Giorno del Ricordo, gli studenti incontrano i testimoni
Rovereto, questa mattina l'iniziativa della Consulta provinciale degli studenti del Don Milani in collaborazione con la Provincia
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Nella mattinata di oggi, all’Istituto don Milani di Rovereto, la Consulta Provinciale degli Studenti, in collaborazione con l’Assessorato all'istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e per le pari opportunità e con il Dipartimento istruzione e cultura della Provincia, ha proposto una mattinata di riflessione dedicata al Giorno del Ricordo.
Ospite d’onore della giornata è stata Loretta Durin, esodata istriana all’età di nove anni, che ha condiviso con gli studenti la sua toccante testimonianza.
All’iniziativa sono intervenuti la vicepresidente e assessore all’istruzione, Francesca Gerosa; il Presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia del Trentino, Roberto de Bernardis; il direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi.
L’intento è stato quello di costruire un momento di riflessione e di memoria condivisa dei tragici eventi che hanno segnato il confine orientale dell’Italia nel Secondo Dopoguerra, attraverso la storia e soprattutto attraverso la parola dei testimoni viventi di quei drammatici eventi.
La giornata ideata e realizzata dagli studenti ha alternato gli interventi di testimoni ed esperti a momenti di musica e teatro.
Dopo i saluti istituzionali della dirigente scolastica Maria Teresa Dosso, ha aperto la mattinata la vicepresidente e assessore all’istruzione Francesca Gerosa che rivolgendosi al pubblico di studenti e studentesse ha detto:
«Vi ringrazio per quello che state facendo e ringrazio i vostri docenti che vi accompagnano in questo percorso e a cui chiedo da donna delle istituzioni la massima collaborazione. Per costruire, però, questa società bisogna prima fare i conti con il passato.
«È necessario, infatti, riuscire a metabolizzare la storia recente, a storicizzarla appunto, il che comporta riuscire ad accostarsi agli accadimenti anche relativamente recenti, ai drammi personali e familiari, senza preconcetti.
«Bisogna quindi riuscire a spogliarsi delle ideologie, mantenendo solo il rigore della ricostruzione storica e la nostra umanità. Viviamo in una terra di confine, così come lo erano l’Istria, la Dalmazia e Fiume, ma non saremo certo noi coloro che costruiscono muri dietro cui nasconderci.
«Noi costruiremo strade e ponti - come è nella nostra storia - per legare e non per dividere. Perché fatti i conti con la storia, la nostra identità di Italiani e di Trentini, non deve temere confronti; un’identità forte lascia spazio all’amore per l’Italia e per la nostra terra, il Trentino.»
Poi rivolgendosi agli studenti ha proseguito:
«È questa la sfida che vi lascio e che sono certa voi non mancherete di vincere: con la conoscenza approfondita della storia costruite un futuro di pace fra i popoli. Siate gli ambasciatori che con un lavoro certosino edificheranno una salda identità europea.
«Il mondo ce lo chiede, io lo chiedo a voi. – ha proseguito la vicepresidente – Siate Trentini sempre, siate Italiani sempre, siate quegli Europei che con la nostra identità, con chi siamo autenticamente, costruiranno un’Europa che sappia portare pace tra i popoli, perché le vittime delle Foibe, i nostri martiri non siano morti invano.
«Voglio ringraziare gli studenti che hanno contribuito alla realizzazione di questa iniziativa, un esempio di cittadinanza attiva encomiabile.
«Vi invito calorosamente a continuare, coltivare e anche intensificare questo impegno civico. Non siete soli, noi siamo i vostri alleati.»
A seguire è intervenuto Roberto de Bernardis, presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia del Trentino, che ha raccontato la sua storia di profugo. De Bernardis, nel ventennale dell’istituzione del Giorno del Ricordo, ha voluto ribadire l’importanza di questa ricorrenza, che – ha affermato - ha consentito di dare forma istituzionale a quanto è accaduto, di permettere la pubblicazione dei numerosi studi storici fino a quel momento sottaciuti e soprattutto di sdoganare il racconto dei testimoni, contribuendo alla diffusione della memorialistici.
È stata poi la volta della toccante testimonianza di Loretta Durin, esule sin dall’età di nove anni, che ha condiviso con i presenti, con commovente autenticità, la sua esperienza di sradicamento e la fatica di ricostruire una nuova vita lontana dalla sua terra d’origine.
«La mia esperienza dolorosa e complicata – ha raccontato – non mi ha impedito però, con l’impegno e la forza di volontà di realizzarmi sia nello studio che nella vita personale.»
«Oggi non ricordiamo solo l’imperdonabile orrore contro l’umanità costituito dalle foibe, ma anche l’esodo, il dolore e le persecuzioni che colpirono in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole, – ha ricordato il presidente della Consulta Matteo Bonetti Pancher. – Un moto di odio e furia sanguinaria che si accanì indiscriminatamente su istriani, fiumani e dalmati per il solo fatto di essere italiani. «È nostra responsabilità – ha concluso lo studente – continuare a perseguire la verità e la giustizia con un impegno profondo per la pace e per l'integrazione europea, onorando la memoria delle vittime e il dolore dei sopravvissuti, con uno sguardo saldamente rivolto al futuro, consapevoli delle lezioni che la storia ci offre.»
Gli studenti hanno poi voluto dare il loro contributo offrendo al pubblico un breve concerto musicale eseguito dagli studenti del Liceo coreutico musicale Bonporti di Trento e una performance teatrale dal titolo «Ti sei dimenticato di me - Pozabil si name», uno spettacolo ideato da Lara Toselli del Liceo “Galilei” di Trento.
Il racconto, ispirato dal testo Zara1944, descrive con poetico realismo l’orrore dei fatti storici, partendo dal vissuto di Norma Cossetto, la donna istriana che perse la vita nelle Foibe.
Ha concluso gli interventi Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino, che ha spiegato il valore della testimonianza e ha incoraggiato gli studenti a preservare la memoria diventando a loro volta testimoni attivi per evitare che tali tragedie si ripetano.
«Solo attraverso la memoria possiamo garantire che queste vittime non siano dimenticate e che la storia sia tramandata alle generazioni future con accuratezza e sensibilità.»
Tra i ragazzi si è manifestata la volontà concreta di custodire e diffondere queste testimonianze, affinché il ricordo di tali eventi non svanisca nel tempo.
«L’iniziativa di oggi ha pertanto rappresentato un passo significativo verso questo obiettivo per mantenere viva la memoria di una pagina importante della nostra storia.»