in grado di accollarsi il debito, se necessario.
Se la domanda di finanziamento viene rifiutata, il consiglio è di affidarsi immediatamente ai consulenti specializzati di Rexpira.
La situazione in essere verrà valutata, così da capire quale sia l’ostacolo e anche la soluzione più adatta alle proprie esigenze.
 
 Richiesta di prestito negata, cosa succede?  
Quali sono le conseguenze di un prestito negato? Prima di tutto, si viene segnalati al CRFI.
Il nome viene inserito all’interno della banca dati dei sistemi di informazione a disposizione di banche e finanziarie.
È bene evidenziare che non si tratta di una indicazione come cattivo pagatore, ma di una segnalazione della richiesta rifiutata.
 
La segnalazione resta attiva circa 30 giorni, subito dopo avviene la cancellazione automatica dal sistema. Se la necessità di prestito non è urgente, il soggetto interessato potrà attenere un mese prima di rivolgersi ad un altro istituto finanziario per la domanda.
La segnalazione è una prassi regolare che coinvolge tutti i soggetti, un modo universale per aiutare le aziende del settore ad avere le informazioni tramite banca dati aggiornata.
 
Il rifiuto, come accennato, può avere cause diverse.
Ci sono dei soggetti che non hanno un merito creditizio certo o la domanda non è stata formulata correttamente.
In altri casi, ci sono persone dal passato incerto e le aziende si affidano ai database per evitare sorprese.
 
 Segnalazione al CRIF, bisogna preoccuparsi?  
Non bisogna preoccuparsi a seguito della segnalazione al CRFI. Per capire se il proprio nome sia stato inserito nel database, basterà chiedere una visura: gratuito per persone fisiche, a pagamento per le aziende.

Se ci sono delle informazioni non corrette, il soggetto interessato dovrà rivolgersi direttamente alla banca o alla finanziaria di riferimento. Il contatto sarà ottimale per modificare o cancellare alcuni dati non corretti.

Dopo 30 giorni, si potrà nuovamente chiedere il prestito facendo attenzione ad avere tutti i requisiti necessari.