Trentodoc e ristorazione: binomio di successo per il territorio
L’Associazione ristoratori del Trentino ha organizzato un convegno durante il Trentodoc Festival dedicato al connubio tra ristorazione e bollicine di montagna
Un focus sul «Ruolo della ristorazione nella valorizzazione del Trentodoc»: così si è conclusa la seconda serata del Festival che dal 22 al 24 settembre ha riacceso i riflettori sulla crescita, sull’importanza e sul continuo sviluppo del metodo classico e del marchio trentino per eccellenza.
Un appuntamento al quale hanno preso parte i vertici proprio del settore della ristorazione di Confcommercio Trentino e della rappresentanza nazionale di categoria, oltre ad altri esponenti del comparto interessato.
Durante l’incontro, tenutosi a Palazzo Geremia lo scorso 23 settembre, sono infatti intervenuti Marco Fontanari (Presidente Associazione Ristoratori del Trentino), Peter Brunel (Chef Patron del ristorante Peter Brunel di Arco), Antonio Santini (Patron del ristorante Dal Pescatore Santini), Federico Simoni (contitolare di Monfort e socio di Etyssa) e Lino Enrico Stoppani (Presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi).
Si è discusso ovviamente di ristorazione, ma anche e soprattutto – e non poteva essere altrimenti visto l’alto livello dei relatori coinvolti – di ristoratori, gli ultimi tasselli del metodo classico di montagna: dalla campagna alla produzione, fino al consumatore finale.
Moderati dalla giornalista del Corriere della Sera Divina Vitale, gli ospiti si sono soffermati su aspetti certamente diversi, ma centrali nell’attualità e fondamentali per dare una visione di futuro al rapporto tra ristorazione e Trentodoc. Un binomio che, come emerso, si è già confermato vincente.
«Per lungo tempo abbiamo assistito ad un ‘corteggiamento’ tra la ristorazione trentina e il Trentodoc, – ha spiegato il presidente Fontanari, prendendo per primo la parola. – Ad oggi però, come rappresentante di questo comparto, mi sento di dire che siamo arrivati ad una convivenza. Sarà però un lungo percorso e la speranza è quella che si resti insieme per sempre.
«Occorrerà proseguire nell’approfondimento e, soprattutto, nella valorizzazione reciproca. Su questo l’Associazione e Confcommercio Trentino sta facendo un grande lavoro di sensibilizzazione e formazione dei propri associati, non solo rivolta ai titolari delle imprese ma anche ai collaboratori.
«È importante che il Trentodoc venga valorizzato in quanto si tratta di un prodotto di eccellenza: voglio evidenziare con soddisfazione come, nell’ultimo periodo, siano sempre più numerosi e diversi i soggetti che vogliono informarsi rispetto a queste bollicine di montagna.»
«Ha fornito numeri importanti sull’intero settore della ristorazione il rappresentante nazionale Stoppani che ha evidenziato tuttavia come, proprio nel nostro Paese, manchi una regia coordinata per dare il giusto valore ad un comparto di importanza assoluta.
«Stiamo parlando di un mondo dai grandi valori economici e materiali. I numeri parlano chiaro: la ristorazione genera 90 miliardi di euro di fatturato, 44 miliardi di valore aggiunto e rappresenta il primo settore nella filiera agro-alimentare, meglio anche dell’agricoltura; ancora, occupa 1,2 milioni di persone in 330 mila imprese.
«Dal punto di vista materiale invece, ristorazione significa storia, tradizioni, socialità, cultura, identità, elementi fondamentali per il nostro Paese.
Ma nonostante tutto ciò, purtroppo manca una considerazione ed una condivisione generale in grado di coordinare il settore, le cui competenze e visioni sono frazionate tra più Ministeri.
Ciò non consente di indirizzare nel modo corretto gli investimenti, che sarebbero invece determinanti in questo comparto».
Spazio poi a chi il Trentodoc lo serve ogni giorno sulle tavole della propria attività. «Ho vissuto un’esperienza decennale a Firenze, dove pian piano ho lavorato per far conoscere il Trentodoc, un prodotto che ogni giorno mi ha fatto sentire a casa – ha spiegato chef Brunel. – Inoltre, mi è sempre piaciuta l’idea di sperimentare.
«E così ho fatto, portando in tavola combinazioni particolari e nuove, versioni personali del Trentodoc. Ho voluto valorizzare questo nettare non solo perché ha un grandissimo rapporto qualità-prezzo, ma anche perché negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita enorme della sua qualità e delle aziende che hanno creduto in lui.»
Convinto della forza del binomio vini-ristoranti anche il collega Santini (tre stelle Michelin, titolare del ristorante Dal Pescatore Santini):
«Il connubio tra le attività di ristorazione e il Trentodoc è indissolubile. Per far assaggiare piatti straordinari servono vini straordinari: ricordo ancora quando, anni fa, un cliente mi disse che, vista la qualità dei vini che proponevo in menù, la mia cucina sarebbe dovuta essere all’altezza. Fortunatamente fu così.
«Chi lavora in questo settore può concordare sul fatto che è cambiato tutto, ma di fatto non è cambiato nulla: oggi come cinquant’anni fa, accanto a certi tipi di piatti servono vini di alto livello.»
La parola è infine passata a chi, quotidianamente, si occupa della produzione del Trentodoc: Simoni infatti ha evidenziato come questo marchio, nonostante richieda impegno e pazienza, si stia ormai espandendo senza confini in termini commerciali.
«Il successo del Trentodoc è evidente non solo in Italia, ma anche all’estero. Le vendite nel 2022 hanno superato le 13 milioni di bottiglie, in crescita rispetto al 2021 e, grazie all’intuizione vincente della famiglia Lunelli e in seguito alla sponsorizzazione in Formula 1, possiamo decisamente parlare di una svolta proprio per quanto riguarda i mercati oltre confine.
«Il merito di tutto ciò va attribuito alle persone che hanno deciso di puntarci e di valorizzare questo prodotto.
«E non dimentichiamo che, nonostante sia legato a cento anni di storia del metodo classico, il Trentodoc è anche estremamente moderno, con un tasso alcolico contenuto e adatto per i momenti conviviali.
«Permette di valorizzare le piccole produzioni e sono sicuro che in futuro, proseguendo su questa strada, potremo toglierci grandi soddisfazioni.»