La reazione di Mediocredito del Trentino Alto Adige

Bilancio approvato all’unanimità, fiducia rinnovata alla Presidenza – Senesi: «Il rating di Fitch è conseguenza delle mutate normative europee»

La sede del Mediocredito Trentino Alto Adige.
 
L’Assemblea dei Soci di Mediocredito del Trentino Alto Adige ha rinnovato stamani il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale per il prossimo triennio.
Confermati gli amministratori ed i sindaci uscenti, a cominciare dalla Presidenza di Franco Senesi e Michael Grüner.
Poche le novità. In Consiglio la nomina in rappresentanza dei soci veneti di Lorenzo Liviero, presidente della Bcc Rovigo Banca, che subentra a Ruggero Agostini.
Confermati i consiglieri Hansjõrg Bergmeister, Rita Dallabona, Giovanni Dies, Zenone Giacomuzzi, Giorgio Marchiodi, Stefano Mengoni, Giorgio Pasolini, Filippo Sartori, Mario Sartori e Doris Salzburger.
Nel collegio sindacale la nomina della nuova Presidente Astrid Marinelli Confermati i sindaci Renato Beltrami e Hansjõrg Verdorfer.
 
L’Assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio di esercizio, che chiude con un utile netto di 1,4 milioni di euro, in crescita del 7,3% rispetto a quello del 2013.
«Pur in una situazione di carenza di richieste di impiego per investimenti da parte delle imprese – afferma il Direttore generale Leopoldo Scarpa – la Banca non ha fatto mancare il proprio sostegno creditizio ai programmi di sviluppo, puntando a mantenere stabile la propria posizione in termini economici e di quote di mercato, soprattutto in Regione.»
Ciò ha portato ad una fase di crescita dei volumi di operatività, particolarmente significativi sia in Trentino che in Alto Adige, con un aumento delle nuove concessioni e delle erogazioni.
L’Assemblea è stata occasione per esprimere delle valutazioni in merito alle conseguenze che le nuove normative europee hanno determinato in tema di aiuti di Stato: le ultime novità, infatti, prevedono metodologie di calcolo che non valorizzano più la presenza degli Enti Pubblici nella compagine sociale della Banca, con conseguenti riflessi sul rating.
Si è fatto, quindi, il punto degli ultimi 12 anni di attività della Banca, nei quali il Credito Cooperativo e il nuovo management ne hanno avuto la governance.
 

Il presidente di Mediocredito Franco Senesi e il direttore Leopoldo Scarpa.
 
Mediocredito Trentino Alto Adige rappresenta uno degli ultimi istituti «a medio lungo termine» esistenti in Italia: infatti con l’entrata in vigore del Testo Unico Bancario del 1993 i tredici Mediocrediti allora esistenti hanno subìto una fase di progressivo assorbimento in entità maggiori o sono divenuti società prodotto di gruppi bancari di grandi dimensioni.
Fu in quegli anni che, con l'intento di mantenere indipendente la Banca, gli Enti Pubblici chiesero, e ottennero, l'impegno del Credito Cooperativo a partecipare all'aumento di capitale sociale indetto per aumentare la consistenza patrimoniale dell'Istituto. Impegno che successivamente, per dare sostanza alla propria caratura, portò all'acquisizione, tra le altre, anche delle azioni delle ex banche trentine BTB e Caritro.
L'investimento economico complessivo della cooperazione regionale ha superato i 60 milioni di euro. Oggi il Credito Cooperativo, tramite CRR Fin spa, con il 36,64% di partecipazione è il socio di maggioranza relativa.
 
Ad oggi sono operativi solo due Mediocrediti indipendenti: quello del Trentino Alto Adige e quello del Friuli Venezia Giulia.
Entrambi hanno subìto da parte di Fitch il recente downgrade, benché solo la nostra Banca abbia una gestione industriale in capo a soggetti privati.
Mediocredito TAA dunque, mentre i suoi omologhi venivano progressivamente a scomparire dalla metà degli anni ’90, vista l’oggettiva limitatezza dimensionale dell’economia dei nostri territori ed analogamente a tante altre realtà bancarie, commerciali ed industriali locali, insieme con l'operazione di aumento del capitale, sviluppava la sua attività anche fuori dei confini regionali per raggiungere quelle economie di scala necessarie, in un regime di concorrenza sempre più spinta, a generare utili adeguati per mantenere le idonee dimensioni economiche e patrimoniali.
Anche la fase di crisi economica, iniziata nel 2008 e tuttora in corso, ha solo parzialmente inciso su Mediocredito, che ha saputo performare meglio di molti competitors, pur con un’operatività concentrata sulle PMI e quindi con un modello di business caratterizzato per bassa redditività ed elevato rischio.
 
Possiamo infatti registrare che, a fine 2014, la percentuale media di sofferenze lorde della Banca in tutte le aree geografiche di operatività si attesta al 9,4% degli impieghi, in linea con il dato regionale relativo alle imprese ed inferiore sia al dato relativo al Trentino (10,9%), che a quello del Nord Est (16,3%) e dell’Italia (19,8%) a conferma della sua prudente operatività, anche nei territori esterni alla Regione.
 
I risultati di Mediocredito del periodo 2003-2014, considerando quindi anche gli ultimi 7 anni di crisi, sono sempre stati positivi e possono essere così riassunti:
 

 
In questi ultimi anni, si è fortemente sviluppata la collaborazione fra Banca e Credito Cooperativo, sia nella finanza d’impresa con una considerevole quota di impieghi erogati in sinergia con le BCC, sia nell’approvvigionamento di nuova provvista, soprattutto negli ultimi anni di crisi finanziaria, con la sottoscrizione da parte del Credito Cooperativo di nostre emissioni obbligazionarie per oltre mezzo miliardo di Euro, che ci hanno consentito di mantenere sempre aperti i canali di finanziamento alle imprese.
Il progetto di riposizionamento strategico della Banca messo a punto dal Credito Cooperativo mira ad un rilancio di Mediocredito in un ruolo sempre più focalizzato di «Banca per le Imprese», a servizio del proprio territorio e ad un suo rafforzamento all’interno del gruppo Cassa Centrale Banca, azionista quest’ultimo in grado di garantire, per il futuro, il necessario sostegno commerciale, organizzativo e patrimoniale.
Tale disegno - che prevede tra l’altro un importante aumento del capitale sociale, quale messaggio chiaro e diretto al mercato - rappresenta la naturale evoluzione dei patti parasociali sottoscritti con gli Enti Pubblici ed appare oggi, forse, la soluzione migliore per dare a Mediocredito concrete opportunità di sviluppo, inserendolo definitivamente in un contesto strategico più ampio, saldamente ancorato al territorio.