Arrestati gli 11 rapinatori del «Mercatone Uno»: tutti nomadi
I dettagli dell’indagine che ha portato a individuare i banditi – Gli arrestati vivevano nei campi nomadi di Milano, Verona e Vigodarzere – Due i basisti di Trento

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L’operazione è stata denominata «Sledgehammer» perché in inglese significa «mazza», come quelle che sono state utilizzate per rompere le vetrinette che contenevano i preziosi al Mercatone Uno di San Michele All’Adige.
L’indagine, che è stata condotta congiuntamente da Polizia e Carabinieri, è partita con la pazienza che gli investigatori sono riusciti a mantenere nel ricostruire i passi dei rapinatori. È vero che sono riusciti a scappare, ma in realtà avevano commesso un errore.
Ci avevano lavorato fin dall’inizio sia i Carabinieri del Nucleo Investigativo che i funzionari della Squadra Mobile di Trento.
L’allarme era scattato subito, ma i banditi erano riusciti dileguarsi prima dell’arrivo delle Forze dell’Ordine. Quello che avevano in mano tuttavia, non era poco. Le riprese delle telecamere di sorveglianza avevano fissato i volti coperti e l’auto «sporca» con cui avevano fatto la rapina.
L’auto venne trovata subito, ovviamente rubata.
Ma è qui che è intervenuto il caso.
Altre telecamere avevano ripreso una Renault che con ogni probabilità aveva caricato i banditi per poi dileguarsi a Trento e, da lì, tornare ai propri campi nomadi base.
Le indagini, concentrate sulla traccia della vettura «pulita», portarono a individuare due persone residenti a Trento, che hanno prestato la collaborazione logistica. Si tratta di una coppia del luogo, Brajdic Denis e Lovas Dania, (nomadi sinti).
I due avevano prestato la propria collaborazione nel momento cruciale della rapina, quando si dovevano liberare dell’auto sporca (una Fiat Croma, risultata poi rubata in provincia di Como il 28 novembre 2012) per salire sull’auto pulita dei due,
Le indagini hanno infatti permesso di accertare che le quattro persone, subito dopo la rapina e dopo aver effettuato il cambio auto, hanno fatto tappa in via Bronzetti a Trento, dai 2 complici trentini trascorrendo con loro un paio di ore, verosimilmente per dividersi il bottino, per poi ripartire alla volta delle aree di provenienza.
A quel punto sono state attivate subito le tecniche tradizionali di intercettazione e di pedinamento, le forze congiunte di Polizia e Carabinieri sono riuscite a localizzare i presunti complici della rapina, come detto tutti provenienti dai tre campi nomadi in Veneto e Lombardia.
Il lavoro di investigazione è stato lungo e difficile, perché il sistema diffuso dei telefoni usa e getta e la totale mancanza di dialoghi in chiaro aveva complicato tutta l’attività.
La complessa attività d’indagine ha consentito di appurare che il sodalizio era composto da 11 persone (10 uomini ed 1 donna) tutti italiani nomadi sinti in larga parte con rapporti di parentela e affinità ed appartenenti a veri e propri Clan collegati.
Si tratta di soggetti pregiudicati, dimoranti principalmente presso i campi nomadi di Vigodarzere, Padova, Verona e Milano, nonché presso abitazioni di Trento e Treviso, dediti a commettere rapine e furti, principalmente ai danni di rappresentanti di oggetti d’oro o pietre preziose, che venivano di norma agganciati in occasione di manifestazioni di settore o fiere, per poi essere seguiti e derubati, ovvero rapinati.
In compenso, grazie a questo imponente lavoro a tavolino, gli investigatori sono riusciti a collegare altre rapine commesse dal sodalizio criminale.
Gli arrestati si erano infatti già resi responsabili, a vario titolo, di altri delitti del medesimo tipo, alcuni dei quali commessi in questa provincia, che sono stati minuziosamente ricostruiti dagli investigatori e che di seguito si elencano cronologicamente:
• 29.11.2012: Giovo (TN) - Rapina in danno di 2 rappresentanti di preziosi, rapinati del campionario, per un valore di circa 140.000 euro;
• 05.03.2013: Fiera di Parma – Rapina in danno di 2 rappresentanti di preziosi, rapinati di alcune carte di credito, 1 tablet ed altri effetti personali;
• 13.12.2013: Trento – Furto presso il Circolo Tennis di via San Pio X, all’interno del quale asportavano 2 slot machines con il relativo contante.
