Inaugurata la71esima edizione del Trento Film Festival
La cerimonia si è svolta nel pomeriggio in Sala Grande del Castello del Buonconsiglio
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Moderati dalla giornalista Fausta Slanzi, sono intervenuti il Presidente del Trento Film Festival Mauro Leveghi, il Sindaco di Trento Franco Ianeselli, il Vicepresidente della Provincia Mario Tonina, il Presidente generale del CAI Antonio Montani, il Vice capo missione dell'Ambasciata della Repubblica Federale Democratica di Etiopia Sig. Assefa Abiyu Shirango, con la speciale partecipazione del giornalista e sceneggiatore Andrea Purgatori.
Il presidente del Trento Film Festival, Mauro Leveghi, ha detto che il festival è una finestra permanente sulle montagne e sulle culture del mondo, sui problemi delle montagne e delle popolazioni che vi vivono, sui cambiamenti e anche sul futuro.
«Come abbiamo visto, le montagne sono i sensori del cambiamento climatico, – ha aggiunto Leveghi. – La montagna è una sentinella di questa modificazione. La montagna è sorgente, è futuro. Sono le montagne che possono garantire futuro alle città.
«Il filo rosso che collega alcuni dei 130 film selezionati quest'anno – ha detto ancora il presidente del Trento film festival – è un nuovo rapporto tra uomo e natura, una pacificazione, una coabitazione. Forse un sogno. Ecco perché noi parliamo di sogno e di sostenibilità.»
«Quest’anno il Trento film festival è un’occasione ancora più preziosa per una riflessione laica attorno ai temi della montagna sostenibile e abitata», – ha detto il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Mario Tonina.
Tonina ha ricordato il lungo percorso del festival più longevo, capostipite di questo genere in Trentino dove negli anni si sono affiancate le esperienze del Festival dell’Economia, quello dello sport, Educa, il Trento doc Festival e - ultimo arrivato - il Wired Next Fest al via tra una settimana a Rovereto.
«Qui – ha detto Tonina riferendosi al Trento Film Festival – sono passati documentari e autori che hanno indagato tantissimi temi con un unico filo conduttore, la natura e la sua fragilità, l’umanità e il suo confronto, talvolta conflittuale, con tutti gli aspetti della montagna.
«È quasi ovvio ribadire che una ricetta unica non c’è, ma il Trento Film Festival ci indica la strada della cultura, dell’equilibrio e della sensibilità. Equilibri che per definizione non sono mai stabili, come la stessa montagna ci ha drammaticamente insegnato.
«E come abbiamo appreso affrontando la tragedia della Marmolada, con il suo grande carico di vite spezzato. Un fatto terribile che non esaurisce il suo messaggio, che ci invita ad affrontare le sfide dando il peso giusto alle cose e mantenendo come stella polare il rispetto per la persona.»