Attentati di Parigi: dichiarazione di guerra all’Europa e alla civiltà
Dobbiamo reagire in fretta assumendo iniziative adeguate: gli assassini sono tra noi
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I terribili attentati perpetrati stanotte a Parigi sono una dichiarazione di guerra a tutti gli effetti, all’Europa, alla Civiltà e all’Umanità intera.
Ma questa volta i problemi sono mille volte maggiori dell'attacco a Pearl Harbour o alle Torri Gemelle.
In una guerra tradizionale si sa sempre chi è il nemico, ha una sua precisa fisionomia geopolitica e l'obbiettivo militare da raggiungere è sempre chiaro.
In questo caso non si sa chi siano i nemici, quali siano, dove siano, quanti siano.
Soprattutto non si sa cosa vogliono, perché negli attentati di ieri hanno colpito indiscriminatamente tutti, vittime innocenti di qualsiasi fede, etnia, appartenenza.
Se il problema fosse la religione, perché non provano a islamizzare il mondo invece che attaccarlo?
Molto probabilmente gli autori sono gente fallita nella vita civile, che si sente priva di chance e per questo si illude di realizzarsi con atti sconsiderati.
Comunque sia, ora l’Europa deve reagire alla dichiarazione di guerra.
Anzitutto gli stati europei devono stare compatti. Il problema non lo si risolve da soli, ma con una regia comune. In questo, anche la Russia va considerata Europa a tutti gli effetti. Con ogni probabilità l’aereo russo abbattuto sui cieli del Sinai era già una dichiarazione di guerra.
Anche le forze politiche non devono stare divise di fronte al terrorismo islamico, maggioranze e opposizioni devono muoversi di comune accordo.
Insieme devono approvare misure di guerra. L’allerta deve essere massima, gli obbiettivi sensibili vanno protetti, le azioni prevedibili vanno anticipate.
L’ISIS, attribuendosi la paternità degli attentati, ha annunciato che adesso toccherà a Roma, Londra e Washington. Il che significa che in Francia l’attacco si è esaurito, mentre gli altri Paesi devono aspettarsi il peggio.
Roma sta per ospitare il Giubileo e questo è indubbiamente un obbiettivo molto ambito. Ci è andata bene con l’EXPO, prepariamoci a proteggere Roma.
Dimentichiamo azioni militari in Iraq o Siria; semmai dovessimo occuparci di un paese d’oltre mare la nostra sponda naturale è quella libica.
Attiviamo invece tutte le iniziative di intelligence capaci di farci conoscere per tempo che cosa sta per succedere all'interno del nostro paese.
Il rischio zero non esiste, ma dobbiamo renderci conto di una certezza dimostrata dai 17 arresti di cui 7 avvenuti ieri in Alto Adige: gli assassini sono tra noi.
G. de Mozzi