In aggiunta, nel periodo oggetto d’indagine è stato accertato che il sodalizio aveva progettato di realizzare:
• una rapina in danno di rappresentanti di preziosi da individuare presso la Fiera di Parma. Al riguardo, il 04.03.2014, quattro persone del gruppo criminale (BRAJDIC Antonio del 1960, BRAJDIC Valentino, BRAJDIC Jimmi Luca e HUDOROVIC Paolo) avevano iniziato a pedinare una coppia di rappresentanti di preziosi quando, in loc. Bevano di Forlì, nell’imminenza di aggredirli, venivano bloccati ed arrestati dai Carabinieri di Parma, preventivamente allertati;
• una rapina – poi non realizzatasi – da compiere in Basilea, in occasione di “Baselworld”, Fiera mondiale dei gioielli, che si è tenuta il 27 marzo u.s..
Le attività svolte hanno altresì permesso di chiarire le dinamiche delinquenziali del sodalizio, facendo comprendere come, sebbene residenti in luoghi geograficamente distanti tra loro, erano in realtà in continuo contatto e progettavano la commissione di rapine e furti in tutto il nord-est Italia, forti di uno stretto vincolo parentale.
Durante le investigazioni, inoltre, è stato tratto in arresto uno dei principali componenti dell’Associazione – Brajdic Antonio, classe 1987 – rintracciato in Monza il 1° marzo scorso, già latitante poiché colpito da 2 distinti provvedimenti restrittivi, uno dei quali relativo ad un cumulo pena di oltre 4 anni di reclusione da scontare.
Di seguito l’elenco dei soggetti colpiti da Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal GIP di Trento Dr. Francesco Forlenza, tutti condotti in carcere, ad eccezione di Lovas Dania, ristretta agli arresti domiciliari:
1. BRAJDIC Denis, 33enne da Padova ma residente a Trento;
2. BRAJDIC Antonio, 26enne da Milano, già ristretto in Carcere;
3. GASHI Eddy, 21enne da Padova, residente in Vigodarzere (PD);
4. BRAJDIC Antonio, 54enne da Padova, già ristretto in Carcere;
5. BRAJDIC Valentino, 24enne da Milano, già ristretto in Carcere;
6. BRAJDIC Jimmi Luca, 26enne da Milano, già agli AA.DD. in Treviso;
7. HUDOROVIC Paolo, 40enne da Verona, già ristretto in Carcere;
8. BRAJDIC Luciano Sandro, 21enne da Udine, residente in Vigodarzere (PD);
9. BRAJDIC Claudio, 30enne da Milano, ivi residente;
10. HUDOROVIC Fabio, 23enne da Segrate (MI), residente a Milano;
11. LOVAS Dania, 33enne da Trento, ivi residente.
Nel corso dell’operazione, presso l’abitazione trentina di Brajdic Denis e Lovas Dania, è stata rinvenuta e sequestrata una pistola tipo scacciacani, provvista di tappo rosso, riproduzione della beretta in uso alle Forze dell’Ordine.
Il tappo rosso, si sa, può essere tolto o messo a seconda dell’uso che se ne fa. Pare tuttavia che la riproduzione dell’arma sia stata identificata in altre occasioni riprese dalle telecamere.
Il Procuratore della Repubblica Amato, il Commissario del Governo Francesco Squarcina e il questore di Trento Giorgio Iacobone, hanno dichiarato la propria soddisfazione su tre aspetti.
Il primo, ovviamente, è che le forze dell’ordine sono riuscite ad arrivare a capo degli autori delle rapine.
Il secondo è che i banditi non sono trentini, essendosi solo serviti di due basisti locali.
Il terzo è che la popolazione ha immediatamente collaborato per aiutare gli investigatori.
In particolare, i dipendenti del Mercatone Uno erano riusciti a dare subito l’allarme e a chiudere il cancello azionato elettricamente. Purtroppo la presenza della neve ha impedito che si chiduesse prima che i banditi si squagliassero.