Moreno Fabbro, Il lento fruire della realtà – Di Daniela Larentis

La mostra proposta dall'associazione Trentino storia e territorio è stata inaugurata lo scorso 11 maggio ad Arco, con i lavori in bianco e nero dell’artista trentino

Moreno Fabbro.
 
La mostra «Il lento fruire della realtà», proposta dall'associazione Trentino Storia e Territorio e curata da Monia Di Mauro, è stata inaugurata lo scorso 11 maggio ad Arco, con i lavori in bianco e nero di Moreno Fabbro. Si tratta di una trentina di opere caratterizzate da una profonda ricchezza e da interpretazioni soggettive, che rappresentano un viaggio nell'immaginazione, una serie di disegni realizzati con pennarelli micron su carta, attraverso i quali l’artista esprime la sua passione per il dettaglio.
 
Moreno Fabbro ha iniziato la sua carriera negli anni ottanta e, nel tempo, ha partecipato a numerosi concorsi di illustrazione, guadagnandosi visibilità per il suo stile distintivo.
Fra i vari lavori al suo attivo, il libro «S-comparse. Parlano le farfalle» (Edizioni Reverdito, autori Emiliano Faccio, Moreno Fabbro).
Due parole sull’associazione che ha promosso l’evento, prima di passare all’intervista.
 
L’Associazione Trentino Storia e Territorio si occupa di studiare, recuperare e valorizzare il territorio, i suoi luoghi, le sue memorie e vicende creando spazi per le passioni di chi lo vive.
Nata nel 2013, produce e promuove incessantemente ricerche, esposizioni ed eventi sempre in collaborazione con altre attività, sia pubbliche sia private, coinvolgendo in primis gli alunni delle scuole.
Abbiamo avuto occasione di rivolgere a Moreno Fabbro alcune domande.
 

Moreno Fabbro,  Il lento fruire della realtà.
 
Come è nata l’idea di questa mostra e come è stato scelto il titolo?
«L’esposizione è stata proposta dall'associazione Trentino Storia e Territorio, io ho avuto il privilegio di essere seguito dalla curatrice Monia Di Mauro, la quale ha suggerito anche il nome della mostra.»
 
Quante sono le opere esposte e con che tecnica sono state realizzate?
«In mostra ci sono una trentina di disegni formato A3 e A4 eseguiti su carta con pennarelli micron.»
 
Quando ha iniziato a disegnare?
«Disegno dagli anni ottanta, come autodidatta, e ho partecipato a diversi concorsi di illustrazione. In particolare, ho avuto l'opportunità di illustrare il libro S-comparse, un volume che comprende circa un centinaio di disegni dando voce alle farfalle estinte o a rischio di estinzione.»
 
Perché ha scelto di lavorare principalmente con il disegno in bianco e nero? Cosa la spinge a preferire questo stile?
«Prediligo i disegni in bianco e nero, mi danno maggior soddisfazione e spesso chi li osserva riesce a vedere i propri colori. Sono disegni ricchi di dettagli, con interpretazioni libere e soggettive.»
 
Progetti futuri/sogni nel cassetto?
«Disegno quotidianamente e ho diversi progetti avviati, tra disegni, racconti e fumetti. Spero di pubblicarne altri in futuro, con l'obiettivo di stimolare la riflessione e portare chi li osserva a viaggiare con la fantasia, in un mondo che spesso appare già definito ma che è pronto per essere reinventato e reinterpretato.»

Daniela Larentis – [email protected]

Moreno Fabbro, Il lento fruire della realtà.