Deflorian, Marchese, Poggio e Vallortigara i nuovi prorettori

Il rettore Collini ha presentato i delegati che faranno parte della sua squadra di governo – Soddisfazione per l’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro

Foto Bernardinatti.

Flavio Deflorian (prorettore vicario) con delega al supporto al sistema produttivo, Maurizio Marchese allo sviluppo internazionale, Barbara Poggio alle politiche di equità e diversità, Giorgio Vallortigara alla ricerca.
Collini ha tracciato anche il quadro su soddisfazione degli studenti, occupabilità dei laureati, reputazione internazionale.
I laureati dell'Università di Trento trovano lavoro e guadagnano più della media italiana e sono molto soddisfatti della loro scelta.
Sul fronte internazionale, ulteriore riconoscimento per l'Ateneo, presente per la prima volta con ben sei aree disciplinari nel QS World University Rankings by Subject 2015.

Collini ha anche resa nota la lista dei delegati che si occuperanno di compiti specifici in vari settori e che lo supporteranno nella guida dell’Ateneo.
Ecco l’elenco:
Giorgio Bolego: rapporti con il personale tecnico-amministrativo e contrattazione collettiva integrativa
Marco Bombardelli: semplificazione e trasparenza
Paolo Bouquet: sport
Giorgio Cacciaguerra: supervisione dello sviluppo edilizio
Roberto Caso: open access e politiche contro il plagio
Carlo Casonato: comitato etico per la sperimentazione con l'essere vivente
Patrizia Cordin: iniziative in materia di minoranze linguistiche
Jean Paul Dufiet: formazione linguistica e centro linguistico di ateneo
Giorgio Guido Fodor: festival dell’economia
Franco Fraccaroli: benessere organizzativo
Maurizio Giangiulio: collegio di merito Bernardo Clesio
Claudio Giunta: stampa e comunicazione
Renato Lo Cigno: servizi e tecnologie informatiche
Paolo Pasquale Macchi: disabilità
Pier Luigi Novi Inverardi: orientamento in Italia
Barbara Ongari: servizi educativi e di supporto alla genitorialità
Stefano Oss: orientamento nella regione e nei territori limitrofi
Cinzia Piciocchi: organismo preposto al benessere animale
Paola Quaglia: placement e alumni
Marco Ragazzi: sostenibilità ambientale
 
Le funzioni relative alla formazione degli insegnanti e ai rapporti con il sistema della scuola trentina sono assegnate ad un costituendo organismo di raccordo tra i Dipartimenti.
 
 
Barbara Poggio e Flavio Deflorian. Sotto: Giorgio Vallortigara e Maurizio Marchese.

 
 Università e studenti 
Attrattività. L’Ateneo trentino punta ad avere studenti bravi e motivati ed è capace di attrarne un alto numero anche da fuori provincia. Trento è tra le prime università in Italia ad aver esteso l’accesso programmato a tutti i propri corsi.
A dimostrarlo sono i numeri registrati in occasione dei test primaverili di ammissione ai corsi 2015/16 che si sono svolti finora. In 4284 si sono iscritti per sostenere il test per 1849 posti messi a concorso. Nel dettaglio, in 2332 si sono iscritti ai test di ammissione per Giurisprudenza e per i corsi dei dipartimenti di Psicologia e Scienze cognitive, Sociologia e Ricerca sociale, Fisica, Matematica; Ingegneria e Scienze dell’Informazione per 1029 posti a concorso. In 1916 si sono iscritti invece ai testi per i corsi del Dipartimento di Economia e Management e del Dipartimento di Lettere e Filosofia per 820 posti a concorso. (dati Università di Trento - Direzione didattica eservizi agli studenti).
 
