Scheda: il campo eolico sperimentale di Trento
Un esperimento volto a verificare la percorribilità di questa strada
L'energia eolica potrà essere in futuro una risorsa concreta
e sostenibile anche in Trentino? Un contributo scientifico per
sciogliere questo interrogativo potranno in parte fornirlo i dati
ottenuti dal funzionamento delle turbine eoliche di piccola taglia
(potenza massima di 20 kW) che sono state installate nel Campo
eolico sperimentale di Trento nord, inaugurato oggi all'interno
delle aree dell'interporto doganale. Il progetto, coordinato dal
Laboratorio di Macchine del Dipartimento di Ingegneria meccanica e
strutturale, è frutto della collaborazione tra l'Ateneo, l'Ape
(Agenzia provinciale per l'Energia, proprietaria delle turbine e
delle strumentazioni) e la società Interbrennero S.p.A.,
proprietaria del terreno su cui sorge il campo. Il progetto vede
inoltre la partecipazione del Comune di Trento e di molti Servizi e
Dipartimenti della Provincia autonoma. Dopo alcuni anni di
progettazione e studio, nasce così il laboratorio all'aperto, in
assoluto la prima struttura di questo tipo gestita da un'università
in Italia.
Nel corso di un biennio il progetto di ricerca esaminerà il
comportamento di turbine eoliche di diverse concezioni costruttive
e valuterà criticamente l'impatto delle differenti scelte
tecnologiche su aspetti quali l'efficienza energetica, la
generazione di rumore e l'affidabilità tecnica. La ricerca è
rivolta, in generale, a migliorare la conoscenza scientifica sul
funzionamento di mini-turbine eoliche nei terreni complessi, anche
se i dati raccolti potranno offrire preziose indicazioni sulla
tipologia più adatta a soddisfare i fabbisogni domestici e
artigianali/rurali del territorio provinciale. Molta attenzione
sarà riservata anche all'analisi critica di tutti quei fattori che
favoriscono o limitano la penetrazione efficace sul territorio
della risorsa mini-eolica (ad esempio l'emissione sonora, l'impatto
visivo, l'effetto sulla fauna, l'iter autorizzativo, ecc.)
Il progetto, in particolare, valuterà l'efficienza energetica,
funzionale e strutturale di due mini-turbine eoliche - una da 11 kW
e l'altra da 20 kW di potenza nominale - oltre a una turbina di
taglia inferiore (1 kW). La taglia è stata scelta in funzione della
possibilità di integrazione energetica dei fabbisogni domestici e
artigianali/rurali sul territorio. Il primo passo per l'avvio del
campo è stata l'erezione delle torri anemometriche necessarie per
correlare le misure di vento alle prestazioni delle macchine. Le
tre turbine eoliche di diversa altezza sono state installate con
successo nell'arco degli ultimi mesi.
Saranno dunque testate sul campo le reali possibilità
della cosiddetta generazione diffusa di energia elettrica operata
da privati per mezzo di impianti eolici di taglia fino a 20 kW:
un'opportunità che in Italia è ancora poco sfruttata. In futuro,
infatti, la nascita di piccoli impianti eolici per utenze
domestiche, rurali e artigianali collegate alla rete elettrica in
bassa tensione potrebbe diventare una realtà. Questo è peraltro ciò
che già si intende con il termine generazione distribuita
dell'energia:piccoli impianti di diffusi sul territorio (come
peraltro avviene già per il fotovoltaico e gli impianti
idroelettrici di piccola taglia). A differenza delle macchine di
taglia superiore, le miniturbine normalmente operano vicino al
luogo dove viene utilizzata l'energia meccanica o elettrica, anche
se questo non risulta particolarmente ventoso (si consideri che la
raccolta avviene ad altezze tali da risentire significativamente
della rugosità dei terreni). La natura stessa delle mini-turbine
richiede inoltre, per la vicinanza dell'istallazione ai centri
residenziali, emissioni limitate di rumore e ridotto impatto
visivo.
Il progetto sperimentale, per quanto applicato ad un territorio
produttivo circoscritto e molto limitato nell'impatto sul sistema
(non si prevede infatti uno sviluppo a breve di queste tecnologie
su vasto raggio in provincia) potrà avere ricadute interessanti
nella conoscenza e nello studio di fattibilità per impianti
analoghi anche sul territorio trentino.