Ghezzi lancia «Futura 2918», per arginare il populismo della Lega
Il soggetto politico è stato sostenuto da un migliaio di firmatari e dai 500 presenti all’investitura al MUSE
Con un evidente e felice richiamo alla nota canzone di Lucio Dalla, Paolo Ghezzi ha voluto chiamare «Futura» il proprio soggetto politico col quale si propone di innovare il Centrosinistra e la Provincia autonoma di Trento.
Chissà chissà domani/ Su che cosa metteremo le mani
Se si potrà contare ancora le onde del mare/ E alzare la testa
L’intenzione è duplice. Da una parte Ghezzi ha voluto uscire dalle secche di un PD che si trova diviso tra le intenzioni degli esponenti locali e della segreteria nazionale. Dall’altra ha voluto lanciare l’idea di rinnovamento dell’intero centrosinistra.
L’idea è indubbiamente buona, ma a un mese e mezzo dalle elezioni provinciali sembra un po’ azzardata. Come abbiamo scritto più volte, se si voleva il cambiamento, si doveva iniziare un anno fa. Invece l’imput è arrivato solo con la debacle del 4 marzo, quando il centrosinistra è stato travolto al punto che l’innovazione l’hanno avviata gli elettori che preferirono il centrodestra.
Come ha ammesso lui stesso, Ghezzi non ha esperienza amministrativa. Ma è in buona compagnia, dato che a Roma i due vice premier sono due dilettanti.
Paolo Ghezzi ha invitato le altre forze politiche non aderenti al Centrodestra di appoggiarlo nella sua avventura.
Come sappiamo, anche se per ora lo sono in linea di massima, le adesioni ci sono e a breve lo candideranno alla presidenza.
Gli auguriamo buona fortuna. Avrà un sacco di lavoro da fare in 50 giorni per convincere i Trentini che la Rivoluzione del 4 marzo è stata solo una falsa partenza.