Soddisfazione. Più giovani alla laurea, più regolari negli studi, con maggiori esperienze di stage, i neodottori che escono dall’Università di Trento si dicono soddisfatti del corso di studi che hanno scelto Il traguardo della laurea di primo livello è raggiunto in media a 24,6 anni contro la media nazionale del 25,5. Elevata è la regolarità negli studi: il 55% conquista il titolo in corso (con un 23% che si laurea al primo anno fuori corso) contro il 41,5% del complesso dei laureati di primo livello.
La riforma universitaria ha portato anche ad un aumento dei laureati che frequentano regolarmente le lezioni: il 77% dei laureati triennali ha frequentato oltre i tre quarti degli insegnamenti previsti; è il 68% a livello nazionale.
L’esperienza di studio all’estero coinvolge il 16% dei laureati di primo livello dell’Università di Trento, sei punti percentuali in più della media nazionale, del 10%.
Il 91% dei laureati dell’Università di Trento, contro l’85,5% della media nazionale, si dichiara complessivamente soddisfatto del corso di studi (il 36% lo è «decisamente»).
Alla domanda se si iscriverebbero di nuovo all’Università risponde «sì», ed allo stesso corso dell’Ateneo, il 72% dei laureati, un valore nettamente superiore alla media nazionale (65%).
Per quanto riguarda invece i laureati magistrali o a ciclo unico, il 31% compie esperienze di studio all’estero, valore nettamente superiore alla media nazionale del 18%. L’esperienza universitaria compiuta con la laurea magistrale a ciclo unico risulta ampiamente apprezzata (sono decisamente soddisfatti 38 laureati su cento, altri 53 esprimono comunque una valutazione positiva). Tanto che 71 laureati su cento la ripeterebbero. (dati Almalaurea profilo laureati 2014).
 
Occupabilità. La qualità della formazione e la reputazione dell’Ateneo aiutano i laureati, triennali e magistrali, ad essere apprezzati dal mercato del lavoro, a trovare prima un’occupazione con stipendi più alti All’Università di Trento chi continua gli studi con la laurea magistrale è circa il 67%, valore nettamente superiore alla media nazionale del 54%.
A dodici mesi dalla conclusione degli studi, risulta occupato il 65% dei laureati, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale del 56%. A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per 20 laureati su cento di Trento, la media nazionale è del 19%.
Il guadagno è superiore alla media nazionale: 1.197 euro mensili netti, contro i 1.065 del complesso dei laureati magistrali.
Intervistati a cinque anni dal titolo: l’86% è occupato (con punte del 95,7% per l’area economico-statistica, del 92,3% per quella linguistica e del 89,4% per quella dell’ingegneria), valore superiore di cinque punti percentuali alla media nazionale, pari all’81%. Le retribuzioni nominali arrivano, a cinque anni, a 1.449 euro mensili netti (sono 1.356 euro a livello nazionale) con punte di 1.639 euro per l’area dell’ingegneria, 1.611 euro per quella economico-statistica e 1.545 per quella scientifica. (dati Almalaurea, Rapporto 2015 sulla condizione occupazionale).
 
 Università e ricerca 
Reputazione - Trento è sempre più conosciuta e autorevole a livello internazionale, anche in una varietà più ampia di discipline. A incidere sul buon posizionamento nei vari ranking internazionali è la qualità della ricerca, che si esprime nelle numerosità delle pubblicazioni e delle citazioni. Altri fattori che pesano: la capacità di autofinanziamento, il successo nella ricerca scientifica, la capacità di aprirsi all'Europa e al mondo, la soddisfazione degli studenti.
Nella classifica stilata da QS World University Rankings 2014-2015 l'Ateneo di Trento si colloca nella fascia 411-420 migliorando ancora una volta il posizionamento degli anni precedenti: lo scorso anno infatti risultava nella fascia 441-450 e due anni fa nella fascia 451-500. Nella classifica QS per aree disciplinari, uscita ieri, l’Ateneo migliora la numerosità delle aree che si affermano a livello internazionale: ben sei (Sociology, Law; Physics and Astronomy, Computer Science and Info Systems, Engineering Electrical, Mathematics) rispetto alle tre dello scorso anno.
Nella classifica Times Higher Education Rankings 2014-2015, stilata da Thomson Reuters per Times, Trento è presente fra le poche Università italiane posizionandosi nella fascia 251-275 a pari merito con le Università di Pavia, del Salento e di Torino. A livello italiano, la qualità dell’Ateneo trentino è stata confermata dalla prima valutazione nazionale condotta dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica (MIUR), resa nota nell’estate del 2009.
L’Università di Trento, secondo i criteri ministeriali, ha dimostrato di avere raggiunto i migliori standard nazionali per quanto riguarda la qualità della ricerca e della didattica. Un risultato che le è valso il titolo di «ateneo più virtuoso d’Italia».
Nel rapporto 2013 ANVUR (Agenzia Nazionale di valutazione del sistema
universitario e della ricerca) l'Università di Trento si posiziona prima per produzione scientifica nella categoria degli atenei italiani di medie dimensioni.
L'ANVUR ha valutato i prodotti scientifici di 133 strutture su tutto il territorio nazionale tra università (95) ed enti di ricerca (38).
L’Ateneo di Trento ha riportato un voto superiore alla media nazionale in ben 11 delle 16 aree disciplinari considerate. 7 tra dipartimenti e centri sono arrivati primi, secondi o terzi nelle rispettive classifiche.
Nella classifica che il Censis realizza annualmente con La Grande Guida pubblicata da la Repubblica, l'Ateneo di Trento è sempre ai primissimi posti. Nell’ultima edizione (2014-2015) si posiziona al 2° posto tra gli atenei italiani di medie dimensioni (fra 10mila e 20mila studenti) con un punteggio di 97,8. Nel proprio gruppo Trento ottiene il risultato in assoluto migliore per l'internazionalizzazione (106 su 110).
Secondo l’ultima classifica pubblicata dal Sole 24 Ore, l’Università di Trento si classifica al 1° posto fra le migliori università statali italiane. Gli indicatori utilizzati riguardano sia la didattica, sia la ricerca. Trento emerge negli indicatori per Attrattività (percentuale di iscritti fuori regione), Efficacia (percentuale di studenti inattivi), Fondi esterni (capacità di attrazione di risorse per progetti di ricerca), Mobilità internazionale (percentuale di crediti conseguiti all’estero dagli studenti sul totale) e Ricerca (giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione Anvur).
 
Competitività. L’Università di Trento è tra i maggiori competitor per quanto riguarda la capacità di attrarre finanziamenti europei sul territorio italiano Con 220 progetti vinti, pari a circa 65 milioni di euro, i risultati ottenuti dall’Ateneo con il VII Programma Quadro della Commissione Europea (7PQ) sono eccellenti. Molti progetti appartengono all’area scientifica e tecnica, ma non mancano le scienze umane e sociali.
Dei progetti europei conquistati dall’Ateneo trentino, 26 hanno vinto un grant ERC, il finanziamento attribuito dal Consiglio Europeo per la Ricerca. Un riconoscimento molto ambito anche perché si arrivano ad attribuire fino a 2,5 milioni di euro per singolo ricercatore. La metà dei progetti ha per responsabile scientifico un docente straniero che lavora a Trento in controtendenza rispetto alla fuga dei cervelli.
Una tendenza positiva che si riconferma anche con i primi successi ottenuti nell’ambito del programma europeo Horizon 2020, che già conferma l’Università di Trento vincitrice in 14 progetti.
 
Università e mobilità internazionale. Grazie alla sua fitta di relazioni internazionali, l’Università di Trento è capace di attirare giovani da tutto il mondo e, allo stesso tempo, sostiene i suoi studenti nel loro percorso di perfezionamento all’estero.
Già durante il secondo anno, gli studenti possono trascorrere un periodo da tre a dodici mesi in uno dei ben 350 atenei sparsi in una trentina di Paesi dell’Unione europea (ma non solo, anche in altre parti del mondo) con cui l’ateneo ha stretto accordi per il programma Erasmus. A questi si sommano numerosi e intensi accordi bilaterali a livello extra-europeo: in tutto oltre 420 destinazioni tra cui scegliere.
Si possono sostenere esami nella lingua del Paese straniero e conseguire crediti che saranno poi riconosciuti al rientro a Trento, si può svolgere attività di ricerca per la propria tesi di laurea oppure effettuare uno stage in azienda che sarà incluso nel percorso formativo.
Grazie agli accordi con numerose università partner europee, gli studenti possono scegliere anche la doppia laurea (un programma che l’Università di Trento ha attivato per prima in Italia) che permette di frequentare una parte della propria carriera universitaria a Trento e una parte all’estero, ottenendo così sia il titolo di studio italiano sia quello straniero.
I 26 programmi attivati coprono tutti i dipartimenti dell’ateneo e sono prevalentemente indirizzati verso Austria, Cina, Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Stati Uniti.